Per l'inizio di febbraio 2011 il pugno di "occidentalisti" giovanili di Firenze, cui l'"occidentalismo" peninsulare delega il compito di rappresentare le proprie spregevoli istanze in un territorio che si ostina a rimanerne relativamente impermeabile, attende di essere passato in rassegna. E ne approfitta nell'unico modo possibile, ossia incrementando il generale disprezzo di cui già gode per proprio conto. L'articolo dà conto anche delle spassose conseguenze che l'incompetenza che questi inutili giovinastri ostentano anche nel settore informatico può a volte comportare.
La prima immagine è una rielaborazione, volutamente e deliberatamente offensiva, di una campagna pubblicitaria "occidentalista".


Il 5 febbraio 2011 si attendono a Firenze alcuni esponenti di presunto spicco dell'"occidentalismo" peninsulare, per l'annuale rassegna della servitù.
I sottesi dell'operazione, che è partitica, mediatica e (ovviamente) menzognera, abbiamo già avuto modo di illustrarli con completezza lo scorso anno. Alla base di questa operazione propagandistica c'è la scotomizzazione di un evento storico di importanza più che trascurabile, che a suo tempo rappresentò l'ovvia e minima conseguenza di quello che può succedere a chi perde una guerra d'aggressione.
Le fortune "occidentaliste" in questo senso non hanno affatto cambiato di segno, come attesta la pazzesca esperienza afghana tutt'ora in corso i cui aggiornamenti arrivano ai sudditi con il contagocce, per lo più in occasione di funerali di stato.
Per le "perdite collaterali" afghane nessuno si cura di divulgare statistiche.
Dei dettagli della giornata si sarebbe fatta carico Casaggì Firenze, l'organizzazione giovanile "occidentalista" che da anni ci facciamo un piacere di additare al disprezzo dei nostri lettori. Il materiale propagandistico da essa diffuso -con metodi che le sono valse il biasimo infastidito dei fiorentini ed una esplicita rampogna in sede istituzionale, per tacere degli aspetti più monetizzabili della questione- promette la presenza di una certa Giorgia Meloni. Questa Giorgia Meloni avrebbe a che fare con il "governo" dello stato che occupa la penisola italiana, nel quale ricoprirebbe l'ininfluente incarico di "ministro della gioventù". Sul gazzettame governativo il nome di Giorgia Meloni ricorre in lettere-editoriali che suonano più che altro come ovvie confessioni di assoluta impotenza. E questo senza neppure leggere tra le righe.
Il fondatore del "partito" di cui questi individui sono a servizio ha dimostrato di avere idee chiarissime sul rapporto tra i giovani ed il potere politico.
Soprattutto sul rapporto tra le giovani ed il potere politico.
Questo autorizza a considerare chi trascorre una notte a Villa San Martino e chi passa una giornata a volantinare per quel "partito" come degni della stessa considerazione e dello stesso rispetto.
All'incolore Meloni si deve uno spot propagandistico irritante prima ed ancora che inutile, da cui proviene l'immagine in alto. Ci siamo concessi la libertà di un lieve e veridico ritocco.
Ma non basta, perché l'immagine scelta esprime bene, come tutto il resto, la weltanschauung "occidentalista".
I nostri lettori hanno avuto spesso occasione di notare come, a nostro avviso, la categorizzazione del reale negli "occidentalisti" avvenga secondo repertori di strategie cognitive caratterizzati da una assoluta povertà. Tra tutte domina quella del pallonaio.
O del pallone.
O dei pallonieri.
Questo significa che non esiste alcun concetto che un "occidentalista" non provi a ridurre ad un "noi contro di loro" rigidamente dicotomico: quello che fa uno yankee di complemento col berretto all'incontrario, ogni volta che sperpera il suo denaro per vedere, alla televisione o al pallonaio, atleti da allevamento che muovono qua e là con i piedi un arnese rotondo in mezzo ad un prato. E che così facendo guadagnano mille volte più di lui.
L'immagine della propaganda mostra dunque un tizio col viso dipinto di verde, bianco e rosso, come quelli che vanno al pallonaio. Il "ministro della gioventù" dev'essere consapevole del grado di involuzione raggiunto dai sudditi, a stragrande maggioranza finalmente incapaci di concepire alcunché di diverso, e si è adeguato.
Coerentemente, il "corteo" (o meglio, la passeggiatina tra amici) del 5 febbraio dovrebbe avere inizio in Piazza Savonarola. La scelta è coerente per due motivi, entrambi attestanti il livello di involuzione su accennato.
Il primo è che Piazza Savonarola, storicamente, è stata per decenni sede del più importante gruppo palloniero di Firenze, noto nel settore per il colore viola e per pochi altri motivi.
Il secondo è che Piazza Savonarola è da qualche anno il ritrovo della gioventù "occidentalista" più consapevole delle proprie potenzialità, che di solito si concretizzano nell'ostentazione di atteggiamenti scimmieschi e nella propensione ad aggressioni fisiche fini a se stesse, che spiccano per viltà ed abiezione.
La "gioventù" di cui il "ministro" dovrebbe occuparsi dovrebbe corrispondere alla prima nata e cresciuta frequentando le scuole organizzate secondo i principi pedagogici "Inglese, Internet, Impresa" che caratterizzarono una decina di anni fa la propaganda "occidentalista".
Lasciamo da parte la conoscenza della lingua inglese. E non perché sia lecito coltivare illusioni in proposito.
Concentriamoci meglio sui risultati di tanto internet, che per i giovani "occidentalisti", non devono essere gran che. La screenshot in basso è stata presa il 28 gennaio 2011 dal blog di Casaggì Firenze.

Il testo dell'immagine a sfondo nero dice:
"I curatori di queste pagine sono talmente pigri e cialtroni da aver preferito fare uno hotlink da un'immagine invece di copiarla. Questo è quello che succede se l'immagine cambia: che tutti possono apprezzare la cialtroneria dei neanchepiùfascisti di Firenze.
1) Raccontate caterve di menzogne.
2) Vi lasciate dietro una scia di scritte, carte e sporco perfetta espressione del vostro "governo".
3) Università: a parlare di "meritocrazia" c'è una gang di fancazzisti incapaci di laurearsi in quindici anni.
Bella la vita, eh?
Qui si LAVORA, cari mangiaspaghetti; vedete di piantarla, che avete disgustato tutta Firenze!"
Un modo un po' strano di fare propaganda, anche se nulla deve stupire, visti i soggetti di cui stiamo trattando.
L'articolo cui fa capo l'immagine riferisce che Achille Totaro non ha gradito un'iniziativa perpetrata da un centro sociale fiorentino dei più longevi e dei più attivi. Una rapida indagine appura il fatto che si trattava della presentazione di un libro, di cui il debordante "occidentalista" su nominato non aveva gradito la copertina. Il fatto che abbia parlato di un libro non consente di attribuirgli alcuna competenza degna di nota nel campo della lettura. Il fatto che l'invettiva leggibile sul blog di Casaggì parlasse di hotlink consente invece di ricostruire quello che può essere successo.
Obbediente, l'amministratore del blog ha riportato il comunicato stampa di quel tizio. E per far prima ha fatto uno hotlink dall'articolo che presentava l'iniziativa.
Qualcuno, al Centro Popolare Autogestito di Firenze Sud, se n'è accorto.
Ed ha cambiato l'immagine, col risultato che si vede.

Qualche tempo dopo la cosa si dev'essere ripetuta, perché Casaggì Firenze correda un menzognero comunicato stampa pro domo sua con la dichiarazione illustrata qui, francamente sorprendente per realismo ed autoconsapevolezza.

Questo il testo.
"Noi siamo Casaggì di Firenze. Una masnada di buoni a nulla in servizio permanente effettivo!
Il terrore della colla da parati. Il flagello delle mesticherie. L'incubo delle pennellesse!
Le nostre attività politiche:
1) Spargimento di menzogne.
2) Imbrattamento di muri e arredi urbani.
3) Fancazzaggio universitario pluridecennale.
Siamo una disperante conventicola di veri spaventagalline. La nostra virile incompetenza si estende maschia a tutti i campi dello scibile!
Non ci credete? Avete sotto gli occhi la prova di quanto ne sappiamo di informatica e web: questa bella presa in giro è il risultato di uno hotlink da cialtroni fatto da noi!
Cu noi este Domnezeu! Nimic in lume nu-i mai sfant!"
Che le cose siano andate come nel primo caso è l'eventualità più probabile, con due slogan tipici del nazionalismo rumeno -caro da quelle parti- ad aggiungere del sale alla presa in giro.

Nella giornata in cui abbiamo riscontrato tutto questo, il blog di Casaggì ha ricevuto il triplo delle visite che riceve di solito.
E' probabile che non si sia mai vista tanta gente interessata a Pierre Drieu la Rochelle o a Robert Brasillach come in quel giorno di fine gennaio.
L'impresa? Una disoccupazione giovanile diventata praticamente motivo d'orgoglio.
E con individui del genere gabellati per campioni -nel senso che il vocabolo ha al pallonaio, perché nel senso che esso ha in scienze statistiche non si può negare che elementi del genere siano rappresentativi- ci sarebbe veramente da stupirsi se così non fosse.