Le preoccupazioni di Francesco Torselli |
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Sabato 22 Giugno 2013 13:36 |
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Uno preoccupato.
L'ufficio stampa del Comune di Firenze racoglie quasi quindici anni di materiali. Dal 2001 al 2011 gli "occidentalisti" lo hanno letteralmente allagato ogni giorno di comunicati: un numero crescente di gazzette li riportava fedelmente e tutti erano contenti: gli "occidentalisti" perché l'insihurézza, i'ddegràdo e i'tterrorismo, e i gazzettieri perché l'insihurézza, i'ddegràdo e i'tterrorismo.
Gli uni mantenevano un clima sociale elettoralmente profittevole, fatto di sospetto reciproco, diffidenza ed aperta criminalizzazione di qualsiasi forma di vita associata; gli altri accedevano ad ottimi redditi senza muoversi dalla climatizzazione degli uffici.
Questa strategia di comunicazione, già presente in nuce nel patrimonio politico dell'"occidentalismo", ha conosciuto un successo senza precedenti dopo le spregiudicate ed innovative operazioni urbanistiche portate con successo a termine a New York l'11 settembre del 2001: Firenze diventò per qualche decina di persone un laboratorio mediatico le cui produzioni hanno svelato nel corso degli anni retroscena, protagonisti e soprattutto risultati abietti, repellenti, sanguinariamente ridicoli e profondamente sporchi in ogni senso. In estrema sintesi, per circa dieci anni non c'è stato comportamento umano che gli "occidentalisti" e le loro gazzettine non abbiano considerato terrorismo, con le sole eccezioni del mangiare spaghetti, del consultare rotocalchi pornografici e del frequentare prostitute. L'aggressione mediatica dell'occidentalame in realtà ha cominciato immediatamente a dar segni di cedimento e di usura: in occasione del Social Forum del 2002 le gazzette ospitarono per settimane gli strepiti premestruali di scansafatiche, delinquentelli, degustatori di maccheroni, indossatori di canottiere, incoscienti pericolosi, bulli di quartiere ed altre nullità ben retribuite di cui la barzellettistica produzione "letteraria" di Oriana Fallaci rappresentava (nelle intenzioni) la punta di diamante. La realtà esplose loro sul grugno con una tale violenza che l'"occidentalismo" politico non è più uscito, a Firenze, dal ridicolo e dal disprezzo in cui si era cacciato con tanto impegno. Impossibilitati ad aggiustamenti di rotta anche minimi dalla propria autoreferenzialità, gli "occidentalisti" fiorentini sono finiti all'angolo soltanto per il venir meno del giornalame che ne ospitava la propaganda, non certo per aver preso coscienza di una realtà con la quale non hanno mai avuto il minimo rapporto. Se così non fosse stato, l'occidentalame avrebbe almeno abbozzato uno straccio di difesa in una città in cui gli è materialmente impossibile agire iniziative senza rischiare forte dal punto di vista dell'incolumità personale ed in cui le sedi (sempre deserte e puramente vessillari) devono stare almeno ai primi piani degli stabili per ridurre la possibilità di essere prese d'assalto. Chiuse le gazzette, franato il consenso immane su cui hanno contato per anni -le ricette politiche (più mercato e più galera) scippate da tempo dai loro sedicenti avversari- agli "occidentalisti" sono rimasti il Libro dei Ceffi, il Cinguettatore, qualche mescita costosa e qualche locanda dalla sicura fama, pendant adeguati ai tempi di quell'Albergo della Palla che nella Firenze ottocentesca era "frequentato dai soldati e dai giovinastri, ed abitato da certe donne che facevano appunto a palla d'ogni virtù e d'ogni decoro"[*]. Da questo poderoso riflusso il lavoro degli addetti stampa è uscito molto ridimensionato. La situazione è arrivata al punto che il 21 giugno 2013 Francesco Torselli ha lasciato perdere Codreanu e per primo ha alzato le braccia davanti alla pioggia di sprangate inflittagli dal principio di realtà. Lo scritto di Torselli è interessante, tra le altre cose, perché evidenzia come la politica "occidentalista" e quella dei sedicenti avversari dell'"occidentalismo" come il boiscàut Matteo Renzi non presentino alcuna differenza di sostanza. Citiamo per intero il comunicato stampa, avvertendo che in esso compare più volte il nome dello stato che occupa la penisola italiana. Come sempre ce ne scusiamo con i nostri lettori, specie con quanti avessero appena finito di pranzare. 21/06/2013[*] Giuseppe Conti, Firenze Vecchia, 1899. |