I dodici capitoli del volume redatto da Franco Adravanti presentano una biografia dell'emiro Timur definita nei tempi da cronologie stabilite secondo il calendario gregoriano e secondo il "calendario tartaro delle dodici bestie". L'interesse evenemenziale e soprattutto quello cronologico costituiscono l'asse portante del libro, attorno al quale si intrecciano descrizioni di battaglie, di campagne e di assedi, ricostruzioni degli incontri di Timur con i letterati, gli artisti e i diplomatici del suo tempo, diagrammi sulla macchina militare timuride ed una lunga serie di citazioni documentali sulle consuetudini della corte, della diplomazia e della pratica politica del tempo. La biografia consultata per questo da Adravanti conta decine di fonti di provenienza disparata, tanto centroasiatica quanto europea. La prospettiva adottata dall'autore tende tuttavia a privilegiare l'aspetto aneddotico e la ricostruzione della successione cronologica degli eventi a scapito di un'interpretazione approfondita dei dati capace di confermare o meno l'iconografia predominante, invariabilmente tesa a vedere in Tamerlano un sostanziale saccheggiatore sanguinario; questo può essere considerato il limite più rilevante dell'opera.
Il volume è completato da una cronologia, da un ritratto di Timur tracciato sulla base degli studi condotti da Gerasimov a partire dal 1941 e dalla traduzione dell'epigrafe posta in origine sul mausoleo Gur e Mir di Samarcanda, che del conquistatore turco-mongolo ospita la sepoltura.
 

Franco Adravanti - Tamerlano, La stirpe del Gran Mogol. Milano, Bompiani 2003.