Settembre 2009. Perdura sui mass media un canaio securitario cui inutilmente si ricorderebbe che non è in corso alcuna invasione islamica di un "Occidente" che si meriterebbe ben di peggio, e che ad esser stati militarmente aggrediti ed invasi da otto e sei anni rispettivamente sono invece territori di dar al'Islam compresi in due stati sovrani, mentre un terzo viene minacciato di bombardamento preventivo un giorno sì e l'altro anche.

Il 17 settembre 2009 un contingente militare mandato in Afghanistan dal governo dello stato che occupa -a che titolo lo faccia è sempre meno chiaro- la penisola italiana è stato colpito con una autobomba.
Nihil sub sole novum. La guerriglia, da anni, sta colpendo in questo modo i contingenti militari occupanti, sia in Afghanistan che nella Terra dei due Fiumi; quando l'evento riguarda soldati inglesi o yankee, da tempo i mass media di prima spettanza hanno derubricato il fatto ad ordinarissima amministrazione. L'effetto di questo tipo di imboscate è il più distruttivo che si possa immaginare perché incrementa nella popolazione civile la sensazione di poter rimanere vittima di attacchi repentini e, sostanzialmente, vanifica qualunque sforzo delle truppe occupanti di instaurare un simulacro di vita civile.

Sulla realtà afghana si sono raccontate per anni, e si continuano a raccontare, tonnellate di spudorate bugie. E' di questi giorni la diatriba sul voto per Karzai, da sempre soprannominato con realismo "il sindaco di Kabul", al quale avrebbe partecipato il quaranta per cento degli aventi diritto... che in circa il cinquanta per cento dei casi si sarebbe espresso per Karzai, un "presidente della Repubblica" incensatissimo dai mass media soprattutto per la sua eleganza nel vestire, e che conta sul suffragio effettivo del venti per cento degli aventi diritto al voto. Perfino Najibullah, che fu abbandonato a suo tempo al suo destino, godeva di maggiore considerazione e di maggiore appoggio. In quest'occasione alcuni osservatori avrebbero espresso dubbi, immediatamente passati sotto cenere, verso almeno un milione di suffragi; se la stessa cosa fosse successa nella Repubblica Islamica dell'Iran, la cosa avrebbe prodotto intromissorie dichiarazioni da parte di mezzo mondo.
Otto anni di occupazione "occidentale" in Afghanistan non hanno prodotto alcun miglioramento né dell'osannata "sicurezza" né nelle condizioni di vita degli abitanti in una regione che resisté ad Alessandro Magno e che cacciò gli inglesi. E che i sovietici non riuscirono a dominare nonostante i loro metodi ed il loro numero.
Anche stavolta, delirio retorico, irto di quelle punte di rara repellenza di cui sono capaci, da anni, i degnissimi rappresentanti di un corpo elettorale finalmente ridotto ad un aggregato ebete, cattivo, incompetente e cialtrone. L'autoreferenzialità di mass media e marmaglia con la cravatta ricorderà per una settimana buona ai sudditi la spaventosa ed inevitabile ovvietà del fatto che in guerra si muore.
Sveglia, Ignazio. Gli infami aggressori ti hanno già fermato. Da anni, non da oggi.

Nella foto, tratta da gossip.it, Ignazio La Russa in trincea nella provincia di Helmand, reduce da un turno di guardia di notte sotto il fuoco tambureggiante dell'artiglieria avversaria.
Il soggetto a sinistra nella foto è perfettamente rappresentativo degli unici campi di battaglia in cui l'"occidentalista" contemporaneo medio dimostra di saper agire con efficienza.