Chi scrive non fruisce di trasmissioni televisive dal 2004 e non dispone ovviamente dei relativi apparecchi.
Occorrerà trovare anche il tempo di spiegarlo con calma a chi continua a bussare a denari due volte l'anno come un punkabbestia nel piazzale della stazione in nome di una cosa che chiamano "canone" e che dovebbe servire a retribuire raccomandati, cialtroncelli, telegazzettisti e tatuate più o meno svestite.
Ai nostri lettori ricordiamo il perché di un taglio netto e vantaggioso da tutti i punti di vista.
Un giorno del 2004 un certo Enrico Mentana, che a tutt'oggi pare che conti su un pubblico che lo considera imparziale ed obiettivo, dette notizia di una giornata qualsiasi nell'Iraq occupato e si trovò a considerare che quello iracheno era "un dopoguerra costellato di battaglie".
Per l'appunto George Diabolus Bush il primo maggio dell'anno prima aveva statuito che la guerra era finita.
Scrivemmo che questo Mentana meritava comprensione. Mica poteva contraddire su due piedi il più alto in gerarchia; nessuno vuol finire, da vecchio, a vendere bottoni ed accendini all'uscita delle scuole.
Da allora facemmo a meno dei servigi di Enrico Mentana e dei suoi commensali.
Veniamo oggi a sapere da un corrispondente che ha ancora una televisione in casa a prender polvere e posto del modo con cui un'emittente ha dato notizia delle stragi in Tunisia.
Due fucilieri in località Sousse hanno gettato bombe e sparato in una spiaggia affollata uccidendo una quarantina di persone e ferendone almeno altrettante. Su internet si è riversato un po' di umorismo nero, un fotomontaggio mostrava una pubblicità il cui slogan era "Tunisia io ci vado" affiancata alla foto di una delle vittime, con sovraimpressa la scritta "...E io ci resto".
Sky tv invece, che è tanto seria e tanto professionale e tanto imparziale e tanto obiettiva, ha presentato le immagini in allegato.
L'effetto straniante è dato dal contenuto della new e dal contemporaneo banner pubblicitario in alto: sei arrivato all'estate stanco morto? Vinci una vacanza... bella da morire!"
La pubblicità riguarda un'altra trasmissione televisiva in cui si mostra nei dettagli l'attività di un'impresa funebre.