Nel novembre e dicembre del 2009 si assiste ad un risibile tentativo "occidentalista" di sporcare anche la città di Firenze, imponendo nelle sue piazze la presenza della solita propaganda.
Nello stesso periodo un certo Razzanelli, eletto in Consiglio Comunale con una lista civica, passa armi e bagagli alla Lega Nord. Una mossa non inaspettata se consideriamo che la battaglia anti-tramvia di questo signore, una faccenda a cui deve per intero la propria esistenza come micropolitico cittadino, a suo tempo si è avvalsa di una propaganda in perfetto stile leghista, dagli zero contenuti e dalle asserzioni urlate.
Non c'è bisogno di specificare che la nostra posizione sul problema specifico è diametralmente opposta a quella di Razzanelli, anche perché in contesti urbani più civili, come quello di Istanbul, l'integrazione delle linee tramviarie in sede specifica con i monumenti ed i percorsi esistenti è avvenuta con ottimi risultati.


Non tutti sono tenuti a sapere chi è Claudio Morganti; diciamo pure che si vive benissimo senza sapere chi sia.
Eppure, per certe gazzette "occidentaliste" si tratta di un personaggio di importanza fondamentale: nientemeno che un pratese, innanzitutto.
Poi è anche scaldapoltrone europeo per la Lega Nord.
Prato non è soltanto la capitale di un distretto tessile mangiato vivo dalla crisi economica. Da qualche mese è anche, e soprattutto, il laboratorio politico dove l'"occidentalismo" toscano può finalmente sfogare la propria foia repressiva; secondo quanto riportano le gazzette, sembra che la giunta comunale, in cui gli "occidentalisti" sono presenti in gran numero, trascorra emanando divieti i quattro quinti del tempo a sua disposizione; d'altronde per quello e non per altro è stata eletta, dunque non si può certo rimproverarla di non tenere fede a promesse elettorali di tanto facile realizzazione.
Claudio Morganti è comunque un caso a parte. A metà novembre un corteo indetto per richiamare l'attenzione sull'arroganza omicida dei sionisti e sulle disperate condizioni della popolazione palestinese indusse la gendarmeria a far levare le tende, in serata, ad un banco di "informazione" collocato in piazza della Repubblica; a metà novembre 2009 un "partito" che incassa ogni giorno l'aperta disistima delle gerarchie ecclesiastiche stava infatti conducendo una battaglia a favore di un simbolo sacro cristiano, passata in secondo piano meno di un mese dopo.
In quell'occasione Claudio Morganti emise un comunicato stampa prontamente ripreso dalle gazzette, nel quale affermava perentorio: “Trovo scandaloso mettere a rischio l'incolumità dei cittadini permettendo queste manifestazioni in pieno centro alla presenza di giostre per bambini, banchini della Croce Rossa e centinaia di persone”. Chiudeva assicurando che, non bastando frignare con i gazzettieri, sarebbe andato a frignare anche dalla gendarmeria.
Cosa si capisce da un comunicato del genere? Che le manifestazioni non servono certo a denunciare uno stato di cose intollerabile o l'impoverimento anche etico che si sta mangiando via il tessuto sociale, ma per mettere in pericolo i bambini che vanno sulle giostre.
Ad essere scandalosa, a nostro avviso, è la libertà di ciarla di cui godono individui del genere: se non trovassero sponda ogni giorno nella abietta pornografia che chiamano "informazione quotidiana", verrebbero restituiti all'istante alla dimensione, irritante ma quasi innocua, di ciarlatori da Bar Sport.
L'affermazione di Claudio Morganti è menzognera prima e ancora che offensiva: anche questo non deve stupire perché le menzogne e le offese sono parte essenziale di una pratica politica, quella "occidentalista", che ha altri punti cardine nella malafede e nell'incompetenza. A suo tempo, ovviamente, non ci facemmo sfuggire la gazzetta che maggiormente vi insisteva e trattammo la questione con la sprezzante sufficienza che meritava.
Dal momento che non è nostra abitudine farci tagliare i panni addosso da uno che porta la cravatta, dai commensali con cui se la fa -specie se donne-, e dai gazzettieri che gli tengono bordone, ci siamo ripromessi di verificare alcune cose alla prima occasione favorevole, che è capitata a metà dicembre in occasione di una manifestazione indetta per i quarant'anni dalla strage di Piazza Fontana.
La prima è che il corteo ha seguito più o meno lo stesso percorso di tutti gli altri, il che indica in qual conto le bizze di Claudio Morganti siano state tenute da gendarmi ed organizzatori.
La seconda è l'ottima convivenza tra bambini (molti dei quali presenti al corteo) giostre e manifestanti: le manifestazioni, a Firenze, passano regolarmente da decenni per quel centro storico che gli "occidentalisti" vorrebbero riservato ad una sedicente ed autoreferenziale élite.
La terza è una cosa che aiuterà ad inquadrare ancora meglio le asserzioni "occidentaliste" nella vomitevole repellenza che è loro propria; impossibile che ispirino altre reazioni in chiunque conservi un minimo di rispetto per se stesso.
Il percorso del corteo ha attraversato piazza Indipendenza.
In piazza Indipendenza, ogni anno a dicembre, il Beit Chabad o chi per esso fa sistemare una chanukiah. Il corteo era formato da migliaia di partecipanti pesantemente critici -e con buone ragioni- nei confronti del sionismo, con particolare riguardo alla sua versione mangiona e salottiera la cui moda è stata lanciata e condivisa da fancazzisti ben vestiti e gazzettieri obesi. Bene: tutti sono sfilati accanto alla chanukiah, che è rimasta intatta al suo posto. Ci dispiace per i sionisti di complemento e per i politicanti d'accatto.