Nella tarda primavera del 2011 lo stato che occupa la penisola italiana si trova impelagato anche nella maramaldesca aggressione all'alleato di ieri. Basta farlo notare a qualcuno dell'apparato governativo per ottenerne reazioni stizzite.


Mu'ammar Abū Minyar al-Qadhdhāfī ricevuto con tutti gli onori nel settembre 2010.
Quello accanto è uno che farebbe il "Ministro degli Esteri" per lo stato che occupa la penisola italiana.


"Stai offendendo quelli che hanno difeso te dalla minaccia del terrorismo. Perchè quando Osama bin Laden vuole colpire in casa tua prima o poi arriva a colpire".
Questo capolavoro di logica è uscito dalla bocca di Franco Frattini, messo letteralmente con le spalle al muro da una microscopica contestazione studentesca. Pare che gli abbiano detto che degli sperperi per le missioni militari nessuno vuole saperne e che se qualcuno ci rimette le penne per avere tentato di insegnare agli altri come si sta al mondo sono soltanto affari suoi.
Il fatto che basti qualche fischio per far perdere la calma a uno con la cravatta che pare appena uscito di casa per andare al ristorante la dice lunga sia sulla sua autorevolezza, sia sul suo prestigio. I suoi padroni hanno statuito (tra l'altro nemmeno per la prima volta) che Osama bin Laden è stato ucciso il primo maggio 2011, ma è probabile che nella gerarchia della servitù costui abbia una posizione tale da non essere ritenuto meritevole nemmeno di essere messo al corrente di eventi di questa portata.
L'altra possibilità è che tra i miracoli da millantare in questa carnevalesca campagna elettorale permanente ci sia una eventuale resurrezione dell'ingegnere civile saudita noto per la pacatezza dell'eloquio e la modestia del vestire...