“L’Onu? Che Onu? L’Onu è la summa di tutte le ipocrisie, il concentrato di tutte le falsità. E’ una banda di mangia-a-ufo che a New York si permettono ogni infrazione legale in quanto posseggono l’immunità diplomatica. E’ una mafia di sottosviluppati e di imbroglioni che ci menano per il naso. Basti pensare che ai figli di Allah l’Onu ha consentito di non firmare la carta dei Diritti Umani e di sostituirla con la “Carta dei Diritti Umani in islam”. Vale a dire l’elenco degli orrori autorizzati o predicati dal Corano.”

Inizia così lo starnazzo contro l’Onu di Oriana Fallaci (Oriana Fallaci intervista sé stessa, pag.123). Ha torto? Certamente che ha torto, in questa come in tutte le altre occasioni. E’ evidente come l'Onu sia in grado di affrontare dignitosamente anche delle nuove sfide globali che stiamo affrontando. Le Nazioni Unite, da organizzazione pre Guerra fredda, sono riuscite a rinnovarsi ed a muoversi in un mondo post Guerra fredda con accresciuta efficacia.
Ci sono stati successi indiscutibili anche di recente, con la UNIFIL in Libano che sta svolgendo senza grossi problemi la funzione di cuscinetto tra Tsahal e Hezbollah. Una missione, tra l'altro, dovuta alla inutile -e perduta- guerra d'estate scatenata da Israele. L'esperienza insegna che l'ONU è in grado di mettere le parti combattenti in grado di condizionare tregue e di rafforzare i processi di pace.
L'efficacia dell'ONU ha permesso la ricerca accurata ed approfondita delle armi batteriologiche, chimiche e nucleari che Saddam Hussein era accusato di detenere; il fatto che gli yankee abbiano bellamente ignorato ogni informazione in materia, preferendo aggredire il paese in ogni caso, è un altro discorso.
Gli "occidentalisti" considererebbero l'ONU "inefficace" per due motivi di base. In qualche raro caso, l'ONU avrebbe osato dare torto ad Israele ed agli americani; la infastidita citazione, ripetuta in qualche articolo di giornale, della risoluzione numero 2.708 del 1970 il diritto a chi stesse lottando contro il colonialismo all'uso di "ogni mezzo necessario a propria disposizione" viene letta come un favore a non meglio specificati "terroristi", rei con ogni probabilità di opporsi con le sassate ai carri armati e con la disperazione degli attacchi suicidi alla sistematica depredazione delle risorse dei loro paesi; lo stesso viene fatto con le risoluzioni dello stesso tenore che l'hanno seguita nel corso degli anni. In pratica, l'unica violenza legittima, per gli "occidentalisti", è quella dei bombardamenti da diecimila metri d'altezza. In secondo luogo, l'ONU sarebbe stata sostanzialmente incapace di imporsi al volere della superpotenza di turno, e questo è innegabile (ma chissà come mai è considerato un problema solo quando ad imporsi era l'Unione Sovietica), o addirittura concausa di massacri efferati, come quello ruandese del 1994; e qui occorre una confutazione piuttosto decisa perché citare un caso simile contraddice, e non di poco, la concezione di un'ONU fatta di "sottosviluppati e di imbroglioni" più attenti ai "figli di Allah" che ai sacri interessi dell'"Occidente". Il genocidio ruandese è se mai un buon esempio di come l'ONU abbia assecondato al massimo la propensione "occidentale" ad accogliere con assoluta indifferenza gli eventi percepiti come distanti dai propri interessi. In Ruanda l'ONU aveva circa duemilacinquecento uomini, comandati dal canadese Romeo Dallaire. Quando ricevette comunicazioni da Dallaire, che si diceva sicuro della tragedia incombente e chiedeva aiuto, il Dipartimento per le Missioni di Pace con sede a New York non ritenne necessario far pervenire la richiesta d'intervento alla Segreteria Generale o al Consiglio di Sicurezza, e tutto si consumò comunque nell'indifferenza generale. Molti paesi occidentali, alcuni dei quali -come il Belgio- avevano soffiato sul fuoco oltre ogni ragionevole limite, mandarono contingenti soltanto per portare in salvo i propri cittadini. A tutt'oggi il Consiglio di Sicurezza non riconosce il genocidio in Ruanda a causa del veto USA: agli yankee il termine "genocidio" pare inappropriato.
Dopo aver operato per cinquant'anni in armonia con il proprio statuto operando come meglio poteva in un contesto di blocchi di potere contrapposti, quando il crollo dell'URSS ha esposto il pianeta alla volontà ed all'arroganza dell'unica superpotenza rimasta, l'ONU si è trovata ad operare in un contesto inedito: smantellata la zona di influenza sovietica (con una Russia che ha difficoltà, derubricate come "problemi interni", a fermare le forze centrifughe che agiscono sul suo stesso territorio) gli atti unilaterali yankee e sionisti sono continuati come e più di prima: in tutta la sua storia Israele ha ignorato più di settanta risoluzioni delle Nazioni Unite, gli yankee hanno pianificato ed eseguito, calpestando ed irridendo l'ONU stessa, quelle "esportazioni di democrazia" che in tempi meno idioti si sarebbero definite "guerre di aggressione". La fine dell'URSS ha però avuto anche un effetto imprevisto ed estremamente positivo: ha liberato molti paesi dai vincoli di obbedienza formale cui la sua stessa esistenza li obbligava e questo fa sì che il più delle volte Israele e gli USA si trovino in netta minoranza nelle votazioni. Lungi dall'essere un Moloch ingestibile e delinquenziale, l'Organizzazione delle Nazioni Unite costituisce l'unica organizzazione internazionale in grado di moderare la volontà di potenza degli americani e del supposto "asse delle democrazie" che si connetterebbe agli Stati uniti. In ogni epoca della storia, all'esistenza di una potenza egemone ha fatto da pendant l'instaurarsi di una coalizione destinata a contrastarla; c'è da chiedersi in base a quale principio divino questo non dovrebbe valere anche per gli USA.