Diyarbakir. La moschea Behram paşa.

La fine dell'estate 2011 presenta agli "occidentalisti" della penisola italiana pochi spunti utilizzabili. Il caso è grave, perché le fabbriche di menzogne necessarie al mantenimento del consenso ed alla sistematica criminalizzazione di qualsiasi cosa possa ricordare comportamenti competenti o responsabili rischiano di rimanere senza combustibile. In un contesto in cui perfino il pallone, il pallonaio e le pallonate stanno segnando il passo la committenza "occidentalista" è costretta a dilatare tempi, rivangare vicende, ingigantire dettagli ed insistere il più a lungo possibile su issues che condividono una assoluta trascurabilità.
La fortuna elettorale "occidentalista" non può certo basarsi sulle qualità dell'elettorato passivo: perfino un agone politico giunto ai livelli di sporco anche morale cui è giunto quello peninsulare può avere qualche problema a trovare posto per tanti buoni a nulla capaci soltanto di ingrassare e di indossare cravatte. In questa sede non si è persa occasione per illustrare nel dettaglio, e con numerosissimi esempi pratici, in che modo a surrogare le competenze mancanti insista da almeno un decennio una deliberata e quotidiana opera di saturazione mediatica, prontissima a tutto pur di mantenere sulla vita pubblica la cappa di paura e di odio a cui l'"occidentalismo" deve per intero la propria fortuna politica.
Nel contesto specifico di Firenze la pochezza e l'irrilevanza della politica "occidentalista", cui si accompagna la spassosa incompetenza dimostrata da un anno all'altro dall'elettorato passivo che la rappresenta, hanno costretto i micropolitici "occidentalisti" che scaldano le poltrone degli organi elettivi ad organizzare veri e propri turni per emettere comunicati stampa, in modo da non essere costretti a litigare per lo scarso materiale disponibile.
Un po' come quando si devono distribuire delle merendine in un qualunque doposcuola.
Nel caso pratico in esame stavolta il materiale disponibile è dato dalla "moschea di Firenze", mentre i turnisti sono stati rappresentati dai microoccidentalisti "universitari" Andrea Badò e Tommaso Villa in servizio all'inizio di agosto, e dai microoccidentalisti "comunali" Marco Stella e Stefano Alessandri in servizio alla fine dello stesso mese.
Del primo turno si è già trattato. Nella trattazione si sottolineava come i due ben vestiti su ricordati tenessero in alta considerazione Magdi Allam e Souad Sbai, descritti come "due figure di alto spessore intellettuale e conoscitrici dell'Islam".
Il secondo turno è oggetto della trattazione presente. Sulle competenze in materia di Islam di Souad Sbai e di Magdi Allam si esporranno alcuni riferimenti interessanti nei prossimi paragrafi; per adesso valga notare che in un lungo e ripetitivo articolo pubblicato da un sitarello compiacente questi due "occidentalisti" hanno mostrato risentimento verso asserite provocazioni dell'imam di Firenze, che a nostro avviso potrebbe concedersi più spesso il piacere di scagliare davvero qualche pietra nel pollaio dell'"occidentalismo" locale. Non gli ci vorrebbe neppure troppa fatica: per provocare un "occidentalista" è sufficiente permettersi di salutarlo quando lo si incontra, proprio come con certi prepotentelli di quartiere.
Scorrendo l'articolo pare di capire che, secondo gli "occidentalisti", esista una precisa correlazione tra il pregare il venerdì pomeriggio, il non bere vino e il non apprezzare la carne di maiale da una parte, ed una spiccata propensione ad infrangere le "leggi comunali" ed i "regolamenti urbanistici", qualunque cosa siano, dall'altra.
Noi siamo assai meno capziosi e meno propensi ad esporci al ridicolo. Il problema, se mai, è che ci tocca ripetere spesso gli stessi elementarissimi concetti.
La moschea si deve fare, si deve fare a spese pubbliche sottraendo esplicitamente risorse ai capitoli "sicurezza" e "gendarmeria", si deve costruire con materiali di pregio ed avendo in mente un edificio che deve essere degno della città di Firenze, secondo le stesse linee di pensiero seguite a suo tempo per la sinagoga di via Farini. La miglior collocazione per l'edificio sarebbe piazza Ghiberti, una volta sgomberati e demoliti, possibilmente con gli stessi sistemi che gli "occidentalisti" vorrebbero usare contro i centri sociali e le case occupate, gli edifici che sorgono sul lato orientale di essa e che da troppo tempo ospitano attività e macchinazioni alla base di un degrado e di una insicurezza tanto autentici quanto invisibili ad occhi "occidentalisti".
Ora, dal momento che le ciarle "occidentaliste" dell'articolo citato sono fatte di luoghi comuni ai confini con la barzelletta ed hanno ampiamente stancato, essendo state anche troppo spesso accolte in questa sede con il disprezzo, lo scherno ed il dileggio che meritano, vediamo di quali competenze e di quali conoscenze hanno dato prova in materia di Islam le figure che gli "occidentalisti" fiorentini considerano luminari del settore. Le citazioni che riportiamo sono di una certa sostanza, perché l'intero costrutto denigratorio tenuto in piedi dagli elegantissimi mangiatori di spaghetti di cui si compendia l'"occidentalismo" fiorentino si regge in buona sostanza sulla divulgazione, reiterata ed acritica, di certi ipse dixit.
Dal volume "Primo, non diffamare" scritto da Luca Bauccio apprendiamo (p. 108) che Souad Sbai è stata ammessa in qualità di testimone esperto in un processo per diffamazione. Dalle righe dell'Autore, ecco di quale esperienza riuscì a dar prova. I corsivi sono nostri.
Il testimone, il deputato Souad Sbai, si presentò in aula e rispose alle specifiche domande sui Fratelli Musulmani. Domande dettagliate, roba da esperti. Tra queste, quella basilare: quando furono costituiti i Fratelli Musulmani? "Il gruppo dei Fratelli Musulmani è nato nel '78-'79", fu la secca risposta. L'avvocato chiese di nuovo: quando nacque il movimento dei Fratelli Musulmani? "E' nato nel '78-'79. E' nato prima, però fortemente nel '78 con Hasan Al Banna", fu la perentoria risposta. La deputata esperta di Fratelli Musulmani si sarà confusa, ma il movimento era nato cinquant'anni prima e Al Banna nel '79 era già morto da ventinove anni. Contrariamente da quanto riferito dalla deputata esperta, inoltre, Al Banna non poteva aver avuto dei predecessori per il semplice motivo che era stato lui a fondare il movimento dei Fratelli Musulmani. Souad Sbai potrebbe aver avuto un momento di annebbiamento, non c'è dubbio, ma provate ad immaginare un parallelo processo in Iran nel quale venga introdotto un super esperto di faccende italiane che dichiari: il Partito Comunista Italiano fu fondato nel 1978-1979; è nato prima ma fu "fortemente" voluto da Antonio Gramsci nel '78-'79. Quantomeno interverrebbe Amnesty International.
Ecco di quali esperti si avvale l'occidentalame gazzettiero, presentandoli come affidabili garanti di decisioni condivise, custodi della democrazia e magari come costruttivi consiglieri immobiliari, visto che le moschee, si sa, insihurezzeddegràdo.
Ovviamente non basta.
L'altro esperto è Magdi Cristiano Allam, ribattezzato da Sherif el Sebaie Magdi Condannato Allam appena hanno cominciato a chiedergli conto del suo operato in sedi diverse e molto meno comode di certe lussuosissime, climatizzate e strapagate redazioni.
Nel volume su citato, a pagina 42, si legge:
Negli anni della vicedirezione ad personam del "Corriere della Sera" Magdi Cristiano Allam introduceva nel lessico della deterrenza antiestremistica ed antiterroristica [*] una parola che -epidemicamente- sarebbe andata a rappresentare la sintesi della diversità islamica e della pericolosità sociale dell'organizzazione più rappresentativa dei musulmani in Italia [vocabolo presente nel testo originale, come sempre ce ne scusiamo con i lettori, N.d.R.], l'UCOII (Unione delle Comunità Islamiche in Italia). La parola è taqqiya e significa dissimulazione, occultamento delle vere intenzioni, travestimento pubblico di segrete finalità politiche e religiose. Secondo Allam l'UCOII sarebbe quindi dedita alla pratica della dissimulazione. Le sue condotte pubbliche sarebbero improntate secondo le modalità ed il fine di nascondere la propria reale identità, di celare i propri intenti attraverso un'adesione ai valori della Costituzione e della legalità soltanto formale, mentre sotto tale superficie si nasconderebbero fini sordidi e illegali. La prova di tale fatto risiederebbe per Allam nella versione del Corano curata dall'UCOII e pubblicata dalla Newton & Compton. Secondo Allam, l'UCOII in quel testo avrebbe teorizzato la legittimità della dissimulazione.
Allam denuncia il fatto in alcuni articoli pubblicati sul "Corriere della Sera". Scrive Allam: "Da parte dell`UCOII tutto ciò avviene all`insegna della taqqiya, la dissimulazione, eretta a precetto di fede per imporre il proprio potere teocratico e assolutista, così come ammesso nella versione italiana del Corano a cura dell`Ucoii a commento dei versetti 105-106 della sura XVI". Nsaturalmente l'argomento fa presa e viaggia veloce: nel web, fra gli estimatori di Allam, nell'àmbito della polemica contro le moschee e persino in tribunale. Come dare il permesso di costruire una moschea a chi ammette e pratica la dissimulazione? Come fidarsi di chi occulta la propria identità? [...] Il 99% dei lettori, leggendo della taqqiya (la dissimulazione) non avrà avuto alcun dubbio sulla verità delle affermazioni di Allam. Costui aveva del resto citato la sura ed il verso. Allam era per di più un musulmano ed un esperto, come dubitarne?
In un processo per diffamazione ho l'occasione di sentire Allam come testimone, quindi faccio delle domande sull'argomento per capire da dove egli abbia ricavato questa sua allarmante verità. Ecco cosa è venuto alla luce.
Avvocato: "Onorevole, lei sta dicendo che nel testo del Corano a cura dell'UCOII c'è un'interpretazione di quel versetto che risolve il testo in una legittimazione della dissimulazione?
Allam: "[...] Io ho detto che in Italia esiste un'edizione italiana del Corano, a cura dell'UCOII, e che l'interpretazione del versetto che compare in questa edizione italiana del Corano a cura dell'UCOII dice che quel versetto legittima la dissimulazione. Punto".
Avvocato: "Ma il versetto legittima la dissimulazione?".
Giudice: "Esistono altre interpretazioni di quello stesso versetto, per quanto a sua conoscenza, diverse?".
Allam: "Posso fare una ricerca, se volete".
Avvocato: "Lei non ha fatto ad oggi una ricerca sul punto?".
Allam: "Non l'ho fatta e non mi interessa, onestamente".
Giudice: "Allora non è irrilevante, non è affatto irrilevante! Le chiedo solo questo: quindi, questa, a suo parere è un'interpretazione, una fra le tante interpretazioni di questo versetto, e quindi ce ne possono essere altre, indipendentemente dal fatto che lei adesso non le ricordi, oppure c'è un'interpretazione univoca, pacifica in questo senso, che cioè sarebbe legittimata la dissimulazione? Serve per capire se questa interpretazione è stata prescelta dall'UCOII con determinate finalità o no".
Allam: "[...] Personalmente non ho fatto degli studi per accertare se l'interpretazione di quel versetto in altri àmbiti corrisponda, ecc.".
Per sua stessa ammissione, Allam non aveva fatto studi sul Corano, nulla sapeva sul versetto citato e in particolare sulla dissimulazione, anche se questo voi non lo avreste mai creduto possibile.
Ricapitolando: in materia di Islam -ed in materia di chissà quanti altri settori dello scibile, viene da pensare- il PDL vorrebbe imporre la voce in capitolo di individui che non conoscono neppure i rudimenti della storia contemporanea dei movimenti islamici e che non curano nemmeno la documentazione elementare di quanto vanno sostenendo.
Un modus agendi da veri esperti.
Alla Ca' Foscari o all'Orientale, comportamenti del genere in aula o in sede di esame provocherebbero nel meno versato dei presenti reazioni più facili da immaginare che da descrivere.
Il fatto, risaputo anch'esso, è che secondo la solita prassi l'"occidentalismo" continua come se nulla fosse a presentare come "esperti di Islam" individui che si rivelano essenzialmente esperti in tecniche di denigrazione.
Alessandri, Stella, Villa e Badò saranno anche stati attentissimi alle scuolette estive del "partito", ma sul fatto che abbiano interiorizzato l'idea che un piatto di maccheroni ed un منبر‎ sono due cose diverse non ci sentiremmo di arrischiare ipotesi.


[*] Nel lessico "occidentalista" sono estremisti e terroristi sostanzialmente quanti non procurino un reddito alla committenza cui i gazzettieri devono rispondere.