Tra il viso di un caporedazione ed il culo di un individuo capace di discernimento deve esserci qualche somiglianza sospetta.
Viene da pensarlo leggendo i "sondaggi" pubblicati da Repubblica, che il 9 giugno 2008 indicano un paese impaurito, timoroso e xenofobo.
Ilvo Diamanti ha il coraggio di cianciare di una "sinistra che respinge lo straniero". C'è da chiedersi dove viva. Sulla luna, probabilmente. Sono anni che tutti i media mainstream a più alta diffusione non soltanto sono incentrati sulla cronaca nera e sul peggio del ciarpame scandalistico, ma hanno anche la faccia a culo di attaccare incessantemente i pochi che non si sono ancora allineati.
In altre parole, la putrida situazione sociale di questi anni è dovuta per il venti per cento ai problemi che insorgono in contesti dove hanno da coesistere comunità dalla diversa storia, e per l'ottanta per cento all'azione, pienamente consapevole e completamente irresponsabile, dei mass media.
I casi che potremmo citare sono, letteralmente, infiniti. Un'occhiata al sito di uno qualsiasi dei maggiori quotidiani non farebbe che confermare quanto andiamo asserendo da sempre.
Pensandoci bene, comunque, non è solo questione di tirature. E' questione di organicità col potere: l'agenda setting mediatico viene costantemente tarato, come negli anni Trenta, in modo da configurare un "nemico esterno" che eviti ai sudditi dello stato che occupa la penisola italiana di fare domande scomode a se stessi e ai propri governanti. Domande scomode che avrebbero risposte anche più scomode, sul come mai la popolazione della penisola stia impoverendo a vista d'occhio, sulla totale incultura che è un fenomeno addirittura incoraggiato, giustificato ed approvato socialmente, sulle tante, troppe promesse non mantenute dal liberalismo trionfante. Il "nemico esterno", comodissimo, impedisce anche e soprattutto che i sudditi comincino ad interrogare se stessi sul dove abbiano sbagliato, sul dove continuino a sbagliare. Perché per trent'anni è stato fatto, autolesionisticamente, il possibile e l'impossibile per ridurre quello che era un popolo ricettivo e critico ad un aggregato stupido e cattivo.