L'iconografia di quello che potremmo definire "occidentalismo da strada" è a tutt'oggi largamente debitrice di quella diffusa tra il 1922 ed il 1945 dal governo autoritario che controllò lo stato che occupa la penisola italiana.
Gli "occidentalisti" non fanno solitamente mistero del loro apprezzamento per l'iconografia e soprattutto per la propaganda diffusa in quegli anni, in una scotomizzazione della memoria storica basata ovviamente su una grossolana semplificazione degli eventi, su una diffusa, condivisa e coltivata incompetenza e su una dicotomizzazione del reale in cui, come al pallonaio, da una parte ci sono loro e dall'altra un resto del vivere da mettere al suo posto con ogni metodo utile allo scopo.
Negli ultimi decenni l'economia dello stato che occupa la penisola italiana è stata terziarizzata e deindustrializzata ed ha conosciuto un massiccio fenomeno di delocalizzazione. Il tessuto sociale ne è uscito stravolto e polverizzato.
Con comodo ritardo, l'occidentalismo da strada se n'è accorto ed ha iniziato da poco tempo una campagna propagandistica il cui scopo dovrebbe essere quello di favorire il consumo di beni prodotti nella penisola italiana.
Tra i risultati, l'adesivo della foto: un cuore nero con uno slogan, attraversato da una banda verde, bianca e rossa. 
L'autovettura che lo mostra è una Citroen C3 fabbricata nella Repubblica Francese.
A questo punto, le possibilità sono due.
La prima fa riferimento alla pochezza degli "occidentalisti", ai quali è verosimilmente impossibile chiedere prove di coerenza anche su un terreno di così miserabile quotidianità.
La seconda fa riferimento alla qualità dei beni prodotti nella penisola italiana. Il 18 settembre 2012 ci è capitato di rimanere molto tempo bloccati in autostrada.
Causa dell'ingorgo, l'incendio di una Fiat Stilo.