Emanuele Cocollini è un ben vestito noto ai nostri lettori per la sobrietà con cui perora la causa dell'"occidentalismo" a Firenze.
Con la stessa sobrietà ha perorato la causa -irricevibile per qualsiasi persona seria- di Oriana Fallaci, con un comunicato stampa in cui non si salva nulla.
A cominciare dalle intenzioni.
Ci siamo fatti promotori, abbiamo sostenuto e sosteniamo il coraggio dell’iniziativa del Presidente Milani di voler ricordare Oriana Fallaci nel giorno della sua morte, il 15 settembre ed anche in relazione ad un rapporto da ricucire con la sua amata città.
Non si capisce cosa ci sia da ricucire con un elemento che in occasione del Social Forum del 2002 si produsse in roba come questa, che già all'epoca invogliò a passare a vie di fatto individui assai più riflessivi di chi scrive. Nessuno ha motivo di tollerare né la vicinanza né tanto meno le lezioni dall'equivalente pennaiolo di una mantenuta che lascia il SUV in seconda fila quando accompagna la bambina a scuola bloccando il traffico per mezz'ora e che pretende anche di avere ragione.
Da un elemento del genere sarebbe stato molto grave l'essere stimati e la prevedibile, prevista e umiliante serie di rovesci subiti in vent'anni dagli aggressori "occidentali" in tutte le guerre perpetrate e propagandate sulla base di materiali del genere non invoglia certo ad esprimersi in modo conciliante.
Soltanto su una cosa il signor Cocollini ha ragione: per organizzare un'iniziativa del genere occorre davvero del coraggio.
A chi ha deciso di strumentalizzare anche il ricordo di questo giorno solenne, a vent’anni dagli attentati nel cuore di Manhattan, ci sentiamo di rispondere attraverso le parole di Oriana, scritte all’indomani dell’11/09, proprio a dimostrazione della fondatezza delle sue idee e di quanto il suo pensiero sia ancora attuale.
Una solennità è una ricorrenza festiva -in genere religiosa- di particolare importanza.
L'11 settembre era ed è una giornata qualsiasi.
La "fondatezza" delle "idee" di quella "scrittrice" era oggetto di scherno prima dell'11 settembre del 2001, e vieppiù lo è stata dopo allora. Se il signor Cocollini è convinto che il "pensiero" di Oriana Fallaci sia ancora attuale, ammette di fatto l'inutilità e la demenzialità delle guerre statunitensi e la mediocrità dell'operato degli yankee di complemento, in qualsiasi settore e disciplina di impiego.
“Ho saputo che anche in Italia[*] alcuni gioiscono come l'altra sera alla Tv gioivano i palestinesi di Gaza. «Vittoria! Vittoria!». Uomini, donne, bambini. Ammesso che chi fa una cosa simile possa essere definito uomo, donna, bambino. Ho saputo che alcune cicale di lusso, politici o cosiddetti politici, intellettuali o cosiddetti intellettuali, nonché altri individui che non meritano la qualifica di cittadini, si comportano sostanzialmente nello stesso modo. Dicono: «Bene. Agli americani gli sta bene» ». E sono molto molto, molto arrabbiata. Arrabbiata d' una rabbia fredda, lucida, razionale. Una rabbia che elimina ogni distacco, ogni indulgenza”.
Una prassi di redazione riscontrabile nella spazzatura "occidentalista" che sporca i mass media -e che nel 2001 almeno era in gran parte limitata a gazzette e televisioni, stante la quasi totale assenza di quei repellenti schedari di buoni a nulla che chiamano "reti sociali"- consiste nel proiettare su gruppi o individui che si intende presentare negativamente caratteristiche e comportamenti che sono, invece, i propri. Agli occhi delle persone serie di conseguenza i palestinesi di Gaza -che non vivevano in attici di lusso e men che meno venivano strapagati da qualche gazzetta- erano e sono uomini, donne e bambini senza che ci sia bisogno che una vecchia patologicamente egocentrica e spettacolosamente viziata gliene accordi la patente. Patente che immaginiamo gli "occidentalisti" siano propensi a concedere senza esami ai residenti nello stato sionista che nel 2014 mangiavano pop corn godendosi in tutta comodità i bombardamenti su Gaza.
Chi scrive nel 2001 svolgeva, come oggi, la professione di tecnico informatico senza stare a chiedersi se la cosa lo qualificasse o meno come cicala di lusso. E come moltissime altre persone serie -magazzinieri, insegnanti, operatori sociosanitari, contabili, tecnici del suono, imbianchini, tassisti, impiegati postali- era convinto che gli USA non potessero e non dovessero incolpare dell'accaduto altri che se stessi. Se questo provocava la rabbia -per nulla fredda, per nulla lucida e razionale ancora meno- di questa strapagata "scrittrice", la cosa non poteva che essere motivo di una qualche soddisfazione.
Ci sentiamo di ribadire che ci uniamo e ci uniremo sempre al ricordo della nostra più illustre concittadina e che stiamo e staremo sempre dalla parte dell’Occidente libero e degli Stati Uniti. God Bless America". (s.spa.)
Il signor Cocollini -prosit- ribadisca e unisca quello che pensa meglio.
Il video presentato descrive meglio di molte ciarle che razza di paese sia quello su cui invoca (giustamente) benedizioni. I vent'anni passati a esportare democrazia a mezzo missili da crociera, i duemila e più miliardi di dollari finiti in Afghanistan (per lo più per armamenti e corruzione) non hanno certo migliorato un quadro da sempre avviato al distopico. Su Youtube l'utente KimGary ha raccolto con un semplice giro in macchina per le strade di Philadelphia oltre venti minuti di quell'insicurezza e di quel degrado che piacciono tanto agli "occidentalisti" in campagna elettorale.



[*] Il nome dello stato che occupa la penisola italiana è presente nella citazione originale. Come nostro uso ce ne scusiamo con i lettori, specie con quanti avessero appena finito di pranzare.