Firenze, aprile 2013.
I foglietti "occidentalisti" raccontano con un mucchio di particolari il matrimonio della figlia di un facoltoso industriale indiano.
La foto sopra fa vedere anche la completa scomparsa d'i'ddegrado e dell'insihurézza (in una parola, dell'insihurezzeddegràdo) dalla piazza in cui si sono svolte le nozze. Sempre secondo le gazzette l'anfitrione avrebbe pagato per tutto quanto più di otto milioni di euro, finiti in varia misura nelle tasche dell'amministrazione fiorentina e di svariate imprese di settore.
Dei rimasugli dell'occidentalame politico fiorentino, nessuna traccia.
Niente Casaggì.
E niente Boutique Pound.
Neanche un fumogeno, per i loro fucilieri di marina.
Neanche un coro da pallonaio.
Neanche uno striscione, anche quello come quelli del pallonaio.
Si vede che le cinquanta persone raccolte a Taranto da una manifestazione in tema hanno indotto a più miti consigli; con numeri del genere tanto vale ritrovarsi in qualche spaghetteria a prezzo fisso, senza stare a scomodare le piazze.
Il blog Pampalea aveva per tempo fatto le uniche considerazioni sensate che si potessero fare. Pecunia non olet.
Provateci un po' a andare a attaccare gli "striscioni per i marò" il giorno del matrimonio della figlia del signor Aloke Lohia, buffoni. Quando si sceglie la strada dei servi, è bene percorrerla e stare zitti. Un servo non ha nessun diritto di sentirsi superiore; è un servo e basta.