Avaaz ci aiuta a lottare per un mondo a tanti colori |
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Sabato 01 Settembre 2012 11:07 |
Il 29 agosto 2012 abbiamo cominciato a interessarci ad Avaaz, una realtà che potrebbe causare qualche fastidio a noi che siamo scopertamente favorevoli a cose come la lapidazione delle adultere di Tabriz o la vessazione delle lesbiche siriane.
Per verificare la serietà di Avaaz sono bastati un paio di giorni, trascorsi a tenere conto del numero -e soprattutto della qualità- delle adesioni ottenute da un appello in cui si chiede alle autorità legislative dello stato che occupa la penisola italiana di abolire la luce rossa dei semafori e il relativo obbligo di arresto della marcia per veicoli e pedoni.
Il testo della petizione è stato tratto da un quesito referendario presentato nel 1995 dalla rivista satirica Cuore allo scopo di "spazzare via tutti i lacci e lacciuoli burocratici che hanno finora bloccato gli investimenti in campo stradale".
Questo non per rendere evidente il fatto che in vent'anni nulla è cambiato nella scriteriata idiozia del legislatore (cosa di cui non c'è alcun bisogno) ma per contribuire ad un mondo a tanti colori in cui le persone possano muoversi liberamente.
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La libertà di muoversi deve trionfare sulle odiose restrizioni imposte da una
rossobruna legislazione nazianarcoislamocomunista intrisa di uno stalinismo sconfitto dalla storia. Sono bastati un paio di giorni per raccogliere più di cinquecento adesioni; naturalmente Avaaz permette di interessare di ogni battaglia di civiltà l'altrettanto serio Libro dei Ceffi e l'ancor più costruttivo Cinguettatore. Si riportano qui le istruzioni fornite da Avaaz per gestire la petizione, che sono un miscuglio tra l'invito ad arrangiarsi e una lezione di lobbismo spicciolo. Consegnale di persona
Avaaz.org è intestato al signor Matt Holland della Avaaz Foundation, con sede al numero 84 di Quai de Jemmapes a Parigi (il telefono però smbra che sia amriki: +1.9173883988).
Al numero 84 di Quai de Jemmapes è possibile che vi siano anche un sottoscala o una soffitta di quelli che fino a non troppi anni fa ospitavano i dissidenti veri che tiravano avanti tra sigarette senza filtro e samizdat, ma a prima vista (secondo lo stradario di Google) ci si trova un classico palazzo parigino dall'aspetto facoltoso, sede di un'organizzazione per l'imprenditoria alternativa, quella che dice di conciliare economia e sviluppo umano.
A questo "La Ruche" fanno capo varie organizzazioni con dei bei logo colorati.
Speriamo che non siano tutte come quella del signor Holland, che pensa -o più probabilmente vuole che si pensi- che le autorità legislative di uno stato sovrano dovrebbero tenere conto della volontà popolare incarnata da progressisti combattivi come la finlandese Mika Katsi o il mongolo Va Fangul, che insieme al britannico Lee Mortache si sono uniti alla statunitense Mary Poppins ed ad altri cinquecento e passa nomi di tutte le provenienze, al punto che
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