Il movimento e poi partito politico Hezbollah è stato fondato in Libano nel 1982 e si è lentamente affermato come prima forza politica di riferimento della popolazione sciita grazie a un impegnativo e meticoloso lavoro di radicamento territoriale e di risposta ad un bisogno di servizi sociali che va ormai al di là di molti steccati confessionali. Il contrasto vittorioso all'intromissione armata dello stato sionista e dei suoi alleati in Libano ha reso Hezbollah rapidamente degno dell'ostracismo mediatico in buona parte dell'Occidente, che gli ha esteso le prassi squalificanti e demonizzatrici con cui tratta chiunque osi dissentire dall'agenda politica statunitense, tanto più se vi riesce con successo.
Il libro curato da Sabrina Mervin e pubblicato in Francia nel 2008 raccoglie in trecento pagine ventitré saggi redatti da studiosi libanesi e francesi che illustrano molti aspetti della storia, dell'organizzazione e della pratica politica del Partito di Dio. Ogni saggio ha sitografia e bibliografia proprie per ulteriori approfondimenti. L'elaborato è frutto di contributi redatti da personale accademico e non da giornalisti, per cui l'aspetto militare -l'unico per cui Hezbollah è noto ai non addetti ai lavori nel mondo "occidentale"- è praticamente assente da una trattazione centrata invece sulla storia, sull'organizzazione, sui successi e sui limiti di un'entità determinante su ogni piano della società libanese.
I primi contributi del volume riguardano l'attività mediatica di Hezbollah (La radio an Nur, il canale televisivo al Manar, il settimanale al Ahd), l'ostracismo mediatico di cui esso è stato bersaglio in Europa a partire dal 2003 e le motivazioni dell'ostilità predominante, dovuta al generale e ben noto ossequio verso l'agenda politica statunitense. Vengono poi considerati i rapporti fra Hezbollah e la Repubblica Islamica dell'Iran -laddove nel 2006 l'organizzazione libanese era ormai un allievo che aveva preso le distanze dal maestro, secondo le parole di Ali AKkbar Mohtashemi- anch'essi oggetto in "Occidente" della stessa prassi demonizzatrice con cui viene trattato ogni aspetto delle organizzazioni statuali e politiche sciite.
I saggi a seguire inquadrano Hezbollah nel contesto della politica interna libanese, esaminandone rispettivamente i rapporti con la Repubblica Araba di Siria (le cui forze armate sono state presenti in Libano fino al 26 aprile 2005), il partito Amal e la Corrente Patriottica Libanese del generale Aoun.
Uno dei saggi più articolati del libro esamina invece la politica sociale del Partito di Dio, che agisce in un contesto sociale in cui il liberismo economico è la regola e in cui ogni misura socialmente organizzata per contrastarlo si traduce in buona misura in una pratica politica clientelare. La ricostruzione di Haret Hreik (Beirut) dopo la guerra del 2006 viene presentata come esempio della traduzione operativa di questo stato di cose, con pregi e limiti.
Un altro dei saggi più documentati illustra il funzionamento e il finanziamento del sistema scolastico vicino a Hezbollah, la qualità e il livello dell'offerta formativa, la sua ripartizione territoriale e le modalità di accesso. In questo settore il raggiungimento della maturità organizzativa e del pieno funzionamento degli istituti ha coinciso con un'apertura sempre più ampia dei programmi e con una accentuata modernizzazione dell'insegnamento. Hezbollah cura una propria organizzazione scout, cui è dedicato un altro saggio.
La religione di Hezbollah è lo sciismo duodecimano. Uno scritto espone le peculiarità dell'interpretazione di Hezbollah, con il suo rifiuto del quietismo e la contestualizzazione della pratica religiosa -con particolare riferimento ai riti della Ashura- nella mobilitazione politica e sociale di aderenti e simpatizzanti. Con la rivoluzione islamica in Iran tutti gli ambienti sciiti hanno dovuto confrontarsi con il concetto del wilayat-i-fiqh, autorevolezza del giureconsulto. Anche questo aspetto è argomento di un saggio tra quelli raccolti nel volume, al pari della rielaborazione -una riebolazione che è una riproposizione, un'attualizzazione, un rinnovamento- del corpus rituale sciita legato alla battaglia di Karbala e all'imam Hussein. Questa rielaborazione delle pratiche religiose ha una traduzione pratica rappresentata anche da veri e propri spettacoli e rievocazioni che hanno un posto insostituibile nella produzione mediatica di Hezbollah e delle organizzazioni ad esso prossime. Un aspetto che, pur affrontato in un saggio dedicato, va a costituire una delle linee guida dell'intero testo; anche le produzioni mediatiche mostrano come Hezbollah abbia dedicato molto impegno all'unione della propria identità religiosa con quella politica. Un'unione che rasenta il superamento.
Il testo comprende poi una sommaria biografia di Hassan Nassrallah, segretario del partito dal 1992, e di Subhi al Tufayli, tra i fondatori del movimento e all'epoca della pubblicazione unico "dissidente" ufficiale. Un altro saggio riguarda Muhammad Husayn Fadlallah, ispiratore ed alleato di Hezbollah dai tempi della fondazione.
Uno scritto sui percorsi militanti al femminile getta un po' di luce sulla militanza di base, valorizzata e curata in ogni organizzazione gravitante attorno al Partito di Dio. Il volume si chiude con un documentato saggio sugli asseriti "interventi sovrannaturali" nelle ostilità del 2006, in cui Hezbollah tenne testa allo stato sionista.
Hezbollah. Fatti, luoghi, portagonisti e testimonianze resta una buona introduzione alla conoscenza del movimento sociale e politico libanese nonostante gli anni passati dalla sua pubblicazione, soprattutto perché completamente scevro dal bias svalutante cui è improntato il contenuto di ogni produzione mediatica rivolta al pubblico "occidentale".

Sabrina Mervin (a cura di), Hezbollah - Fatti, luoghi, protagonisti e testimonianze - Epoché, Milano 2009. 336 pp.