| ||
Repubblica dello Yemen, gennaio 2008. Il ritratto di Saddam Hussein in un negozio di alimentari della cittadina di Beit al Faqih, frequentatissima per il suo mercato del venerdi. |
Marzo 2008. Sono passati cinque anni dall'aggressione statunitense all'Iraq ed il concertone della propaganda ha da tempo messo la sordina, davanti ad un paese devastato e ad una guerra non soltanto peggio che inutile, ma condotta in modo inqualificabile, approssimativo e con una inaspettata ed imprevista dose di incompetenza, della quale perfino il telespettatore medio riusciva ad avere percezione attraverso i telegiornali pur infarciti di balle.
Le smentite ai pretesti addotti dalla propaganda yankee a giustificativo dell'aggressione non si contano più da tempo, ma il 13 marzo è nientemeno che il Corriere della Sera, organo "occidentalista" sulle cui pagine è passato il peggio di quel vergognoso periodo, a pubblicare un articolo secondo il quale è lo stesso Pentagono ad esser giunto alla conclusione che i legami tra il regime baathista e la cosiddetta AlQaeda (qualunque cosa essa sia o non sia) erano inesistenti.
Il rapporto del Pentagono definisce Saddam Hussein un "terrorista"; essendo il "terrorismo", per il linguaggio gazzettiero, qualunque comportamento umano non sposti denaro dalle tasche di chi ne ha poco a quelle di chi ne ha molto, lo incolpa sostanzialmente di essersi ostinato a respirare... fin quando non glielo hanno impedito cause di forza maggiore. E fin qui niente di strano. L'ultimo capoverso dell'articolo afferma invece:
Lo studio del Pentagono contraddice una delle “ragioni” presentate da Bush per giustificare la guerra: la collusione tra i qaedisti e la dittatura di Saddam. Prima dell’invasione la presenza di terroristi islamisti era limitata alla fazione Al Ansar e agli uomini di Al Zarkawi attestatisi in alcune basi nel Kurdistan. E’ dopo la caduta di Bagdad che i seguaci di Osama hanno scatenato la loro offensiva. Al Zarkawi si è spostato nell’area sunnita e dall’estero sono arrivati centinaia di volontari.
In altre parole, l'aggressione perpetrata dalla lobby teocon con la scusa di andare a caccia degli ex amici nel conflitto afghano, ha semplicemente creato l'ennesimo problema che prima non c'era. Le vittime irachene di cinque anni di guerra -che nessuno si è mai curato di contare sul serio- ringraziano.