Post scriptum del 27 febbraio 2022. Una settimana dopo essersi espresso con tanto scetticismo sulla possibilità di una guerra in Ucraina il signor Escobar è stato vigorosamente smentito dai fatti.
Le sue considerazioni in merito sono su 
The Cradle e sono state tradotte da L'Antidiplomatico.
 

Traduzione da Strategic Culture, 16 febbraio 2022. 
 
 L'aggregato democratico che a mezzo auricolare/telesuggeritore controlla a distanza il senescente presidente degli Stati Uniti non è mai stato indicato come composto da soggetti geniali, quale che fosse il contesto. Questo spiega perché una di loro, Nancy Pelosi, su ABC News ha dato il via a tutta la tiritera dell' "invasione" russa cui sarebbero mancati due -o tre- giorni, a seconda dei loro calcoli, prima che il non-evento venisse "cancellato".
Per prima cosa Nancy Pelosi ha asserito: "Se non minacciassimo le sanzioni e il resto, Putin darebbe senz'altro il via all'invasione". E poi, passando al punto cruciale: "Se la Russia non invade, non è perché non ha mai avuto intenzione di farlo. È perché le sanzioni hanno funzionato".
Eccola, tutta la "strategia" democratica messa allo scoperto: una "vittoria" di dubbia validità in politica estera, che svaporerà mesi prima dell'inevitabile débacle alle elezioni di metà mandato in USA.
Maria Zakharova è una controparte femminile slava di Hermes, il messaggero degli dei nell'antica Grecia. S è avvicinata alla verità mentre faceva il punto sulla guerra psicologica: "Il 15 febbraio 2022 passerà alla storia come il giorno in cui la propaganda di guerra occidentale ha fallito. Umiliati e distrutti senza che sia stato sparato un solo colpo".
Aggiungiamoci il ministro degli Esteri Sergey Lavrov, che a microfoni spenti in merito al "terrorismo dell'informazione" ha detto: "Dobbiamo imparare dai trucchi [dei nostri colleghi occidentali]".
Putin, ancora una volta, ha applicato Sun Tzu per vincere senza dover combattere, laddove per "vincere" si intende il raggiungimento degli obiettivi fissati per questo round.
Solo che le cose si complicano. La Duma, con il 78%, ha votato per chiedere al presidente di riconoscere le repubbliche popolari di Donetsk e di Luhansk come stati "distinti, sovrani e indipendenti".
La decisione finale spetta a Putin, che ha già accennato a ciò che accadrà dopo. Anche se ha definito "ciò che sta accadendo ora nel Donbass" come "un genocidio" -prendendo in considerazione gli otto anni precedenti- ha sottolineato come "dobbiamo fare tutto per risolvere i problemi del Donbass, ma in primo luogo sulla base (...) dell'attuazione degli accordi di Minsk".
Ciò significa che Putin darà a Kiev un'altra (l'ultima?) possibilità di attuare gli accordi: accordi sanciti dal diritto dell'ONU che gli ameriKKKani stanno di fatto sabotando dal 2015.
Il Consiglio di Sicurezza russo non si farà ingannare, e sottolinea come "l'Occidente stia conducendo un'operazione informativa attentamente pianificata contro la Russia, basata sul concetto di guerra ibrida". Il Consiglio di Sicurezza ribadisce anche che "i paesi europei saranno responsabili delle provocazioni -molto probabili- di Kiev contro la Repubblica Popolare di Donetsk e quella di Luhansk". Questo che parla è Patrushev, non un Jake Sullivan colto alla sprovvista.
 
 
La parata neonazista
 
La visita del cancelliere tedesco Scholz a Mosca non è stata esattamente negoziare il Nurburgring con la Porsche. Non ci si trae mai d'impaccio spiattellando luoghi comuni davanti a Putin. Scholz: "Per la nostra generazione, una guerra in Europa è inimmaginabile". Putin: "Una guerra l'ha già scatenata la NATO contro Belgrado".
Dopo settimane di incessanti crisi isteriche ameriKKKane su un imminente scoppio delle ostilità si potrebbe essere tentati di considerare che Macron e Scholz potrebbero trovarsi in sintonia con Putin, e chiedere che Kiev si sieda allo stesso tavolo con quelli di Donetsk e di Luhansk e si metta a lavorare sugli emendamenti costituzionali necessari per concedere loro l'autonomia. Questo sarebbe l'unico percorso verso una possibile soluzione. Ma non c'è nessuna garanzia che venga intrapreso, a causa dell'inflessibile veto ameriKKKano.
Valentina Matvienko, presidente del Consiglio della Federazione Russa, ha sottolineato ancora una volta l'unica modalità possibile per un "intevento" della Russia: in "caso di un'invasione delle Forze Armate dell'Ucraina nella Repubblica Popolare di Donetsk e in quella di Luhansk, la risposta della Russia sarà proporzionata alla portata dell'aggressione".
Anche Scholz, timidamente, ha in qualche modo preso atto del fatto che, come la NATO in Jugoslavia, la Russia in questo caso avrebbe il diritto di invocare la Responsabilità di proteggere (R2P) per salvare milioni di possessori di passaporto russo dalle truppe d'assolto oligarchiche banderiste e neonaziste di quello che Andrei Martyanov ha descritto in modo memorabile come il Paese 404.
Queste formazioni includono il battaglione Azov -che recluta neonazisti da tutta Europa- che porta al braccio la runa Wolfsangel presa direttamente dalle SS, e che ora è stato incorporato nella Guardia Nazionale Ucraina. Le vaste reti clandestine rimesse in sesto dalla CIA e dal MI6. E naturalmente il piano in atto, da dieci miliardi di dollari, con cui Eric Prince (Blackwater/Academi) intende creare un esercito mercenario privato attraverso una partnership tra la società Lancaster 6 e l'intelligence ucraina controllata dalla CIA.
 
 
Due sviluppi cruciali
 
Il fuoco di fila ameriKKKano di fake news, guerra psicologica e fumo bellicista è riuscito ad oscurare i due sviluppi veramente cruciali delle ultime convulse giornate.
1. L'invasione de facto delle acque territoriali russe da parte di un sottomarino statunitense della classe Virginia, descritta come una "attività completamente irragionevole e incomprensibile" dal ministro della difesa russo Sergei Shoigu.
2. Il recente volo del signor Kinzhal a Kaliningrad, a bordo di un MIG-31K "Foxhound" capace di raggiungere i tre mach di velocità. Se i pagliacci del NATOstan continueranno a baloccarsi con l'idea di qualche iniziativa divertente, potrebbero finire con l'evocare il signor Khinzal. Che risponderà alla chiamata con una velocità ipersonica. Letteralmente.
Prima che la programmata "invasione" non-invasione russa fosse cancellata, Martyanov aveva salacemente puntualizzato come "l'ambivalenza strategica della Russia adesso terrorizza gli Stati Uniti, perché gli Stati Uniti non sanno cosa succederà dopo la false flag, sempre che questa false flag riesca a imbrigliare con l'inganno i barboncini europei nella sottomissione totale".
Sì, non è finita finché il grasso transgender canta. Una o anche più false flag, rimangono sul radar, se si considerano le tonnellate di armi sparpagliate in giro per il Paese 404; oltre centocinquantamila soldati ammassati proprio di fronte alla linea di contatto -equipaggiati con razzi Grad da 120 mm assolutamente letali, con testate che quando esplodono rilasciano migliaia di frammenti metallici taglienti- e le migliaia di mercenari addestrati da istruttori polacchi, inglesi e della Blackwater/Academi.
Quello che è successo davvero nelle isole Curili tra Hokkaido e Kamchatka, di cui Shoigu ha dato una descrizione in gergo diplomatico, alla fine è arrivato sui media russi. Secondo una prima versione una nave russa potrebbe aver lanciato siluri di avvertimento contro il sottomarino ameriKKKano.
Quello che è successo è che il classe Virginia è stato rilevato da un sottomarino diesel o nucleare russo, c'è stata una perlustrazione, e poi la fregata Marshal Shaposhnikov ha usato un sonar per intimare all'ospite non invitato di andarsene. Un modo di fare piuttosto cortese. In qualsiasi altra circostanza il classe Virginia sarebbe stato affondato.
Naturalmente il fatto va interpretato per quello che è: un'ulteriore dimostrazione palmare che la "nazione indispensabile" ha perso la sua invulnerabilità marittima. Certamente per quanto riguarda la Russia. E più prima che poi succederà lo stesso anche per la Cina.
E questo è una conseguenza diretta del disastroso stato in cui si trova l'industria statunitense della difesa, argomento su cui si concentrano gli studi di Martyanov, simboleggiato dall'ultimo rapporto della National Defense Industrial Association (NDIA).
Il rapporto completo è qui. Si dia un'occhiata, per esempio, a questa tabella che indica l'enfasi sulla ricerca nelle tecnologie emergenti.


Settori fondamentali come lo spazio, le tecnologie ipersoniche o la cibernetica sono in calo. In parallelo, c'è un aumento di interesse in tre settori interconnesi: intelligenza artificiale, Comando, Controllo e Comunicazione (C3) completamente in rete e microelettronica. Si penserebbe al permanere della stessa vecchia ossessione ameriKKKana, da Rumsfeld in poi, di schierarsi in un "campo di battaglia intelligente".
Il punto chiave potrebbe essere l'aumentato interesse per le biotecnologie. Perché questo indicherebbe un Impero alla disperazione, già surclassato dalla Russia e presto neutralizzato dalla Cina, che ricorre alla guerra biologica. Non c'è da meravigliarsi che la storica dichiarazione congiunta Russia-Cina del 4 febbraio si riferisca esplicitamente al pericolo rappresentato dai laboratori di armi biologiche degli Stati Uniti.
 
 
Forza Batman: nella spazzatura...!
 
Mosca non ha mai abdicato al proprio approccio alla Sun Tzu, intanto che ripeteva molte volte le proprie richieste e definiva nel dettaglio i limiti che considerava invalicabili.
Washington e Bruxelles sono stati avvertiti senza mezzi termini che se fanno venir voglia ai loro scagnozzi e mercenari di attaccare il Donbass, il Paese 404 sarà fatto a pezzi. E questa è solo la parte facilmente liquidabile del pacchetto. Ne faranno le spese anche tutti i sistemi di sicurezza del NATOstan.
La Russia sta vegliando, come un'armata di monaci taoisti. Dopo l'"invasione" annullata, può anche permettersi di godere di un po' di ilare sollievo. Le risposte "tecniche e militari" sono pronte. Ancora una volta, è la loro ambiguità strategica che sta facendo impazzire gli ameriKKKani. Stanno arrivando a capire che sicurezza e missili in Europa orientale sono materie non divisibili per quanto riguarda i negoziati, perché nessuno nell'Impero ucrainizzato sa come potrebbero comportarsi dopo Putin, Shoigu e Gerasimov.
E alla fine ci sono i polli senza cervello. All'indomani di un'"invasione" che non si è verificata come previsto, i ministri degli esteri del G-7 terranno una riunione d'emergenza in Germania per grattarsi collettivamente la testa chiedendosi perché l'invasione non si è verificata come previsto.
Stando così le cose, nella calma prima della prossima tempesta, mettiamoci a sedere, rilassiamoci e ricordiamoci del 16 febbraio 2022: il giorno in cui l'ultima, concertata e completa operazione di guerra piscologica a base di notizie false ha finito per spedire la "credibilità" del NATOstan in un viaggio di sola andata verso la pattumiera della Storia.