Il notissimo antefatto: durante una partita di calcio in Portogallo Francesco Totti, pallonaro dei più pagati ed attaccante "azzurro", viene sorpreso da una telecamera mentre sputa in faccia al collega danese Poulsen.
Oriana Fallaci gli fa pervenire le sue congratulazioni.
"La Gazzetta dello Sport", sabato 19 giugno 2004, riporta dunque in prima pagina:

Lo sdegno e il cazzotto
di Oriana Fallaci

Caro Totti,
capisco le necessità professionali, ma io non avrei chiesto scusa a nessuno.
Erano tre ore che quel danese la prendeva a gomitate, pedate, stincate. Pur non essendo una tifosa di calcio, guardavo ed ho visto tutto. Con sdegno.
Unico dissenso: io avrei tirato un cazzotto nei denti e una ginocchiata non le dico dove.
Stia bene, dunque, non si rimproveri ed abbia le più vive congratulazioni di Oriana Fallaci.


Niente di strano che l'"occidente" si sia avvalso e continui ad avvalersi di referenti "culturali" di questo tipo. Un aggregato di sudditi sempre più brutto, stupido, incosciente e volgare, incapace di concepire alcunché al di fuori della partita di pallone, delle relazioni extraconiugali, della fiaccolata leghista, della "legge" che vale per i poveri e che si interpreta per i ricchi, può benissimo ritrovare la propria essenza, la propria ragion d'essere e soprattutto la legittimazione dei propri comportamenti in propositi ed in rappresentanti come questi.
Eppure, in questo campo Oriana Fallaci arriva in incomprensibile e gravissimo ritardo: sono almeno trent'anni che ogni domenica i rappresentanti più tipici ed integrati dell'"occidente" si sfidano nelle tribune e fuori a colpi di slogan, di volgarità, di violenze gratuite e di atti di guerriglia che, se commessi per fini non calcistici da qualche "no global" (come li chiamano gli "occidentalisti") procurano piogge immediate di editoriali forcaioli. Ai tifosi dei pallonari ricchi, invece, è tutto concesso, su tutto si indulge, tutto si perdona, in nome del vorticoso giro di denaro che riescono a muovere qualsiasi cosa facciano e qualsiasi cosa succeda.
La cosa è talmente nella norma che negli anni successivi si assiste non ad un crescendo di violenze, ma al loro abituale e settimanale reiterarsi: a Firenze una volante della Polizia di Stato italiana viene incendiata e i due occupanti salvano le penne praticamente per miracolo, ma i colpevoli sono ultras della Lazio, appartengono ad un ambiente da sempre feudo elettorale della destra "occidentalista", e dunque intoccabile: nessuno si spreca in comunicati stampa per stigmatizzare un episodio del genere.
Alla fine, nel febbraio 2007, a Catania resta ucciso in circostanze ancora non chiare un poliziotto italiano. L'intero ambiente pallonaro si esibisce in una contrizione tanto ipocrita quanto di breve durata, i dintorni di ogni stadio peninsulare vengono militarizzati come i valichi di frontiera in Palestina, qualche sito web dei più baldanzosi abbassa per un nanosecondo la cresta. Poi si continua pari pari a prima. E nessuno a ricordarsi, tra gli "occidentalisti" tutti legge e tutti ordine, di chi, quel giorno di giugno del 2004, non si sarebbe accontentato di uno sputo ma avrebbe voluto vedere il sangue scorrere.