La primavera 2012 per il microcosmo del gazzettismo fiorentino non presenta issues particolarmente appetibili. Il gazzettaio si è trovato costretto ad intraprendere una campagna di stagione riproponendo temi di rifugio come l'insihurézza e i'ddegràdo. Strano che vi sia ancora materiale in abbondanza cui attingere ogni giorno, in un contesto dove, garantiscono le medesime gazzette, è sufficiente scrivere su un muro o arrampicarsi su una statua per tirarsi addosso una squadra della gendarmeria; il sospetto è che molti piagnistei gazzettieri facciano parte del materiale buono a tutti gli usi e vengano ciclicamente riproposti per mantenere i sudditi in quella condizione di perenne allarme sociale che fa dei veri miracoli quanto a mantenimento del consenso.
A creare un minimo di scompiglio, colpendo gli interessi dei gazzettisti e della loro committenza politica, la decisione della pubblica accusa di far interrompere le trasmissioni di un'emittente radiofonica di provincia chiamata Radio Studio 54.
Le gazzette contigue all'areale "politico" della radio hanno degnato di qualche attenzione le rimostranze del Guido Gheri cui essa fa capo, come abbiamo già visto; in attesa di sviluppi significativi sul piano reale, la questione si è spostata sul Libro dei Ceffi ed in altre sedi, in cui viene trattata con amplissimo utilizzo di quei "discorsi quasi da bar" che Guido Gheri trova tanto meritevoli di divulgazione ma che è, al momento, costretto a coltivare in chissà quale quasi bar.
Invece di fare logout dai loro pc e di procurarsi un biglietto per Kandahar in modo da godere -sperabilmente a tempo indeterminato- dei benefici di quella democrazia da esportazione per la quale si sono tanto adoperati, i gazzettisti del "Corriere Fiorentino" perdono tempo a giornate proprio sulla fenomenale sentina di mediocri costituita dal Libro dei Ceffi. Possono così edurre i loro lettori sul fatto che nel Libro dei Ceffi sarebbe in corso una pedestre campagna denigratoria contro il magistrato della pubblica accusa che ha costretto Guido Gheri a trovare un modo meno ciarlante per trascorrere le proprie giornate. In questo non ci sarebbe molto di biasimevole, dal momento che le esibizioni di mediocrità, le invettive, gli insulti e le menzogne costituiscono una rilevantissima parte dei contenuti di internet e la quasi totalità dei contenuti delle gazzette. Qualcosa -anzi, molto- da ridire c'è invece quando si scopre che a lamentarsi dell'azione della gendarmeria e della pubblica accusa ci sarebbe un gruppo di micropolitici "occidentalisti".
Proprio loro, quelli dei giridivite e delle tolleranzezzèro.
Secondo la gazzettina, sul Libro dei Ceffi compaiono queste considerazioni, il cui autore ha "Francesco Torselli" come nome utente. Lo scritto sostiene che la rappresentante della pubblica accusa su ricordata è
la stessa che ha rinviato a giudizio un ragazzo di Casaggì che mentre usciva di casa si prese un bel pugno in faccia da tre "compagni coraggiosi" e che, siccome non volle dire al pronto soccorso di essere stato aggredito, temendo di perdere il proprio posto di lavoro, è stato accusato di essersi inventato tutto... Insomma un magistrato le cui idee politiche non sono per niente dichiarate... Evviva la democrazia!!!
Per prima cosa veniamo a sapere -e dal Libro dei Ceffi- che nello stato che occupa la penisola italiana è possibile rischiare il licenziamento anche denunciando un'aggressione. La "flessibilità" richiesta alla mano d'opera, per la quale gli "occidentalisti" si sono tanto adoperati, prende davvero le strade più astruse.
La seconda cosa interessante riguarda il rapporto conflittuale che gli "occidentalisti" hanno con la realtà, perché all'epoca dei fatti un lamentoso comunicato stampa a firma "occidentalista" usava tutt'altra ricostruzione dei fatti, destando il nostro sincero interesse. All'epoca avemmo la sensazione di trovarci al cospetto di un tentativo di ottenere visibilità mediatica iniziato maldestramente e finito in maniera ridicola.
Se le considerazioni che compaiono sul Libro dei Ceffi firmate dal nome utente "Francesco Torselli" sono state pubblicate dal Francesco Torselli realmente esistente, dobbiamo prendere atto di un fenomeno invariante e tutto sommato atteso: i micropolitici dell'"occidentalismo" fiorentino, nonostante il fitto calendario di insegnamenti in materia cui sono stati sottoposti dalle circostanze, non hanno ancora imparato che un buon metodo per evitare di essere considerati dei cialtroni consiste essenzialmente nel non comportarsi da cialtroni.
Nulla da condannare: i sudditi che bivaccano nella penisola italiana ostentando in guisa di alti meriti i propri esclusivi interessi per i maccheroni, il pallonaio e la pornografia non hanno mai avuto rappresentanti più degni.