Nella penisola italiana le gazzette hanno un rapporto con la realtà tutt'altro che ambiguo, dal momento che si limitano ad evitare qualsiasi cosa abbia a che fare con essa.
Solo che la realtà è eludibile fino ad un certo punto, e a volte se ne coglie l'essenza letteralmente tra le righe, come in questo caso.
La politica "occidentalista" sta da anni tentando di piazzare ai primi posti dell'agenda setting la vicenda di due militari tutt'ora detenuti nella Repubblica dell'India. Lo impongono questioni lobbistiche abbastanza precise ed esigenze elettorali relativamente ben identificabili. Della professionalità e dell'autorevolezza con cui questo viene fatto abbiamo già trattato a suo tempo.
La politica "occidentalista" sta da anni tentando di piazzare ai primi posti dell'agenda setting la vicenda di due militari tutt'ora detenuti nella Repubblica dell'India. Lo impongono questioni lobbistiche abbastanza precise ed esigenze elettorali relativamente ben identificabili. Della professionalità e dell'autorevolezza con cui questo viene fatto abbiamo già trattato a suo tempo.
Nel corso dell'ultimo anno le ubbidienti gazzette hanno fatto quanto in loro potere per ridurre la Repubblica dell'India -potenza industriale e potenza nucleare con tre milioni e cinquecentomila uomini tra effettivi e riservisti- ad un aggregato di violentatori di bambine. Il solito modo di preparare il terreno. L'idea degli "occidentalisti", adesso, sarebbe quella di impedire alla Repubblica dell'India di prendere parte alla "Expo di Milano", altra questione che abbiamo già sfiorato auspicandone ovviamente l'avocazione a favore di realtà organizzative e sociali più normali.
Nella gazzetta on line che riferisce dell'iniziativa, compare immediatamente sotto anche il titolo di uno scritto che rivela uno dei più autentici e concreti aspetti della esposizione universale milanese.
La verità tra le righe, appunto.
C'è da augurarsi che in India se ne prenda atto; l'umanità consiste anche nel non partecipare in alcun modo ad una cosa del genere.