Giugno 2009. La zona del mercato di San Lorenzo, vivacissima e animata, è migliorata in modo incommensurabile da quando, negli anni Ottanta del passato secolo, era uno spaventoso ricettacolo di eroinomani e di lavoratori del settore...

Una sera d'inizio giugno nella centralissima zona di San Lorenzo. Un quartiere pieno di gente per le strade e vivissimo a tutte le ore del giorno grazie ai mercati e ai molti, utilissimi, negozietti di alimentari e di prodotti etnici. I tempi in cui nel centro di Firenze era un problema comprare un po' di pane perché c'erano solamente negozi di stracci dai prezzi osceni paiono proprio finiti.
La cosa è servita, e serve, per la propaganda "occidentalista" che altro non ammette che la tetraggine cupa e la vita schifosa che sono le caratteristiche salienti della forma mentis del servitorame rancoroso che ha il preciso compito di plasmare.
Un quartiere intero popolato da una umanità varia, che lavora invece di vendere aria fritta a caro prezzo, con le strade usate come strade e le piazze come piazze? Intollerabile.
Qualunque diverbio avvenga in zona riempie giornalini per tre giorni, permettendo loro di statuire l'incombere d'i'ddegrado e la mancanza della sihurezza. La conclusione cui porta ogni riga di scritto, ogni fotogramma, ogni secondo di trasmissione è che mettendo la città in mano agli scarti d'"Occidente" che ne hanno alluvionato le strade di propaganda azzurrastra, si assisterebbe ad una taumaturgica sparizione d'i'ddegrado e ad un incremento della sihurezza. Sicuramente occuperebbero meno posto sulle gazzette, secondo un giochetto pre-elettorale tentato più volte negli ultimi decenni.
Ora, la presa dell'operazione sulla società fiorentina non sembra delle più incoraggianti.
L'immagine qui allegata, scattata di fretta in un affollatissimo vinaio (non wine-bar o altre lochéscion per indebitati, ma un vinaio vero e proprio) mostra come le potenzialità ed i "valori" dell'"occidentalismo" contemporaneo siano stati interiorizzati nella loro essenza. Peccato per i propagandisti.