Io non sto con Oriana. Io sto con la Ragione sul serio. Per dare voce alle coscienze che lei avrebbe voluto obnubilare. Questo sito è schierato con la Repubblica Islamica dell'Iran.
Franco Battiato, Manlio Sgalambro - Decline and fall of the Roman Empire
Martedì 03 Gennaio 2012 16:27
Vivo alla fine dell'Impero Romano in un giardino di ciliege che spruzzano il loro succo sulla mia faccia slavata.
Perfido Stilicone barbaro multiforme, i monaci cantano il vespro nel tempio di Giove.
Dolce sole di Emesa, Eliogabalo imperatore celebrava pietanze invece di battaglie; confondeva l'ordine delle stagioni, faceva ministri mimi e ballerini, Bolide solare.
Vaga per i mari come putrida barca l'impero; Tutto è vanità come in un gioco di bambini.
Svicolo per viuzze piene di profumi e unguenti mentre leggo "L'Anatomia dell'Urina" di James Heart assieme al "Vangelo secondo San Matteo": mi beo di sulfuree intese con pianeti e in un istante attraverso l'orbita celeste.
Odo un canto all'orizzonte. Mi assottiglio, sono spirito puro, sono fiore, tigre, mi risveglio.
Muffe, odori eziologici per mondi alla fine purificati da lirici antropoidi. Qui a tre passi la decadenza avanza chiunque tu sia, ti prego, rispondi: ci sono ancora altre aurore?
Dona, abbi pietà, abbi misura.
Franco Battiato - Decline and Fall of the Roman Empire, 1996.
Io vivo alla fine dell’impero romano in un giardino di ciliegie che sprizzano il loro succo sulla mia faccia slavata. Perfido Stilicone, barbaro multiforme, i monaci cantano il Vespro nel tempio di Giove. Intonano i cori “The Decline and Fall”. Dolce Sole di Emesa, Elagabalo, a quattordici anni Imperatore di Roma come ti invidio e ti onoro. Celebravi pietanze invece di battaglie per questo ti aborriscono gli storici. Confondevi l’ordine dei climi e facevi ministri mimi e ballerini. Onoro imperatori neghittosi e feroci. Che importa la nobile indole di Tito, se con Commodo regna ovunque la pace? Vaga per i mari come putrida barca l’Impero, e io mi diletto a un verso di Nerone.
Svicolo per viuzze, zaffate di profumi e fetidi unguenti, mentre leggo The Anatomy of Urines di James Hart assieme al Vangelo secondo San Matteo. Un Catalepton liber occidentale E la Dialectica di Garlando Computista. Mi beo di sulfuree intese con i pianeti e in un istante attraverso l’orbita dei cieli. Odo un canto di Saffo all’orizzonte. Che gioia, ricomincio, ritorno, mi assottiglio. Sono spirito puro. Tigre mi risveglio. Muffe, odori eziologici purificati da lirici antropoidi e violini tzigani. A tre passi la demenza avanza.
Manlio Sgalambro - Marcisce anche il pensiero, Bompiani, 2011