I profondi ed ostinati demeriti del "Quotidiano Nazionale" non costituiscono affatto una novità: la testata tuttavia non cessa mai di sorprendere, né tantomeno di partorire quegli autentici capi d'opera che i nostri lettori conoscono bene da anni.
L'uccisione di Osama Bin Laden -in questa sede i complottismi non piacciono, diamo dunque per buona la "versione ufficiale"- è stata accolta a Firenze con assoluta indifferenza. In città come altrove fanno eccezione soltanto mass media abbrutiti ed accecati dall'autoreferenzialità e relativo politicame committente.
Il "Quotidiano Nazionale", di cui "La Nazione" rappresenta la bottega toscana, si avvale dunque delle preziose competenze di un certo Giuseppe Tassi.
Il blitz della Cia riaccende l'orgoglio americano, il signore del male annientato senza guerre.
Dal momento che non ci interessa attirarci addosso un'accusa di terrorismo, che è quella che di solito gratifica chi mette i dubbio le asserzioni dei gazzettieri, plaudiamo all'assennatezza ed all'obiettività del Quotidiano Nazionale, e della profonda ed obiettiva erudizione del suo vicedirettore.
Ne consegue che nessuno ha mai contattato Musharraf minacciandolo di riportare il Pakistan all'età della pietra.
Nessuno ha aggredito l'Afghanistan, e tanto meno un paese già in ginocchio come l'Iraq.
Nessuno si è giovato del perenne clima di ostilità e di demonizzazione costruito dai mass media nei confronti delle manifestazioni anche minime di dissenso politico e sociale.
L'elenco delle considerazioni sarcastiche potrebbe essere lungo a piacimento. Ma dal momento che Giuseppe Tassi ha ragione, è probabile che ad aver avuto per tutti gli ultimi dieci anni un rapporto per lo meno strano con il principio di realtà siano stati i suoi pochi detrattori.
Soprattutto, il "Quotidiano Nazionale" non potrebbe trovare penne meglio rappresentative.