Il curatore (per adesso) unico del sito, a Firenze ci vive. Anche se se la gode poco perché è sempre chiuso in fabbrica a lavorare oppure in giro per il mondo oppure su internet a fare il verso ai parafascisti che la impestano. Più che altro gli càpita di usare la macchina per spostarsi; dispone di una lugubre utilitaria con centoventimila chilometri sul groppone, ed altro non gli serve perché le automobili servono per viaggiare e non per indebitarsi a vita... ehm, per usufruire di comodi finanziamenti personalizzati.
Nella veste di automobilista gli càpita spesso di usufruire degli economici servigi dei lavavetri ai semafori, contro i quali non ha assolutamente nulla da ridire, e di transitare in aree trafficate all'inverosimile quali le strade che circondano il nuovo polo universitario di Novoli. Su molte tra le recinzioni ed i muri di quella e di altre zone della città da alcuni anni fanno continua mostra di sé i chilometri di affissioni abusive che propagandano quei dibattiti alberghieri che servono agli "occidentalisti" per eccellenza di Alleanza Nazionale per contarsi tra di loro, e per prendersi vicendevolmente a morsi in occasione della minima bega di partito. Curioso che una formazione politica che del cosiddetto decoro e della cosiddetta legalità (cioè in pratica della guerra ai poveri) riempie di continuo programmi e proclami, lasci che i suoi attacchini sconcino città intere in questa maniera.
Nella stessa zona, ma un po' in tutta la città, ci sono scritte che inneggiano ad Azione Giovani, qualcuna sbeffeggiata da un "Reazione Vecchi".
Arrivando in Piazza Libertà si è sovente accolti da una "vela", uno di quei camioncini che hanno un espositore pubblicitario al posto del cassone e che costituiscono una delle più irritanti novità degli ultimi anni; il più delle volte, se non si tratta di pubblicità a favore dei suddetti comodi finanziamenti personalizzati, si ha a che fare con una gigantografia che pubblicizza le specialità di qualche postribolo travestito da ristorante; ai limiti della provincia ne son venuti su diversi senza che nessun "occidentalista" da family day trovasse niente da ridire. Pubblicità di altro genere, ma solitamente con soggetto unico di femmine con pochi stracci addosso qualunque sia l'oggetto da pubblicizzare, si trovano sui viali praticamente dappertutto e, non bastando stendardi da lampioni e fermate dell'autobus, si è pensato bene di impiantare anche delle specie di totem illuminati e di coprire di pubblicità anche le facciate degli edifici in restauro. 
Il tutto viaggiando ben ingorgato, con professionisti del non si sa cosa (probabilmente del non fare alcunché per giornate intere) in abiti grigio pirla che sfrecciano in scooter anche sui marciapiede e che superano da destra come se nulla fosse, e macchine parcheggiate in tripla fila davanti al bar, al tabaccaio, al giornalaio.
L'arrivo al bar sotto casa è salutato da vecchi conoscenti impegnati in lavori veri, che non contemplano l'utilizzo di cravatte o di cellulari, ma quello della cazzuola, del cacciavite, o delle cesoie da potatura. Nella conversazione che si avvia si affastellano contratti non rinnovati, lavori mal pagati o non pagati affatto, straordinari da cercare sul vocabolario perchè nessuno sa che cosa siano, incidenti sul lavoro incredibili che, dati alla mano, hanno fatto fuori più di quaranta persone solo nei primi sei mesi del 2007.
Sarà ormai chiaro che avendo giornate intere da trascorrere altrimenti per onorare gli impegni presi, il sottoscritto ha occhi per altre cose e non può certo soffermarsi sul "degrado" del centro storico di Firenze; anzi, si è fatto l'idea che il centro di Firenze sia più vivo che mai, e che indice di questa vitalità sia proprio il numero crescente di persone che ne utilizza le strade come strade e le piazze come piazze, come sempre è stato. E come da qualche lustro dà fastidio a chi, in nome -si presume- dei propri investimenti immobiliari -ossia di roba che in teoria ti permette di vivere senza fare un cazzo da un anno all'altro- è intenzionato a trasformare strade e piazze in altrettanti salotti buoni. Queste persone -poche in verità, ma fin troppo ascoltate da politici e redattori- sono state inquadrate benissimo da Erri de Luca, che le considera capaci di classificare come terrorismo qualsiasi cosa che non produca un reddito. Con lo stesso spirito è possibile che venga da esse definita "illegalità" qualunque manifestazione vitale non comporti transazioni economiche a senso unico, ossia da chi ha poco verso chi ha molto; la più "autorevole" testimonianza "letteraria" di questa gente è proprio la paginetta de "La rabbia e l'orgoglio" in cui, mescolando con collaudata formula esagerazioni e patenti bugie, Oriana Fallaci racconta "“di quando i musulmani somali tirarono su una gran tenda e per mesi oltraggiarono piazza Duomo perché il governo non rinnovava i passaporti. Una tenda posta di fronte alla cattedrale di S.Maria del Fiore e al lato del Battistero per di più fornita di corrente elettrica (gratis) da parte dell’Enel. E insieme alle loro radio con la voce sguaiata dei muezzin, le strisce di urina sui marmi del Battistero e il fetore dello sterco che bloccava il portone di San Salvatore al Vescovo". Insomma, fuggite da un paese in guerra permanente -tra l'altro ex colonia del cattolicissimo Regno d'Italia, costrette a forme estreme di protesta per poter vivere senza l'incubo continuo dell'espulsione, le persone che ebbero quest'idea avevano sostanzialmente la colpa di non essersene rimaste buone buone a crepare di sete nel loro deserto di merda, sempre che qualcuno non gli sparasse prima addosso così si faceva anche festa prima. Il bello è che la concione proseguiva pure con la minaccia esplicita di dar fuoco a tutto: una minaccia formulata con estrema frequenza dagli "occidentalisti" più compresi nel loro ruolo, nei confronti di tutti coloro che per qualunque inezia hanno il grave torto di non piacergli. Chissà se qualcuno di questi formulatori ha mai visto qualcuno bruciare vivo, ha mai sentito l'odore di un peritoneo aperto, si è mai fatto anche solo venti minuti di trincea mentre vengono giù proiettili come grandine.