La giornata del primo novembre 2008 è stata caratterizzata da due avvenimenti piuttosto importanti per il ristretto mondo dell'attivismo politico fiorentino.
Il primo, il funerale civile di un attivista del CPA di Firenze Sud esponente, secondo quanto si può leggerne in giro, di un antifascismo vero, quotidiano, fondato su logiche e documentate basi. Il secondo, l'assalto al bar di un circolo sportivo, attribuito dalla stampa ad altri attivisti dello stesso CPA, avvenuto poche ore dopo. L'importanza di questo secondo evento, tanto inutile quanto condotto in maniera demenziale, è però oggettivamente pari a zero: nessun ferito, nessun danno rilevante, tre denunciati per danneggiamento. Il fatto che si sia verificato dà però alla compagine "occidentalista" del Comune di che dare aria alla bocca almeno per una settimana. Le due cose, prese nel loro insieme, possono essere utili per riportare una serie di paragrafi scritti anni fa da Miguel Martinez, e che trattano proprio della differenza che c'è tra antifascisti ed
antifa.

Esiste un'area dell'estrema sinistra che dedica la maggior parte del suo tempo a stilare liste di proscrizione di "fascisti". In questo, non c'è interesse per le idee. Ad esempio, il razzismo genocida di Oriana Fallaci, che viene promosso su Panorama, il Corriere della Sera e la Rai, non interessa affatto a questo genere di "antifascisti". A loro interessa solo il diciassettenne bocciato a scuola che disegna svastiche sulle panchine.
Questo tipo di antifascismo non differisce strutturalmente dall'antisemitismo di epoche passate. Il nemico non è un'ideologia, rispetto alla quale ognuno può prendere posizione. Il nemico è "il fascio", cioè uno specifico essere umano, in genere tale semplicemente perché nato in una famiglia di ammiratori di Mussolini. Il "fascista", per i cultori di questo tipo di psicosi, è tale, irrimediabilmente, a vita, ed è colpevole collettivamente di ogni delitto mai commesso da qualunque altro "fascista" nel corso della storia. Ogni azione del "fascio" è schifosa e immorale: è un "personaggio", un "losco figuro", nel gergo antifa. Se il "fascio" non cambia idea, è un nemico; se la cambia, è un infiltrato, e quindi ancora più pericoloso. Sono del tutto irrilevanti le sue idee o le sue trasformazioni, tutte rubricate sotto la voce di "trascorsi".
Se ci si pensa bene, questo genere di antifascismo ha come unico sbocco logico lo sterminio.
Si penserebbe che questi antifascisti dedichino gran parte del loro tempo a combattere gli eredi di Mussolini che stanno attualmente al governo. Nient'affatto, perché un Fini o un Urso sono troppo in alto. Come i tifosi della Roma o della Lazio, i veri nemici non sono quelli che contano, ma quelli cui puoi strappare la sciarpa.