Nell'ottobre 2009 Prato è diventata il laboratorio toscano della politicanza "occidentalista", assecondando linee di involuzione già ampiamente presenti da un bel po' di tempo. La particolarità della situazione sta nel fatto che Aldo Milone, ex gendarme ed inventore di una lista civica basata sui soliti temi, deve fare a gara a chi reprime di più con una pattuglia leghista altrettanto ferrata nelle nobili materie della galera e della tutela di sedicenti salotti buoni. I risultati spesso sconfinano in quella palude in cui il ridicolo si mescola allo spregevole, come meglio spiegato qui sotto.


Prato, ottobre 2009.
Alcuni camper in sosta. Un oltraggio per la
sihurezza, un incremento a i'ddegrado.

Di Aldo Milone abbiamo già avuto modo di parlare tempo fa, commentando una sua asserzione riportata da "La Nazione", inqualificabile gazzetta toscana a troppo ampia diffusione e a troppo lunga vita e sua socia nella Prào Sihurezzatex S.p.A.
Come molti dei nostri lettori sanno, Aldo Milone è assessore alla guerra preventiva e alla democrazia da esportazione alla sihurezza in quel di Prato, città il cui impressionante e rapidissimo declino economico e civile è ormai noto a livello continentale. Dopo sessanta e passa anni di giunte comunali sedicenti rosse, il continuo battage gazzettiero privo di qualunque contraddittorio è riuscito a caricare oltremisura le tinte di una realtà sicuramente poco incoraggiante, presentandola ad arte in modo che le responsabilità di uno stato di cose prevedibile e previsto, prodotto della amplissima condivisione autoctona di comportamenti da altri efficacemente descritti, fosse fatto ricadere dal corpo elettorale su una serie di ben costruiti capri espiatori.
La Prato libera e sihura è diventata terreno d'azione per l'"occidentalismo" più pedestre e repellente, in cui fa la sua parte anche una Lega Nord che, a Prato come altrove, appena conquistata la dose di poltroncine cui aspirava ha fatto svaporare le cacce al terrone e la secessione rivoluzionaria. Per un politicante "occidentalista" e per i suoi lacché non esiste cosa peggiore che non corrispondere all'agghiacciante cliché per il quale sono i politicanti stessi a decidere le regole. Nell'ottobre 2009 il Nemico del Giorno è rappresentato da un gruppo di camperisti colpevoli di usare i camper come camper ed i parcheggi pubblici come parcheggi pubblici. Fine della non-questione, in un contesto sociale e politico meno forsennato ed ebete del presente.
Un giornale on line specializzato in vicende di Prato e provincia ha invece dato la non-notizia avvalendosi della foto scattata da un suo lettore, di cui viene lodato l'intento delatorio; una lode ripetuta poi da Milone stesso in un altro articolo in cui l'assessore offre uno spettacolo penoso come quello di un carnefice rimasto troppo presto senza vittime. Secondo Aldo Milone, “Purtroppo questo dei camper è un problema che con le normative attuali è difficile da risolvere. Si tratta, infatti, di cittadini italiani, alcuni addirittura con la residenza a Prato. L’unica azione efficace che possiamo fare è quella di stargli con il fiato sul collo, in modo da convincerli a cambiare aria. Per questo sono molto utili le segnalazioni che arrivano dai cittadini, che sono i primi sensori della sicurezza e della legalità sul territorio”.
Traduzione: "Purtroppo lo stato che occupa la penisola italiana non ha ancora legiferato acciocché i valori del Bello, del Buono e del Vero da noi incarnati possano affermarsi schiacciando poveri, brutte facce e non conformi di ogni sorta appena osano palesarsi all'orizzonte. Guardate come siamo ridotti: questo gruppo con i camper lo abbiamo letteralmente passato al pettine fitto e non abbiamo trovato alcunché da contestargli: non erano nemmeno cinesi o mussurmani. Però siccome ci stanno antipatici per partito preso, mi raccomando, o sudditi: sotto con le macchine fotografiche e avanti tutta con le delazioni".
La pratica delatoria non ha portato molta fortuna al piddì con la elle fiorentino: la sede di piazza Pier Vettori che l'aveva promossa durante l'ultima campagna elettorale ha chiuso bottega qualche settimana fa nell'indifferenza generale.
Qui, invece, è chiaro che la voglia era quella di mandargli un centinaio di tizi in mimetica con gli AR70 e le MG a spiegargli come si sta al mondo, ma stante quel malaugurato buco legislativo non se n'è potuto far di niente, mandando a farsi benedire tutti gli sforzi propagandistici fatti per pubblicizzare la salvifica presenza militare in quel di Prato.
Al mondo esistono comunque contesti più normali ed assennati, come quello rappresentato dalla Repubblica Bolivariana del Venezuela; a Caracas il presidente coltiva il proprio consenso non inventandosi un'emergenza al giorno di cui incolpare gli avversari poolitici, ma mettendo l'esercito a costruire case per i senzatetto. Se i politicanti che scaldano poltrone istituzionali nello stato che occupa la penisola italiana vogliono proprio utilizzare le sterminate e sostanzialmente inutili forze armate di cui dispongono, invece di prospettarne l'impiego contro i bersagli indicati dalle loro vomitevoli campagne elettorali, le mettano a svolgere compiti utili, tipo l'occuparsi di lavori fermi da decenni, autentica presa in giro del concetto stesso di opera pubblica. L'esempio più prossimo? I lavori per la terza corsia del tratto fiorentino dell'Autostrada del Sole vanno avanti da più di sei anni senza che si sia ancora arrivati a nulla; di questo passo entreranno nella leggenda, come la Salerno - Reggio Calabria.
I Milone, in altre parole, dovrebbero trarre insegnamento da realtà sociali più consapevoli e più degne, come quella di una Repubblica del Tagikistan in cui l'allargamento e l'asfaltatura della via che unisce Dušanbe alla regione del Pamir vengono condotti in modo non solo più rapido e da una forza lavoro commisurata all'opera da compiere, ma per quanto è dato constatare anche operando in modo più efficiente e più responsabile.
I Milone potrebbero proporre l'uso dei tanti, troppi e inutili militari in circolazione per effettuare i controlli aeroportuali, come si fa da sempre in realtà più concrete -a Tehran i pasdaran svolgono anche questo compito- levando di mezzo un po' di società private.
Che nello stato che occupa la penisola italiana esista qualcuno seriamente intenzionato ad occuparsi del pubblico interesse stracciando un po' di furti legalizzati e di prese di giro istituzionali sottoforma di gare d'appalto è, ovviamente, pura utopia. Si fa prima a rifarsela con chi non corrisponde a criteri estetici e di reddito sempre più fuori dalla realtà ogni giorno che passa; ci si vincono perfino le elezioni.