Neri vestimenti e cibo "identitario", un giovane "occidentalista" fiorentino
difende a piè fermo la Patria Tradizione sul più congeniale dei campi di battaglia.


In questa sede abbiamo illustrato innumerevoli volte a chi legge come la propaganda politica "occidentalista", a qualsiasi livello eserciti la propria azione, non abbia alcun punto di contatto con la realtà. Farsene portatori richiede una completa malafede o una completa follia, condizioni accomunate dal fatto di essere completamente impermeabili a qualsiasi tentativo di confutazione argomentata.
Altrettante volte abbiamo illustrato anche come la realtà, che di solito ha caratteristiche opposte a quelle gradite agli "occidentalisti", traspaia dalla propaganda, soprattutto quando essa viene maldestramente utilizzata da certo occidentalame di terza fila. In questo genere di confutazioni ci siamo avvalsi di esempi legati per lo più al democracy export e alla realtà peninsulare, con particolare riguardo al contesto fiorentino.
Quella che segue è un'altra illustrazione di un caso del genere.
Il 20 dicembre 2012 i fogliettisti fiorentini hanno rispettato le consegne facendo giornata con un minuscolo caso di cronaca. Il borgomastro Matteo Renzi, un boiscàut di Rignano sull'Arno che qualche settimana fa rispondeva compassionevole al "grido delle donne di Tehran" auspicando un'aggressione armata contro la Repubblica Islamica dell'Iran, è stato fatto oggetto di una blandissima contestazione studentesca, della quale avrebbe fatto parte anche il lancio di un fumogeno all'interno di una delle rappresentazioni della nascita di Gesù Cristo preparate a Firenze per celebrare la ricorrenza cristiana del Natale. I foglietti scrivono anche di un cartello dal contenuto sprezzante ed inequivocabile che avrebbe accompagnato il fumogeno.
Si tratta di non-notizie di rara irrilevanza. Con il fecciòdromo fogliettistico "occidentalista" piacevolmente decimato nessuno scagna più di "centri sociali contro il crocifisso" e a mantenere in città il clima mediatico che tanto giova ai suffragi dell'occidentalame politico è rimasto stavolta Paolo Ermini, che sullo stesso gazzettino che ospitò l'abiezione di Oriana Fallaci e le ciarle di Magdi Condannato Allam ha riempito un po' di posto con qualche frase a caso.
A cercare di guadagnare visibilità con l'episodio sono rimasti alcuni "occidentalisti" politici come quella Casaggì che sappiamo essere molto rispettata a Firenze per la correttezza, la professionalità e la popolarità della sua azione politica. Nel corso degli ultimi tempi la gioventù "occidentalista" ha ridotto di molto la propria visibilità, che si basava su un utilizzo estremamente disinvolto della colla da parati. E' probabile che, sia pure nel clima di colliquazione litigiosa in cui il PDL fiorentino sta finalmente agonizzando, una corposissima mazzetta di verbali d'infrazione per affissioni abusive abbia finito per atterrare su qualche scrivania e che ai giovani maestri della pennellessa sia stato fatto rudemente intendere che dell'utilizzo del denaro i quadri dell'"occidentalismo" fiorentino hanno tutt'altro concetto.
Si sarà a questo punto compreso che la realtà non è troppo amica dei giovani "occidentalisti", e questioni di mera sopravvivenza politica vorrebbero che si cercasse almeno di limitare i danni.
Invece.
Con buona pace di Cinguettatori e Libri dei Ceffi, di sitarelli e comparsate, di proclami secondo i quali il "paese" dove mangiano maccheroni crolla e gli studenti no, è proprio Casaggì a raccontare nero su bianco che le condizioni dell'"occidentalismo" giovanile fiorentino sono da sempre le medesime.
”Chissà se oggi anche la sinistra istituzionale che governa la città si è resa conto di ciò che le nostre realtà militanti presenti sul territorio subiscono ogni giorno nelle scuole, nelle facoltà e nei quartieri, dove esprimere liberamente il proprio pensiero è ancora un’operazione difficile, spesso minacciata dal pericolo dello scontro fisico”.
Una traduzione in linguaggio normale di quanto lamentato dai giovani mangiaspaghetti potrebbe essere questa:
"Siamo alle prese con avversari politici al di là della nostra portata, che si parli di piazze o che si parli di rappresentanze istituzionali. Non ci resta altro che allargare le braccia, e constatare che a Firenze la propaganda che abbiamo diffuso non ha fatto altro che ritorcersi contro di noi. E lo ha fatto in una maniera tale che non siamo neppure padroni di uscire di casa senza che qualcuno ci chieda conto del nostro operato".
A Firenze, certe cose sono logiche, normali ed ovvie come erano logiche, normali ed ovvie anche quando la propaganda "occidentalista" credeva di poter contare su un terreno fertile.