Gennaio 2009. Prosegue la propaganda elettorale perenne in cui si sono specializzati tutti i mass media. Tra merda vipparola e cronaca nera, nessuno incolpa più di niente né i politicanti, né le loro promesse elettorali costruite su una paura e su un odio fomentati senza alcun ritegno.

I tre vocaboli in oggetto sono, più che altro, un terzetto di slogan, tant'è che "sicurezza" e "libertà" imperano in tutti i messaggi pubblicitari degli ultimi anni. Allagare i media con qualunque ciancia li contenga tutti e tre (l'ordine non importa) ha consentito miracoli elettorali.
Dopo i miracoli elettorali arriva il difficile, ovverosia il non rispettare le promesse fatte agli elettori, cercando in questo di rimetterci il meno possibile in termini di credibilità, fedina penale e quattrini. L'operazione ha le sue difficoltà, anche in un contesto completamente privo di un'opposizione reale com'è quello rappresentato dallo stato che occupa la penisola italiana. Nonostante il cambio di governo centrale abbia provocato una vera e propria rivoluzione nel funzionamento dei meccanismi di attribuzione causale che operano nel mondo mediatico (l'esecutivo di un primo ministro sprezzantemente definito mortadella era ritenuto colpevole di tutto, dall'aumento della benzina alla guerra in Cecenia. L'esecutivo attualmente in carica non è mai colpevole di niente), tutta l'informazione ha continuato imperterrita a basare la propria produzione di ogni giorno su vacuità scandalistiche e sulla minuziosa descrizione di episodi efferati di cronaca nera. Probabilmente si deve arrivare a una conclusione elementare, a una conclusione tanto elementare che la sapevamo già da prima: se qualcuno ha deciso di svaligiarti la casa ti svaligia la casa, se qualcuno ha deciso di rubarti la macchina ti ruba la macchina, se qualcuno ha deciso di farti a pezzi ti fa a pezzi, e i Fini possono parlare bene quanto vogliono.
Il 24 gennaio 2009 una manifestazione di estrema destra indetta in una periferia romana in cui la frequenza degli episodi violenti continua ad essere in allegra proporzione inversa rispetto alla qualità della vita è stata l'occasione per un pomeriggio di caccia all'albanese. Sulla edizione on line del "Messaggero", qualcuno che abita nella zona e che evidentemente coltiva qualche rancore etnico-politico nei confronti di Gianni Alemanno e qualche altro rancore politico-calcistico nei confronti di Silvio Berlusconi, ha lasciato questo commento.


Ecco i risultati della politica del sindachetto, sicurezza zero e squardacce nere

Il sindaketto barese ha smantellato alcuni campi di profughi col risultato che adesso sono meno circoscritti, questa gente naturalmente non è sparita ma si è sparsa sul territorio circostante. Poi finita la demagogia elettorale resta l'incapacità a risolvere i problemi e si mandano le squadracce fasciste a fare più casino di prima, risultato: paese del terzo mondo. Solo in questo modo possono governare "i grandi statisti" comandati da Al Tappone, controllo totale dei mezzi di informazione, terrore, esercito in strada, una dittatura fascista! Dopo avere promesso più sicurezza, meno tasse, più ricchezza, i risultati li vediamo tutti i giorni: i ricchi sono più ricchi e i poveri più poveri, le chiacchere stanno a zero e di fronte alla probabile incazzatura degli elettori truffati (vedi Lampedusa) si prepara la dittatura. E pensare che lo psiconano si lamenta dei media: qualcuno ha sentito il gr1 di oggi nell'intervallo delle partite? Solo lui, solo lui, e si lamenta pure dei media. Oltre naturalmente all'ennesimo rigorino regalato alla squadra di sua poprietà, CHE SCHIFO!