Dicembre 2008. La Firenze che non conta, che nessuno invita a cena e con cui nessuno affronta questioni di capitale importanza tipo il pallonismo miliardario ed i suoi stadi, continua a crescere numericamente ed è utilissima come bersaglio dell'odio che i media non si stancano di instillare ogni giorno in un pubblico sempre più povero e fornito di un numero sempre crescente di teste sempre più vuote.
Da
L'altra città, giornale delle periferie, ecco la lettera di una occupante dell'ex ospedale Luzzi, pugno in un occhio alla ricercata estetica paesaggistica ed umana della città-vetrina che si è deciso di cancellare dalla faccia della terra.

Il Luzzi era un ex Ospedale abbandonato, dimenticato da tutti, lasciato marcire in balia dell'incuria. Oggi è la nostra casa, siamo circa 350 persone, famiglie di diverse etnie, che dopo varie disavventure abbiamo deciso di garantirci un tetto. Il mercato degli affitti è inavvicinabile per chi vive con un solo stipendio ed ha dei bambini. Molti lavoriamo a nero, in una società che ci rifiuta ma pronta a sfruttarci come manodopera a basso costo. Da due anni abbiamo trovato una sorta di stabilità, ristrutturato gli spazi ed adibito ad abitazioni, alcuni di noi vivevano nei campi, altri in appartamenti sovraffollati. Ora abbiamo uno spazio vitale, un posto da identificare come casa e delle speranze da coltivare per i nostri figli che finalmente vanno a scuola. Il Luzzi è la nostra casa nell'attesa di tempi migliori in cui anche i poveri potranno averne una vera, convenzionale. La scelta di occupare è dettata da una mancanza di alternative possibili, il nostro appello è quello di comprendere le problematiche di una vita di stenti, che ci ha costretti a diventare abusivi, con la speranza che i diritti costituzionali, con cui molti si riempiono la bocca, non siano solo utopie per i deboli. Fra pochi giorni, il 30 Novembre il sindaco di Sesto Fiorentino, il comune a cui lo stabile appartiene, ha deciso di stroncare l'occupazione e la vita delle persone che ci abitano. Alle soglie di Natale, con il gelo che si fa sentire, senza proporre delle soluzioni l'unica certezza è che ci mandano via. Ci sono stati molti incontri con le istituzioni in passato, ora che lo sgombero è prossimo nessuno ci fa sapere nulla in merito. Non siamo delinquenti o un gruppo di violenti pronti a fronteggiare le forze dell'ordine ma donne e bambini, alcuni ammalati, senza più la forza di lottare per legittimare il nostro diritto ad esserci..
Immaginate una madre con figli piccoli, che non riesce a trovare lavoro, senza il supporto per l'asilo nido, che da due mesi, ogni notte arriva a letto e nonostante la stanchezza, non riesce a chiudere occhio. La mattina sorride ai figli come se niente fosse, per non fargli capire che presto saranno di nuovo per strada al freddo. Babbo Natale non arriverà neanche questa volta a bussare alla loro porta, che vogliono abbattere per assecondare i capricci di chi non ha problemi vitali. I bambini sono piccoli, non stupidi e già fanno molte domande su ciò che accadrà il 30 Novembre, ma non abbiamo risposte, non dipende da noi, forse non avevamo il diritto di diventare madri perché siamo povere?
Sappiamo amarli i nostri figli e prenderci cura di loro, ma non basta a dargli serenità perché chi è più forte ,da dietro una scrivania, gioca a risiko con le nostre teste. Non ha mai incontrato lo sguardo di uno dei nostri figli per rendersi conto di com'è cambiato dall'arrivo al Luzzi ad oggi.
Le conquiste per i loro futuro dipendono anche da voi sosteneteci, bloccate lo sgombero almeno finché non saremo in grado di avere un altro tetto. Non devono pagare i bambini le disavventure dei genitori e hanno il diritto di crescere senza essere ghettizzati, di studiare per costruirsi una speranza in questa società sempre più selettiva.
Parlate del Luzzi, venite a trovarci a conoscerci o semplicemente mettetevi nei nostri panni e fate sentire alle istituzioni che il popolo ha anche a cuore i problemi di chi sta peggio. Facciamo appello alla solidarietà che spesso è rivolta fuori dai confini del nostro paese ma scarseggia quando le tematiche sono locali. Non siamo scellerati e irresponsabili solo poveri e vorremmo il sostegno di altre persone comuni che conoscono le difficoltà di arrivare a fine mese. La propaganda del Sindaco Giannassi è quella di mettere poveri contro poveri, per avere appoggio e far sentire la gente privata di qualcosa, ma sestesi chiedetevi se veramente nuociamo alla vostra quotidianità o se per sentito dire dalla bocca di qualcuno che tutela solo i propri interessi.
Piuttosto che scacciarci come bestie, potremmo cooperare per negoziare delle soluzioni ai problemi che la nostra presenza comporta al sindaco, insieme riusciremmo a superarli ne sono certa. Il dialogo e la buona volontà non ci mancano, le alternative si ma non chiediamo alloggi privando altri che ne aspettano uno da anni solo collaborazione per il bene dei minori che vivono nel Luzzi.
Non posso esprimere ogni singolo pensiero dettato dall'ansia di questo brutto momento e spero di aver comunicato quanto possibile per incuriosirvi sulla nostra vicenda, l'unica cosa che rimane da fare è attendere il fatidico giorno.

*Una madre del Luzzi*