Charara e Domont, giornalisti libanese e francese rispettivamente, hanno ideato questo libro l'undici settembre 2001. La pubblicazione in francese è del 2006. Hezbollah riassume la storia dell'omonima formazione politica, nata nel 1982 e rapidamente divenuta uno dei più rilevanti attori della scena mediorientale; i nove capitoli forniscono un inquadramento di massima delle condizioni sociali e storiche in cui Hezbollah è nato, ne illustrano le attività militari e sociali, e riportano infine testimonianze di prima mano sul ritiro israeliano dal Libano del sud avvenuto nel 2000 e sull'aggressione deliberata condotta da Israele nell'estate di sei anni dopo. Il volume si chiude con un'intervista a Sayyed Hassan Nassrallah e con un'appendice che riporta il testo dei principali trattati internazionali citati nel corso della narrazione.
Hezbollah è nato nel Libano meridionale occupato dopo l'"operazione Litani"; l'impianto ideologico gli viene dall'Islam sciita, che conta in Libano comunità numerose ed al quale il successo della rivoluzione islamica in Iran ha fornito una credibilità ed una forza propulsiva assolutamente nuove. Le basi ideologiche, le esperienze politiche pregresse come il Dawa o quella della brigata studentesca di Fatah, l'importanza della rivoluzione in Iran sono dettagliatamente esposti nel secondo capitolo.
Tra le riflessioni di Hamdi e Abu Hassan, uccisi nel 1988, così sintetizzano il percorso ideologico sfociato nella fondazione di Hezbollah: "Marx, ignorando la realtà dell'esistenza di diverse forme di civiltà e ritenendo che la via universale del progresso fosse quella dell'Europa ha concluso, nel caso dell'India ad esempio, che la Gran Bretagna aveva nei suoi confronti una duplice missione storica: distruggere le vecchie strutture civili ed instaurarvi la civiltà europea. L'ipotesi secondo cui la distruzione delle strutture civili e del sistema sociale tradizionale dei popoli non europei e l'innesto della civiltà europea significava il progresso e la nascita del capitalismo non è stata confermata dagli eventi successivi. Al contrario, le reali conseguenze di questo processo hanno portato alla costruzione di sistemi occidentalizzati subordinati alle metropoli capitaliste e imperialiste. La distruzione dei sistemi sociali tradizionali era la condizione per minare alla base l'indipendenza dei popoli non europei e imporre una condizione di dipendenza permanente che si sarebbe perpetuata anche dopo le indipendenze politiche [...]. In una delle fasi della nostra riflessione, abbiamo sostenuto che i processi rivoluzionari sono sempre unici, che sono legati alla specificità delle società che li generano. Indipendentemente dalle nostre convinzioni e dai nostri auspici, la domanda che si poneva era la seguente: che tipo di rivoluzione verrà creata dalla nazione araba? [...]. Studiando le specificità del nostro paese, abbiamo constatato che il solo sistema presente im embrione nelle nostre società era l'Islam".
La nascita di Hezbollah come forza combattente si fonda su un mutamento radicale della weltanschauung maggioritaria nella regione fino alla rivoluzione iraniana. Hezbollah adotta la visione dell'ayatollah Khomeini che divide il mondo in oppressi e in oppressori, non quella tradizionale che divide il mondo in dar al'Islam ed in dar al'Harb. La distinzione è importante perché Hezbollah combatte Israele in quanto paese occupante, non in quanto stato ebraico; in guerra, il Partito di Dio traduce nelle azioni suicide la liceità del sacrificio di sé, e dunque del martirio, propria da sempre dell'Islam sciita.
Il terzo capitolo illustra strategie e motivazioni che hanno portato Hezbollah a tenersi sostanzialmente al di fuori dalla guerra civile libanese e a muoversi per avere una sostanziale rappresentanza politica nelle sedi istituzionali. Le risorse ed i mezzi messi in campo per conseguire il consenso sociale indispensabile ad un obiettivo del genere sono trattati nel quarto capitolo, che illustra le attività sociali, sanitarie e mediatiche di Hezbollah; attività che hanno reso il Partito un elemento insostituibile per lo svolgersi della vita civile nel Libano meridionale. Sul campo di battaglia gli uomini di Hezbollah -poche migliaia di combattenti- utilizzano tecniche all'avanguardia ed armamento moderno, uniti ad una profonda conoscenza del territorio.
Il quinto capitolo illustra la questione del Libano nel contesto della geopolitica mediorientale ed inquadra in questo contesto l'"operazione furore" con cui, nel 1996, Israele tentò di sradicare Hezbollah dal paese. Hezbollah uscì rafforzato da un'operazione militare in cui gli israeliani si fecero notare essenzialmente per lo scempio di vite civili causato dai loro bombardamenti.
Il sesto capitolo narra dell'abbandono del sud del Libano avvenuto nel 2000; gli autori del volume erano nella zona durante il ritiro israeliano ed hanno raccolto in prima persona testimonianza degli eventi e delle condizioni di vita sotto l'occupazione. Particolare cura è data alla descrizione del carcere di Khiam ed alle sue disumane condizioni di detenzione.
Il capitoli finali sono dedicati agli ultimi sviluppi, fino all'aggressione israeliana dell'estate 2006; Hezbollah finisce nel mirino yankee, soprattutto per aver respinto una "trattativa" che era essenzialmente un'imposizione di resa incondizionata, e vede ulteriormente accrescere il proprio prestigio nella regione anche grazie all'aggressione americana all'Iraq, che libera il potenziale d'azione delle forze sciite del paese. Il volume si chiude con il resoconto di una visita a Cana, bombardata da Israele nel 1996 e poi di nuovo dieci anni dopo, e con l'intervista al leader di Hezbollah, uno dei pochi politici mediorientali lontani dall'ostentazione e dai proclami roboanti. Una condotta di vita che gli avrebbe fruttato gli appellativi di sade e di dorost, in persiano, di individuo "puro" e "retto".
Gli attributi con cui i visitatori salutano Khomeini alla sua tomba.

Walid Charara, Frédéric Domont - Hezbollah, Storia del Partito di Dio e geopolitica del Medio Oriente, DeriveApprodi, Roma 2006.