I vertici di Casaggì Firenze mentre intraprendono un percorso politico non conforme.


Nel settembre 2011 alcune fonti "occidentaliste" relativamente attendibili informano i pochi interessati della prossima apertura a Firenze di una nuova sede per l'aggregato giovanile "occidentalista" specificato.
Nel corso degli anni le disavventure di Casaggì, dei suoi portavoce e dei suoi attivisti hanno tenuto abbastanza allegro l'ambiente politico cittadino; la propensione dei giovani "occidentalisti" ad imboccare vicoli ciechi, cacciarsi nei guai e rimediare caterve di figuracce e stata pari soltanto all'affanno con cui hanno prodotto ogni giorno prova dell'asfissia autoreferenziale di cui sono capaci certi ambienti.
Meritevoli di scarsa stima a prescindere, Casaggì ed i suoi referenti si sono specializzati in affissioni abusive, in lamentele da condominio, in piccoli malestri ed in denunce strampalate. Tutte cose con cui hanno impartito ai fiorentini insegnamenti considerevoli: è grazie a loro se adesso sappiamo che l'"occidentalismo" politico ha effetti taumaturgici, al punto che coloro che ne abbracciano la causa riescono a sostenere un'aggressione da parte di interi gruppi di energumeni nel fiore degli anni cavandosela con un po' di collutorio.
Sorvoliamo su altre conseguenze di mandolinesca viltà perfettamente in linea con i comportamenti qui riassunti, cui ha portato un certo modo di trascorrere le giornate accessibile per lo più a pochi sfaticati buoni a nulla capaci soltanto di mangiare maccheroni e di sfogliare riviste pornografiche.
Tanto affannarsi è comprensibile, visto che c'era -e c'è più che mai- innanzitutto da fare il possibile per limitare gli effetti mediatici delle nefandezze commesse dal politicame di riferimento. Il politicame di riferimento è rappresentato nel caso specifico da alcuni referenti governativi, che degnano Casaggì di una o al massimo due visite l'anno. Queste visite sono compiute in presenza di schieramenti di gendarmeria piuttosto consistenti -ed altrettanto costosi- inviati perché quei ben nutriti non facciano le spese di reazioni popolari meno composte rispetto a quella glaciale indifferenza venata di repulsione che accompagna costantemente le uscite pubbliche fiorentine del politicame "occidentalista".

I nostri lettori avranno intuito che un background di questo genere non è troppo compatibile con certe pretese di "libertà" e di "indipendenza" regolarmente avanzate da Casaggì. L'impressione è rafforzata dalla presenza del simbolo elettorale del maggior partito "occidentalista" della penisola italiana, ben in vista sui manifesti che annunciano la riapertura di una sede fisica propriamente detta.
Una nuova sede che si troverebbe ad un tiro di sasso dal pallonaio.
Una nuova sede -dicono- dotata di cucina.
Menzogne, pallone, maccheroni: il rispetto di quelli che in altri casi sarebbero stereotipi ma che in questo caso è bene definire "descrizioni di estrema fedeltà" è ai limiti del rigore filologico.


Sui "valori" professati ai massimi livelli del maggior partito "occidentalista" della penisola italiana insiste da anni ed anni un'aneddotica quotidiana irriferibile, cui rinviamo quanti non se ne fossero ancora stancati.
Si tratta di un'aneddotica che non ci sorprende perché riteniamo gli esponenti "occidentalisti" perfettamente rappresentativi delle credenze, dei valori e delle ambizioni dei sudditi. L'immagine qui sopra, da noi ripresa a Milano nel settembre 2011, indica con chiarezza cosa è lecito aspettarsi da uno dei responsabili delle guerre in corso.
Il tutto permette di trarre conclusioni sbrigative, impietose e recisamente sprezzanti su un contesto in cui il politicame di base mostra da sempre una buona propensione ad imitare gli esempi piovuti dall'alto.
In breve, i comportamenti ed i valori condivisi da parte dei frequentatori -e soprattutto delle frequentatrici- di Casaggì hanno senza dubbio il pregio della prevedibilità.