Il nostro sito-bersaglio ospita, in argomento con quanto su enunciato, una improbabile lista di tormenti ripresa da faithfreedom.org e curata da un certo Ali Sina.
Un whois per il dominio faithfreedom.org lo fa risultare intestato ad una "Faith Freedom Association" che avrebbe sede in "kharabat 100" nella città di Qom, nella Repubblica Islamica dell'Iran.
Ora, kharab in lingua farsi indicherebbe qualcosa di danneggiato o di sbilenco, mentre abat indica un "posto" o una casa in genere; kharabat può significare in senso generico "posto dove si trova gente strana", "gabbia di matti" o, in Pakistan, più precisamente "bordello". In pratica, nei dati sciorinati da whois, ad essere definita in questo modo è la città di Qom. Il che è coerente per un sito che si propone di presentarsi come "L'Islam e il Corano (Koran) denunciati dagli ex-musulmani come le radici del terrorismo islamico" ma non depone certo a favore della serietà dei responsabili dell'iniziativa, per non parlare della loro preparazione e, perché no, del loro disinteresse economico. Gentilissimo, whois ci mostra anche che l'IP corrispondente al dominio risulta in realtà in carico ad una società texana.
Al signor Ali Sina di cui sopra era dedicata una lunga voce di Wikipedia che ne faceva un ritratto tutt'altro che lusinghiero, modificata dopo la nostra prima visita ed alla quale rimandiamo chiunque fosse interessato non soltanto alle spassose convinzioni diffuse da quest'uomo, ma soprattutto a reperire link che portano a siti di personaggi dotati di ben maggiore serietà. Va detto che sul modo di operare di Ali Sina, e sulle sue fini qualità di esegeta coranico, abbiamo noi stessi avuto non poco da ridire, essendo bastati una copia del Libro ed un po' di onestà intellettuale a smontarne per intero gli assunti. Non intendiamo concedere, da questo punto di vista, altre chances alle sue ciance. C'è chi si è divertito a trattarlo senza alcuna misericordia, come chi scrive su examinethetruth.com, un sito che dietro il dominio un po' megalomane ha avuto modo di esporre e confutare quei luoghi comuni che costituiscono praticamente l'unica cosa in cui questo sedicente ex musulmano abbia una vera competenza. Ali Sina sarebbe -ed il condizionale è d'obbligo, perché non è reperibile in Internet alcuna foto che lo raffiguri ed egli ha evitato per ora di prestarsi a rapporti non mediati con i suoi corrispondenti- un iraniano residente in Canada, antiislamico, antimarxista, antireligioso, antitutto, puntualissimo ad attivare il suo faithfreedom.org proprio nell'ottobre del 2001, fan incallito e giustificatore dell'aggressione yankee al popolo iracheno (e dei suoi luminosi risultati, sembrerebbe), in buoni rapporti nientemeno che con il figlio dell'ultimo shah Pahlavi. Insomma, un "occidentalista" paradigmatico che, come tanti personaggi del genere, si presenta come "esperto di islam" mentre si comporta in concreto come un esperto, probabilmente non disinteressato, di tecniche di denigrazione.
Questo, tanto per inquadrare l'ideatore dell'iniziativa. Quanto ai collaboratori, ve ne sono alcuni, come tale Vernon Richards solo omonimo del famoso anarchico, capaci di chiedersi in tutta serietà se non sia il caso di pianificare un bombardamento nucleare di Mecca come risposta ad altri attacchi come quelli del settembre 2001. 
Queste sono le premesse. Sta chi legge a decidere in merito all'attendibilità, alla competenza ed al disinteresse di quanto viene da faithfreedom.org e soprattutto in merito a quelle di coloro che lo citano.