Firenze. Anche a giugno 2011 decine di manifesti dalla pessima grafica e dall'ancor più inefficace contenuto
lordano uno degli ingressi alla città.


Firenze. Nella primavera e nell'estate del 2011 l'imperversare delle formazioni politiche "occidentaliste" e della loro propaganda ha subìto, in tutta la penisola italiana, una sensibile battuta d'arresto.
Alla doppia débacle elettorale si è affiancata una brusca caduta di credibilità piuttosto sorprendente, stante il dominio incontrastato del mainstream su cui la propaganda politica "occidentalista" può contare.
Nella pratica corrente, tutto questo si è tradotto in un palpabile scollamento tra il piano mediatico e propagandistico, in cui l'"occidentalismo" continua a celebrare i propri rituali autoreferenziali come se nulla fosse, ed il piano della realtà. Sul piano della realtà le cose si sono fatte difficili al punto che il politicame "occidentalista" di qualunque livello dal simpatizzante in su può contare a Firenze sulla certezza di suscitare nei presenti reazioni comprese tra lo scostante e il disgustato se solo si azzarda ad abbandonare i pochi contesti, che è necessario guardare a vista, in cui la sua presenza viene tollerata. In altre parole, e per una volta secondo le regole di quella logica e di quella giustizia secondo le quali ognuno ha quello che si merita, l'"occidentalismo" fiorentino sopravvive lontano dal rabbioso disprezzo che ne accoglie l'operato soltanto in qualche salone per banchetti, al pallonaio ed in alcuni sottoscala.
In questa situazione, orgoglio e strategia vorrebbero che ci si trattenesse per lo meno dal dare pubblica testimonianza delle condizioni cui si è ridotti per propria esclusiva colpa, a pagare lo scotto di anni interi trascorsi ad abbracciare e propagandare meschinità, cattiverie spicciole, ripicche, bassezze, castronerie, oscenità, menzogne, lepidezze, viltà e propositi molto oltre i limiti di una scoperta e deliberata disumanità, ostentata come se fosse un ulteriore merito.
Tre giovani commensali "occidentalisti" invece hanno pensato che un comunicato stampa ad uso del gazzettaio amico non ci stesse troppo male: in fondo, l'attività politica dell'"occidentalista" consiste essenzialmente, ed in qualche caso esclusivamente, nel produrre comunicati stampa immediatamente recepiti e diffusi da chi professionalmente si incarica di caricarne ulteriormente i toni.
Stavolta qualcosa non deve avere funzionato come al solito: il comunicato è del ventisette giugno ed il giorno successivo la più amica delle gazzette, quel "Giornale della Toscana" capace di infarcire di invettive contro gli attivisti politici che occupano un'aula universitaria tutto lo spazio in cui non ciancia di pallonate e pallonieri, ha ignorato la questione.
Il che è strano perché Marco Scatarzi, Alessandro Draghi e Francesco Torselli denunciano una sequela ininterrotta di aggressioni a sfondo politico, e al "Giornale della Toscana" di solito è sufficiente una scritta su un muro che non tratti di pallone e di pallonaio per almeno una settimana di ciarle.
A sentir loro Scatarzi, Draghi e Torselli sarebbero rimasti da soli a tenere il forte, in un ambiente deliberatamente ostile in cui abbondano individui e gruppi abitualmente propensi a passare a vie di fatto nella compiacenza generale. Considerazioni che stridono non poco con il trionfalismo ostentato in altre sedi, a partire dal Libro dei Ceffi: un indizio come un altro del baratro che divide la realtà dalle costruzioni mediatiche. In altre parole, i tre giovani "occidentalisti" sono arrivati, e ci hanno messo anni, a constatare che le campagne notturne di attacchinaggio non sono affatto un sinonimo di "controllo del territorio" e che a Firenze l'attività politica delle loro organizzazioni si è tradotta, oltre che in qualche poltrona da scaldare, anche e soprattutto in una scoperta e diffusa impopolarità.
Di qui il timore di essere letteralmente con le spalle al muro.
In un clima tanto invivibile, "Il Giornale della Toscana" ignora il comunicato, o almeno questo è quello che fa in prima istanza. Strano, ma solo apparentemente.
Il comunicato stampa riporta le considerazioni che seguono; una lettura accurata del testo permette di formulare una ipotesi.
Vogliamo denunciare il silenzio degli organi di informazione, che ci riservano le prime pagine solo quando esiste la remota possibilità di poterci dipingere come il “male assoluto”.
La realtà e le asserzioni "occidentaliste" hanno tra loro quel rapporto labile (o inesistente) in questa sede spesso illustrato: ne consegue naturalmente che i giovani "occidentalisti" fiorentini ricevono da anni ben altro trattamento da parte delle redazioni cittadine rispetto a quello di cui si lamentano. Ma andiamo avanti.
Ed infine vogliamo denunciare l'indifferenza dei politicanti che non proferiscono parola perché difenderci sarebbe demodé e quella dei tanti che ci incoraggiano, ma poi restano sul divano di casa a guardarsi l’ultimo reality nel loro megaschermo al plasma.
E qui stanno, con ogni probabilità, le ragioni per cui la questione è passata in sordina. "Guardarsi l'ultimo reality" nei megaschermi al plasma è una delle poche attività umane che le gazzette "occidentaliste" non siano solite derubricare a terrorismo, insieme al mangiare maccheroni, al frequentare prostitute e al consultare riviste pornografiche. In certe sedi si tratta anzi di uno dei modi di sperperare anche il proprio tempo considerato tra i più lodevoli: criticarlo significa toccare interessi precisi e fondamentali. Su questi interessi l'"occidentalismo" peninsulare, e segnatamente il suo partito più rappresentativo, hanno costruito per intero la loro fortuna e non è tollerabile che contro di essi e contro i comportamenti da essi incentivati si levi la minima critica.
C'è da chiedersi se Draghi, Scatarzi e Torselli abbiano idea di con che cosa hanno a che fare. Tutto porterebbe ad escluderlo, ovviamente e come sempre.


Post scriptum. In questo periodo gli "occidentalisti" fiorentini stanno adoperandosi, sempre nell'assoluto disprezzo di chi abbia un minimo di rispetto di sé, contro la "moschea di Firenze".
Di quali competenze possa avvalersi il loro "islam moderato" abbiamo già detto. Questo Souad Sbai del PDL riceve un invito dalla polizia postale indicherà invece agli interessati come passano il tempo gli "esempi di integrazione" tanto cari ai politici "occidentalisti" da sedere per legislature intere nelle più alte assemblee rappresentative.