Una riflessione su un episodio capitato nell'agosto 2008, durante un viaggio in Asia Centrale. Il sistema montuoso del Pamir rappresenta una metà abbondante del territorio tagiko ed è abitato da poche decine di migliaia di persone che vivono di miracoli e di rimesse degli immigrati.

Durante gli inverni terrificanti dopo il crollo dell'Unione Sovietica la popolazione del Pamir è letteralmente scampata alla morte per fame grazie agli aiuti umanitari inviati dall'Aga Khan. Adesso le cose vanno appena appena meglio; gli ingranaggi dell'emigrazione che fanno prendere la strada di Mosca a tutta la popolazione valida si sono rimessi in moto. Un chiosco-bar lungo la strada del mercato, a Murgab, permette di provare la cucina locale, che in un territorio montagnoso povero d'ogni cosa è a tutt'oggi basata sull'inventiva, la speranza e, quando c'è, qualche materia prima.
Minestra con laghman e verdure, frutta secca, tè leggero e uno sciroppo fosforescente con molta acqua. Alle pareti, poster della fondazione Aga Khan pubblicizzano il sale iodato, l'importanza dell'igiene e di un'alimentazione sana. Intuita la provenienza geografica della decina di commensali, le due donne presenti in cucina accendono uno stereo portatile che ci agghiaccia con i Ricchi e Poveri e Toto Cutugno, che stanno alla quotidianità tagika come un cappello stellato da fata starebbe in testa ad un olimpico di boxe.
A pranzo finito si commenta comunque la cosa, trovandola giusta ed appropriata. Uno storico del futuro -un futuro neanche tanto remoto, diciamo una cinquantina d'anni- che indaghi l'inizio del XXI secolo noterà subito che all'epoca la Repubblica Popolare Cinese spiccava per l'affannoso sviluppo economico, la Repubblica Islamica dell'Iran per il nucleare e per le energie alternative, il Nepal per essere passato da un assetto statale monarchico ad uno repubblicano e federale, lo stato che occupa la penisola italiana per Toto Cutugno.