Il big game, il grande gioco, è il nome che gli storici riservano ai rapporti geopolitici tra grandi potenze nell'Asia centrale del XIX-XX secolo. Donald Bloxham lo adotta per inquadrare in un contesto internazionale e geopolitico la questione dello sterminio di circa un milione di armeni, avvenuto negli anni 1915-1923 nella penisola anatolica.
I primi due capitoli di un volume che lascia pochissimo spazio all'aneddotica o al memorialismo consistono essenzialmente in una esposizione dei prodromi e della cronologia dello sterminio; dai massacri hamidiani all'entrata in guerra dell'Impero Ottomano, dalla disastrosa offensiva verso il Caucaso alla rivolta di Van, dagli eventi del 24 aprile 1915 alle deportazioni dalla Cilicia. Chiude la prima parte del libro un'esposizione dello svilupparsi del nazionalismo turco, delle politiche demografiche e dell'influenza del kemalismo in Asia Centrale e nel Caucaso.
La seconda parte del libro esamina i rapporti tra le autorità ottomane e la Germania; la questione non è di scarso interesse perché le conclusioni cui giunge Bloxham sono molto diverse da quelle consolidate dal senso comune, secondo il quale è assodata la complicità tedesca nell'opera genocidiaria. Si trova poi una dettagliata esposizione dell'atteggiamento tenuto dall'Intesa e segnatamente dall'Impero Britannico nei confronti della repubblica kemalista e delle mire espansionistiche greche nell'Anatolia del 1919-1923.
Il volume termina con l'esposizione dell'atteggiamento statunitense e con quella delle vicende politiche che hanno accompagnato il riconoscimento internazionale del genocidio armeno inteso come tale: i tentativi turchi di negarne la pianificazione e quelli armeni di costruire su di esso la legittimità dell'Armenia come nazione indipendente.
Rifuggendo scrupolosamente dai giudizi di comodo e dai luoghi comuni, Bloxham opera una contestualizzazione rigorosa degli avvenimenti e mette soprattutto in evidenza il sostanziale opportunismo di fondo che ha guidato le scelte di tutte le grandi potenze interessate alla questione nel corso del XX secolo; dal "realismo" imperialista britannico che appoggiò l'espansionismo greco all'utilizzo francese della "Legione d'oriente", dai progetti tedeschi della ferrovia verso Baghdad al cinismo russo prima e sovietico poi con cui fu praticamente permesso alla repubblica turca di chiudere i conti con gli armeni di Kars e di Van. Chi avesse preso per buona la propaganda statunitense messa in piedi dalle lobby filoarmene troverebbe nel libro di che ricredersi ampiamente. Non soltanto l'atteggiamento yankee verso la repubblica turca ha sacrificato la nazione armena sull'altare della politica interna, ma ha sempre preferito la stabilità regionale garantita da un'Anatolia unita e turchizzata alle incognite che un'Armenia geograficamente estesa avrebbe potuto aprire.

Donald Bloxham, Il "Grande Gioco" del genocidio, imperialismo, nazionalismo e lo sterminio degli armeni ottomani - Presentazione di Marcello Flores. UTET, 2007 - 386 pp.