Un catalogo di prodotti dei supermarket Esselunga. A pagina 17, per la precisione.
Una foto reclamizza salmone a tranci da un chilo, a trentasei euro.
La didascalia dice 'Salmone Newá allevato in Norvegia, lavorato dal fresco con sale marino, zucchero, miele ed erbe aromatiche, affumicato con legno di faggio e quercia, filetto intero, scatola da 1 Kg'.
E fin qui tutto nella norma.
Poi si aguzza l'occhio, e si va a vedere l'etichetta attaccata al salmone della foto (la pessima qualità dell'immagine è dovuta al PDF originale). Sull'etichetta, che nel cartaceo è molto più chiara, c'è scritto 'Newá, kartsjonskaja lasókj(?), SALMONE AFFUMICATO PER IMPICCAGGIONE (con due G) secondo l'antica tradizione russa'.
Veniamo dunque a sapere, grazie ai bottegoni (definizione di Luciano Bianciardi) della Esselunga, che in Russia vige la tradizione (antica, ovviamente) di impiccare i salmoni per affumicarli.
Nulla di strano: ci sono tutori dei "diritti umani" che quando non passano il tempo a sgranocchiare gelati e patatine spaparanzati in qualche automobile costosa, si sgolano a giurare che nella Repubblica Islamica dell'Iran si lapidano le adultere.
Peccato che poi venga fuori che nel Regno Unito non è nemmeno necessario provare l'accusa di adulterio. Altra e più avanzata civiltà, di quelle da esportare addirittura.
Se le cose stanno in questo modo, non si capisce per quale motivo nella Federazione Russa non siano padroni di impiccare qualche pesce.