Un lettore non certo nostro ha scritto, in merito alla conferenza in Libia del 23 novembre 2006  tra i paesi della Ue e quelli dell'Unione africana, per fare il punto sull'immigrazione:

Si continua con la vecchia e ormai dimostrata inutile politica di coinvolgere paesi da cui partono i clandestini pensando di ottenerne la collaborazione e fornendo aiuti per permettere a quei paesi (Libya principalmente) mezzi per il controllo delle coste.

Io credo che chiunque abbia visitato anche per qualche giorno i Paesi Arabi che si affacciano nel Mare Mediterraneo si sia reso conto che il controllo di polizia e dei servizi di sicurezza è capillare, asfittico e opprimente - In particolare in Libya non si muove foglia senza che polizia e servizi di sicurezza ne siano informati.

La repressione e i controlli sono durissimi. Le carceri piene di oppositiri veri o presunti del regime. Davvero si può pensare che migliaia e migliaia di persone, centinaia di barche partono dalle coste libiche senza la complicità delle autorita?

Non sarebbe ora di smetterla con questa barzelletta?



Abbiamo visitato la Libia nel 2006 riportandone un'impressione simile: polizia ubicua, posti di blocco e controllo ogni cinquanta chilometri eccetera eccetera. Il che non impedisce a centinaia di disperati di tentare il tutto per tutto per raggiungere l'Europa, per il semplice motivo che davanti ai fenomeni epocali non c'è polizia che tenga.
Strano, come col tempo le cose cambino: se i poliziotti fossero stati quelli della Volkspolizei e i migranti cittadini tedeschi dell'est, o lituani, o polacchi, nessun "occidentalista" si sarebbe sognato di fare il tifo per la repressione.