La Lega Nord per l'Indipendenza della Padania è un partito politico fittamente rappresentato nel nord della penisola italiana.
Il suo modo di mantenere fede al programma elettorale, che prevede la distruzione dello stato nato nel 1861, è stato sicuramente innovativo. Invece di distribuire armi al popolo e di assaltare prefetture e caserme, di sabotare le linee ferroviarie, di indire lo sciopero generale e di impadronirsi delle centrali telefoniche come si fa di solito in questi casi, la Lega Nord ha pensato bene di limitarsi ad infarcire tutti i ranghi e tutte le istituzioni dello stato che aveva giurato di spazzare via con una congerie di personaggi aristofaneschi, abietti o semplicemente inetti. In questo modo ha assicurato un reddito cospicuo a parecchi soggetti che in contesti normali sarebbero stati estromessi con le brutte da qualsiasi organizzazione economica dopo poche ore di messa alla prova.
Dal momento che esistono limiti anche alla credulità dei sudditi e che prima charitas incipit ab ego, l'identificazione di un nemico esterno è l'elemento cardine di questa strategia; nella comunicazione politica della Lega Nord, l'Islam ha rappresentato per anni il nemico esterno per eccellenza.
Oltre alla presenza aristofanesca, abietta o semplicemente inetta nelle istituzioni, il "partito" ha potuto contare per questo anche su una presenza aristofanesca, abietta o semplicemente inetta nei mass media. Il signor Roberto Fiorentini sarebbe ex direttore di Tele Padania e attuale vicedirettore dell’ufficio stampa della giunta lombarda.
Neanche direttore, vicedirettore. [*]
E cosa fa un vicedirettore di ufficio stampa di comprovate simpatie "occidentaliste", nel secondo decennio del XXI secolo? Par di capire che passi a redigere querele tutto il tempo che non passa sul Libro dei Ceffi e sul Cinguettatore.
Nel primo decennio dello stesso secolo, invece, almeno un po' di tempo lo passava a scribacchiare libelli "occidentalisti", presentati poi come uniche interpretazioni lecite del reale da un sistema mediatico che non conosceva incrinature. "Ai cani la carne degli infedeli - Alle radici del terrorismo islamico in Italia. Le cellule della Lombardia" è un esempio quasi perfetto di queste produzioni e del vertiginoso imbarazzo che provocherebbero lette a distanza di qualche anno in chiunque avesse un minimo di rispetto per se stesso perché la carne degli infedeli da ammannire a torme di cani famelici si compendia qui di centoventotto pagine di roba presa dalle gazzette. Mentre su un piano più concreto la produzione di carne di infedele nella penisola italiana ha conosciuto un solo, maldestro ed improduttivo tentativo. Uno yorkshire o un pechinese qualsiasi avrebbero avuto problemi a cavarne uno spuntino di metà giornata.
Con molta calma, con il debito tempo e con un pizzico di impegno, e soprattutto dopo che il rovinoso andamento delle guerre d'aggressione decise dagli yankee aveva imposto anche alla marmaglia gazzettiera più involuta un radicale cambio di agenda e palinsesti, l'avvocato Carlo Corbucci ha ricostruito gran parte delle vicende citate nel libello, avvalendosi ovviamente di ben altra competenza.
In conclusione i foglietti di Roberto Fiorentini sono ancora a prendere polvere insieme ad altra cellulosa sottratta a più degni utilizzi, nonostante il prezzo da sottocosto indichi con chiarezza la volontà del bravo libraio di Firenze in cui abbiamo fatto questa foto di liberarsene il prima possibile.
[*] "...Neanche cuoco; sottocuoco..." (cit.)