All'inizio del 2011 l'assetto geopolitico del nord Africa viene scosso da un'ondata di proteste popolari che nessun gazzettista aveva messo in conto, per non parlare dei politici peninsulari, fino al momento prima intenti a trescare con quelli che sono stati raffigurati come "regimi" e "dittatori" sul giornalame del giorno successivo. Quanto succede è comunque sufficiente perché i gazzettisti diano per spacciata la Repubblica Islamica dell'Iran.
Lo fanno da trentadue anni.




"Un musulmano era un uomo o una donna che aveva fatto atto di sottomissione, per tutti gli aspetti della propria esistenza, ad Allah ed al suo precetto secondo il quale tutti gli uomini dovevano comportarsi gli uni con gli altri secondo giustizia, equità e compassione.
L’aspetto radicale dell’Islam stava dunque nel dovere di costruire una comunità in cui uomini e donne si comportassero con empatia e con rispetto verso gli altri, qualunque fosse la loro posizione sociale, ed in cui vi fosse un’equa ripartizione delle ricchezze. Con Islam, in altre parole, si indicava l’esperienza della vita quotidiana in una società così conformata. Si trattava quindi di una rivoluzionaria concezione sociale e politica dei tempi a venire, con implicazioni di vasta portata. I musulmani sono obbligati a lottare attivamente e quotidianamente per la giustizia, per il rispetto nei confronti dell’essere umano e per la compassione.
Al centro della Rivoluzione Islamica sta il rifiorire di questo radicale messaggio di giustizia sociale".

Alastair Crooke, Resistance, the essence of the Islamist Revolution.