Traduzione da Strategic Culture, 19 giugno 2018.
 
Che risultato incredibile. Le minacce di fuoco e fiamme, tutto il pestare di piedi per una denuclearizzazione completa, irreversibile e certificata, tutte le sbruffonate dei neoconservatori su Kim Jong Un che doveva consegnare i suoi armamenti nucleari agli Stati Uniti e compiere gli irreversibili passi necessari a liberarsi completamente di ogni potenziale atomico prima che Trump alzasse solo un dito si sono liquefatti di come neve al sole e hanno lasciato il posto ad una scena da amiconi che non si lasceranno mai più.
"L'incontro al vertice svoltosi a Singapore ha avuto molto di teatrale e pochissimo di sostanza," scrive il professor Steven Walt, "ad eccezione di un tipico omaggio alla Trump. Questa volta Donald Trump si è offerto impulsivamente di interrompere le esercitazioni militari con la Corea del Sud, senza avvertire in anticipo Seoul delle sue intenzioni. In cambio la Corea del Nord ha promesso di fare... nulla. Se questo autonominato negoziatore esperto continua a stringere accordi come questo esisterà senz'altro un Kim Jong Un Hilton a Honolulu prima che una Trump Tower a Pyongyang. Il risultato più significativo dell'incontro di Singapore è rappresentato dalla ormai ultimata trasformazione di Kim... in un leader mondiale serio e impegnato di una qualche levatura."
Tutto questo è stato solo un esempio dei comportamenti creativi e poco ortodossi di Trump, per cui si fa un incontro di persona e soltanto dopo si arriva a un qualche accordo rilevante, come per esempio l'evitamento di una impasse? O forse è stato perché a grandi linee gli obiettivi della politica di Kim Jong Un sono chiari almeno dal 2013, ma il punto di svolta che li ha trasformati da un qualcosa di latente a un qualcosa di concreto è stato il cambiamento di rotta della Corea del Sud, in cui Moon ha ricevuto esplicito mandato di cercare la riunificazione della penisola (obiettivo che i capi politici del Nord hanno a lungo cercato di perseguire)?
Detto con chiarezza, la Russia, la Cina e la Corea del Sud hanno da tempo colto al balzo la palla rappresentata dal sostanziale mutamento di rotta del Sud. Nonostante tutto il loro atteggiarsi gli USA non erano certo in prima fila, e hanno reagito. Forse che Singapore è stata solo la dimostrazione del fatto che a Washington si sono accorti di star perdendo l'occasione per aggregarsi al "gruppo dei quattro"? E' probabile. E probabilmente anche la squadra di Trump si stava accorgendo al gran completo di una cosa, che una denuclearizzazione completa in cambio di "rassicurazioni" statunitensi ampiamente incomplete e comunque reversibili non era proponibile.
Funzionerà? Si arriverà alla denuclearizzazione completa? Il punto non è questo; qui ci troviamo davanti ad un processo momentaneamente in stallo. E la minaccia nordcoreana di mettere a segno sul territorio statunitense un colpo in stile Undici Settembre è stata attenuata.
Non è che questa improvvisa mossa di Trump riflette anche qualcosa d'altro? Non riguarda forse anche l'Iran e con esso l'unico obiettivo concreto della politica estera di Trump, che è quello di un assetto regionale in Medio Oriente che metta in sicurezza lo stato sionista?
La differenza sostanziale fra Corea del Nord e Iran è che la prima ha minacciato direttamente il territorio statunitense, per il quale l'Iran non rappresentava e non rappresenta una minaccia. A differenza della Corea del Nord l'Iran non può smantellare gli armamenti nucleari che non possiede.
Un'altra differenza è che i vicini della Corea del Nord stanno portando avanti un processo politico su base economica e si stanno trascinando dietro gli USA; a fronte dei negoziati condotti dagli USA essi vogliono continuare a contrapporre dati economici concreti. Nel caso dell'Iran la situazione è opposta: i vicini dell'Iran sono quasi a tutti i costi decisi a fare in modo che non si giunga alla distensione e che si inizi ad agire per rovesciare il governo iraniano. Insomma, i vicini dell'Iran sono parte attiva di un processo politico negativo, a differenza del "gruppo dei quattro" che si adopera positivamente affinché si arrivi a una soluzione politica.
Senza dubbio il Presidente Trump, nel caso del vertice con la Corea del Nord, ha investito un capitale politico sostanziale, e ha accettato di correre dei rischi sul piano interno. Con l'Iran si è comportato in modo opposto: gli USA e lo stato sionista stanno ostacolando attivamente qualsiasi paese europeo o di altra collocazione dall'impegnarsi affinché si arrivi a una soluzione politica alla questione del non possesso da parte dell'Iran di armamenti nucleari.
Allo stesso modo, mentre Trump presenta l'accordo con la Corea del Nord per una "completa denuclearizzazione della penisola" come una grande vittoria, nel caso dell'Iran una simile dichiarazione è impossibile, perché l'Iran ha per lungo tempo perorato la causa di un Medio Oriente libero da armamenti nucleari. Lo spettacolo televisivo di Netanyahu che sciorinava documenti iraniani che assicurava essere stati rubati a Tehran è stato imbastito proprio per impedire a Tehran di emettere qualsiasi dichiarazione sulla denuclearizzazione, rendendola priva di significato. "Gli iraniani hanno mentito. Qualsiasi impegno da parte loro è inutile," ha detto il Primo Ministro sionista. Di fatto, Netanyahu ha impedito in questo modo qualsiasi replica del vertice con la Corea del Nord.
In questo contesto in cui le cose vanno all'opposto che nel vertice tra amici stretti con la Corea del Nord e in cui si fa barriera contro qualsiasi soluzione politica sul programma nucleare iraniano, diventano significativi i messaggi su Twitter del blogger saudita Mujtahidd, rispettato e credibile.
Mujtahidd ha scritto che Kushner aveva messo al corrente Mohamed bin Salman (MBS) dei retroscena del vertice con la Corea del Nord:
 
Kushner ha detto a Mohamed bin Salman un dettaglio segreto sull'incontro fra Trump e Kim, di cui erano al corrente solo pochi intimi della Casa Bianca e probabilmente sconosciuto persino al Congresso. Dopo che Mohamed bin Salman si era detto preoccupato che qualcosa di simile succedesse anche con l'Iran, con Trump che apriva improvvisamente all'Iran senza condizioni, voltando così le spalle a bin Salman.
 
Kushner ha detto a bin Salman che prima di un confronto militare con l'Iran Trump è intenzionato a promuovere la propria immagine di pacificatore ed è stato per questo che si è prestato a un simile risultato [il vertice di Singapore]. Dapprincipio Kim si è mostrato entusiasta di dare l'annuncio della denuclearizzazione prima ancora dell'incontro, ma quando la Cina ha notato che anche Trump era entusiasta, ha deciso di fargli sapere sottobanco che il prezzo per il vertice era la fine della guerra commerciale con la Cina.
 
La Cina poi ha fatto sapere a Kim di far marcia indietro rispetto all'iniziale volontà di tenere un incontro al vertice, e questa è la situazione che è rimasta in essere fino a quando Trump non ha segretamente promesso alla Cina di interrompere la sua guerra commerciale. Prova del fatto è stata la caduta del bando verso l'operatore delle telecomunicazioni cinese ZTE, accusato di spionaggio tecnico e commerciale contro gli USA.
 
Quando il Congresso ha respinto la decisione presidenziale di far cadere il bando contro la ZTE, Trump ha promesso ai cinesi, di concerto con Kushner, di mettere il veto alla decisione del Congresso.
 
Dopo aver avuto queste spiegazioni da Kushner, bin Salman è stato rassicurato che il confronto con l'Iran sta andando avanti. L'essere messo a conoscenza di questo segreto lo ha inorgoglito molto, e ha espresso la sua soddisfazione nelle conventicole [saudite].
Si tratta di una spiegazione plausibile. Non esiste alcuna prova a sostegno di queste affermazioni, ma Mujtahidd si è dimostrato nel giusto molte volte. L'operazione mediatica di Singapore ha consentito a Trump di accreditarsi come uomo di pace plausibile. Non ci sarà -non potrà proprio esserci- alcuna risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu a favore di un intervento statunitense contro l'Iran, ma le foto di Singapore fanno testo: rappresentano la buona volontà di Trump. Esse suggeriscono inoltre che Trump sia sempre stato aperto al negoziato, cosa che nel caso dell'Iran non è certo vera a meno che non si presenti l'eventualità di rovesciarne il governo. Insomma, le foto da amiconi fatte con Kim Jong Un lo immunizzano dall'accusa di essere null'altro che l'ennesimo neoconservatore.  
Insomma, per il momento la situazione con la Corea del Nord è stata sistemata così, e i negoziati sul lungo termine stanno andando avanti; Trump è libero di far salire la tensione con l'Iran e senza le concrete preoccupazioni che c'erano nel caso della Corea, perché l'Iran non può minacciare in nessun modo il territorio statunitense.
Putin, al vertice della Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai cui era presente anche il Presidente Rouhani, si è esplicitamente impegnato a sostenere l'Iran e l'accordo sul nucleare iraniano. Nella stessa coccasione la Cina ha invitato l'Iran ad avvalersi della borsa merci di Shanghai per quanto riguarda le proprie esportazioni di energia. La Russia e la Cina possono proteggere l'Iran dall'implosione economica, ma nessuna delle due può condurre un processo di pace contro la marea statunitense e sionista, aggressiva e in pieno rigoglio.
Cosa è successo a Singapore, insomma? Pare che Trump abbia aggiunto i neoconservatori alla propria base elettorale... proprio in tempo per le elezioni di metà mandato al Congresso. A Singapore c'era Bolton, e il Presidente degli USA si è fatto un punto d'impegno di presentare a Kim Jong Un proprio la bandiera dei neoconservatori, tra tutti i presenti. Esiste una nutrita aneddotica sull'avversione, forte e fondata su buoni motivi, che la Corea del Nord ha per Bolton. Lo stesso Bolton si è prestato alla cosa e non ha detto una sola parola dal suo repertorio consueto, quello in cui, per intenderci, la Corea del Nord dice menzogne perché è nella sua natura.
Bolton si è comportato in modo stranamente affabile ed educato. Cosa c'era in ballo dietro un atteggiamento così insolitamente condiscendente? Lo stesso Mujtahidd potrebbe darci la risposta, grazie al desiderio di Jared Kushner di tenersi buono Mohammed bin Salman: "prima di un confronto militare con l'Iran Trump è intenzionato a promuovere la propria immagine di pacificatore ed è stato per questo che si è prestato a un simile risultato [il vertice di Singapore]".
Nel caso fosse servita una conferma al fatto che dietro il miele e i lustrini di Singapore ci sono un confronto geopolitico di vasta portata e intenzioni miserabili, a procurarla ci ha pensato la Norvegia.
Col fiuto infallibile che hanno quando si tratta di mal giudicare le cose,  i norvegesi hanno dato eco all'idea di assegnare a Trump il Nobel per la pace. Ci sta che Mujtahidd abbia proprio ragione.
L'Iran rimarrà sotto assedio fino alla resa? Il nodo scorsoio di Trump sarà un fallimento. In questo caso, magari, ai vertici della politica dello stato sionista qualcuno capirà meglio che l'era unipolare dei G7 è finita, e che sta nascendo il mondo multipolare voluto da Russia e Cina.