Alle femministe di un tempo, (ma ce ne sono ancora? Ce le ricordiamo bene in piazza a gridare: “è mia e me la gestisco io”) a quelle che si sono battute per la rivoluzione sessuale, per la parità tra i sessi e per le pari opportunità vorremmo chiedere: ma non è che anche voi state con l’Islam? Non ricordiamo oceaniche manifestazioni per i diritti delle donne che vivono nei paesi islamici ed è probabile che molte donne d'"Occidente" stiano pensando che lo hijab ed i ruoli ancora abbastanza definiti che sono consuetudine in quelle terre deformino assai meno le stesse donne ed il rapporto tra i sessi di quanto non facciano il consumismo ed il conformismo imposto dal mercato, che da decenni hanno reso definibili le persone pressoché esclusivamente in base ai loro consumi..
Da qualche anno si vedono donne rispettose dello hijab anche sulle strade toscane e nei negozi, ed è evidente come i loro bambini, e probabilmente anche loro stesse, vivano con meno angosce, meno costrizioni, meno ansie, meno dipendenza da consumi indotti di quanto non facciano le rispettive controparti "occidentali".
Corano, IV Sura: Versetto 15: “Se le vostre donne avranno commesso azioni infami , portate contro di loro quattro testimoni dei vostri. E se essi testimonieranno, confinate quelle donne in una casa finché non sopraggiunga la morte o Allah apra loro una via d'uscita.”
Il quindicesimo verso di An-Nisa', ("Le donne") fa esplicito riferimento all'adulterio. Lo stato che occupa la penisola italiana ha considerato i "motivi d'onore" delle attenuanti all'omicidio fino al 1981. La draconiana punizione prevista per esso è nella seconda frase del verso che secondo Hamza Roberto Piccardo è da considerarsi abrogata. Esiste un altro verso, il secondo della ventiquattresima sura, in cui si prevede la fustigazione per i fornicatori non coniugati. Le quattro scuole ("madhahib") del diritto sunnita concordano nell'identificare condizioni talmente restrittive per l'effettiva comminazione della pena di morte da rendere di fatto assai difficile la sua applicazione. E' probabile che anche la scuola giuridica sciita che ha dato origine al vilayat-i-fiqh in Iran sarebbe assai più accomodante in materia se i suoi appartenenti non avessero la percezione di vivere in un paese sotto assedio da quasi trent'anni.
Versetto 34 :”Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono [per esse] i loro beni. Le [donne] virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha preservato. Ammonite quelle di cui temete l'insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo, grande.”
La prima frase ribadisce l'obbligo di mantenimento della moglie, che tocca al marito. La credente virtuosa è una mater familias con effettive potestà e responsabilità nella custodia e nell'andamento della casa; una figura concepita in modo praticamente identico si trova nel diritto di quei "popoli di cultura giudaico-cristiana marcati dal pensiero greco-latino" che gli "occidentalisti" considerano un passo avanti agli altri, dove anzi fino all'altro ieri ha costituito l'unico modello previsto e possibile. Il Libro, rivelato in condizioni di scarsità materiale inimmaginabile ai giorni nostri, fornisce al marito gli strumenti necessari a fronteggiare un'insubordinazione che in tali condizioni poteva avere conseguenze irreparabili per l'intero gruppo familiare: il rimprovero, l'esclusione dall'intimità, percosse fisiche che le scuole sunnite tollerano solo se inferte con un fazzoletto(!) o con una frasca sottile. Il rimedio estremo è rappresentato dal divorzio. L'accenno alle "condizioni di scarsità materiale" fa anche venire in mente l'importanza che la povertà e l'abbrutimento da essa provocata hanno per il manifestarsi della violenza domestica, ed autorizza a supporre che l'avversione che gli "occidentalisti" ostentano per l'Islam serva in realtà a contrabbandare, sia pure riveduto e corretto, il vecchio e mai sopito odio di classe.
In "Occidente", invece, le violenze domestiche sono state la regola, col beneplacito di politici e preti, almeno fino agli anni Sessanta del secolo scorso. Non c'era neanche bisogno di un testo sacro che disciplinasse la questione, e forse è in questo che sta la vera superiorità "occidentale". Oggi, come sa qualunque studente di sociologia al primo semestre, la probabilità di finire male ad opera di un marito, di un fratello, di un fidanzato o comunque di un parente è incommensurabilmente superiore a quella di essere aggredite da un perfetto sconosciuto.
Sura II: Versetto 228 :”Le donne divorziate osservino un ritiro della durata di tre cicli , e non è loro permesso nascondere quello che Allah ha creato nei loro ventri, se credono in Allah e nell'Ultimo Giorno. E i loro sposi avranno priorità se, volendosi riconciliare, le riprenderanno durante questo periodo. Esse hanno diritti equivalenti ai loro doveri, in base alle buone consuetudini, ma gli uomini sono superiori. Allah è potente, è saggio.”
Il verso statuisce semplicemente la 'Idda: si tratta dei tre mesi che seguono lo scioglimento del matrimonio per morte del coniuge, per ripudio o per divorzio; permettono di accertare la paternità di un'eventuale gravidanza della donna. Se l'eventualità non si verifica, l'ex marito (o la famiglia di lui, in caso di morte) non ha più alcun obbligo nei confronti della moglie. Una delle basi del diritto familiare di tutti i tempi. Solitamente i commentatori "occidentalisti" evitano di sottolineare che la sura Al-Baqara ("la giovenca") afferma esplicitamente che le donne "hanno diritti equivalenti ai loro doveri, in base alle buone consuetudini" e si limitano ad evidenziare la "superiorità" maschile, che si traduce essenzialmente in "responsabilità". Responsabilità che molti uomini "occidentali" evitano con ogni mezzo, fino a cercare di figurare nullatenenti -quale che sia il loro reddito- per non pagare alimenti.
La contestualizzazione -peraltro facilissima- di tre dei versi che costituiscono il cavallo di battaglia di chi denigra un Islam invariabilmente presentato come violento e maschilista li rende sicuramente meno alieni di quanto non abbiano interesse a dipingerli gli "occidentalisti".
La vicenda di un imam egiziano, Abdul Majad Rejab, condannato in Spagna per aver scritto un testo sul rapporto tra i coniugi (non è dato sapere se si tratti effettivamente di un "vademecum su come picchiare la moglie" o, com'è lecito sospettare, di un testo ben più complesso) è utilizzata da qualche anno dagli "occidentalisti" per rafforzare le loro convinzioni contro il Nemico che ha sostituito il comunismo. Un nemico metafisico sul quale proiettare limiti e contraddizioni che sono, invece, propri. Si evita in questo modo di esporre alla pubblica esecrazione il comportamento dei tanti, tantissimi uomini "occidentali" che disattendono sistematicamente, e vantandosene, i propri doveri nei confronti delle consorti, senza che nessuno pensi a processarli, senza che trovino guida in alcun libro per comportarsi in questo modo, senza che eventuali sentenze di Cassazione o di Corte Costituzionale più o meno favorevoli a chi si trova nelle condizioni dell'asserita "inferiorità femminile" incidano affatto su simili condotte. Condotte che nei fatti, nella quotidianità, all'interno dei gruppi di pari ed in quattro quinti buoni delle trasmissioni televisive sono legittimate dal denaro, come tutto il resto in "occidente".
Da qualche anno si vedono donne rispettose dello hijab anche sulle strade toscane e nei negozi, ed è evidente come i loro bambini, e probabilmente anche loro stesse, vivano con meno angosce, meno costrizioni, meno ansie, meno dipendenza da consumi indotti di quanto non facciano le rispettive controparti "occidentali".
Corano, IV Sura: Versetto 15: “Se le vostre donne avranno commesso azioni infami , portate contro di loro quattro testimoni dei vostri. E se essi testimonieranno, confinate quelle donne in una casa finché non sopraggiunga la morte o Allah apra loro una via d'uscita.”
Il quindicesimo verso di An-Nisa', ("Le donne") fa esplicito riferimento all'adulterio. Lo stato che occupa la penisola italiana ha considerato i "motivi d'onore" delle attenuanti all'omicidio fino al 1981. La draconiana punizione prevista per esso è nella seconda frase del verso che secondo Hamza Roberto Piccardo è da considerarsi abrogata. Esiste un altro verso, il secondo della ventiquattresima sura, in cui si prevede la fustigazione per i fornicatori non coniugati. Le quattro scuole ("madhahib") del diritto sunnita concordano nell'identificare condizioni talmente restrittive per l'effettiva comminazione della pena di morte da rendere di fatto assai difficile la sua applicazione. E' probabile che anche la scuola giuridica sciita che ha dato origine al vilayat-i-fiqh in Iran sarebbe assai più accomodante in materia se i suoi appartenenti non avessero la percezione di vivere in un paese sotto assedio da quasi trent'anni.
Versetto 34 :”Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono [per esse] i loro beni. Le [donne] virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha preservato. Ammonite quelle di cui temete l'insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo, grande.”
La prima frase ribadisce l'obbligo di mantenimento della moglie, che tocca al marito. La credente virtuosa è una mater familias con effettive potestà e responsabilità nella custodia e nell'andamento della casa; una figura concepita in modo praticamente identico si trova nel diritto di quei "popoli di cultura giudaico-cristiana marcati dal pensiero greco-latino" che gli "occidentalisti" considerano un passo avanti agli altri, dove anzi fino all'altro ieri ha costituito l'unico modello previsto e possibile. Il Libro, rivelato in condizioni di scarsità materiale inimmaginabile ai giorni nostri, fornisce al marito gli strumenti necessari a fronteggiare un'insubordinazione che in tali condizioni poteva avere conseguenze irreparabili per l'intero gruppo familiare: il rimprovero, l'esclusione dall'intimità, percosse fisiche che le scuole sunnite tollerano solo se inferte con un fazzoletto(!) o con una frasca sottile. Il rimedio estremo è rappresentato dal divorzio. L'accenno alle "condizioni di scarsità materiale" fa anche venire in mente l'importanza che la povertà e l'abbrutimento da essa provocata hanno per il manifestarsi della violenza domestica, ed autorizza a supporre che l'avversione che gli "occidentalisti" ostentano per l'Islam serva in realtà a contrabbandare, sia pure riveduto e corretto, il vecchio e mai sopito odio di classe.
In "Occidente", invece, le violenze domestiche sono state la regola, col beneplacito di politici e preti, almeno fino agli anni Sessanta del secolo scorso. Non c'era neanche bisogno di un testo sacro che disciplinasse la questione, e forse è in questo che sta la vera superiorità "occidentale". Oggi, come sa qualunque studente di sociologia al primo semestre, la probabilità di finire male ad opera di un marito, di un fratello, di un fidanzato o comunque di un parente è incommensurabilmente superiore a quella di essere aggredite da un perfetto sconosciuto.
Sura II: Versetto 228 :”Le donne divorziate osservino un ritiro della durata di tre cicli , e non è loro permesso nascondere quello che Allah ha creato nei loro ventri, se credono in Allah e nell'Ultimo Giorno. E i loro sposi avranno priorità se, volendosi riconciliare, le riprenderanno durante questo periodo. Esse hanno diritti equivalenti ai loro doveri, in base alle buone consuetudini, ma gli uomini sono superiori. Allah è potente, è saggio.”
Il verso statuisce semplicemente la 'Idda: si tratta dei tre mesi che seguono lo scioglimento del matrimonio per morte del coniuge, per ripudio o per divorzio; permettono di accertare la paternità di un'eventuale gravidanza della donna. Se l'eventualità non si verifica, l'ex marito (o la famiglia di lui, in caso di morte) non ha più alcun obbligo nei confronti della moglie. Una delle basi del diritto familiare di tutti i tempi. Solitamente i commentatori "occidentalisti" evitano di sottolineare che la sura Al-Baqara ("la giovenca") afferma esplicitamente che le donne "hanno diritti equivalenti ai loro doveri, in base alle buone consuetudini" e si limitano ad evidenziare la "superiorità" maschile, che si traduce essenzialmente in "responsabilità". Responsabilità che molti uomini "occidentali" evitano con ogni mezzo, fino a cercare di figurare nullatenenti -quale che sia il loro reddito- per non pagare alimenti.
La contestualizzazione -peraltro facilissima- di tre dei versi che costituiscono il cavallo di battaglia di chi denigra un Islam invariabilmente presentato come violento e maschilista li rende sicuramente meno alieni di quanto non abbiano interesse a dipingerli gli "occidentalisti".
La vicenda di un imam egiziano, Abdul Majad Rejab, condannato in Spagna per aver scritto un testo sul rapporto tra i coniugi (non è dato sapere se si tratti effettivamente di un "vademecum su come picchiare la moglie" o, com'è lecito sospettare, di un testo ben più complesso) è utilizzata da qualche anno dagli "occidentalisti" per rafforzare le loro convinzioni contro il Nemico che ha sostituito il comunismo. Un nemico metafisico sul quale proiettare limiti e contraddizioni che sono, invece, propri. Si evita in questo modo di esporre alla pubblica esecrazione il comportamento dei tanti, tantissimi uomini "occidentali" che disattendono sistematicamente, e vantandosene, i propri doveri nei confronti delle consorti, senza che nessuno pensi a processarli, senza che trovino guida in alcun libro per comportarsi in questo modo, senza che eventuali sentenze di Cassazione o di Corte Costituzionale più o meno favorevoli a chi si trova nelle condizioni dell'asserita "inferiorità femminile" incidano affatto su simili condotte. Condotte che nei fatti, nella quotidianità, all'interno dei gruppi di pari ed in quattro quinti buoni delle trasmissioni televisive sono legittimate dal denaro, come tutto il resto in "occidente".