Benjamin Netanyahu, agosto 2024.

Traduzione da Strategic Culture, 5 agosto 2024.
 
Gli indizi sono sotto gli occhi di chiunque voglia vederli; l'Occidente può anche negare l'evidenza, basta che poi non si lamenti delle conseguenze del suo comportamento e che non cerchi di sfuggirne.
No. Questa mancanza di attenzione non rappresenta un qualche nuovo genere di delirio occidentale e tantomeno significa che stiamo vivendo un crollo generale delle condizioni mentali. Si tratta di qualcosa di peggio: si tratta di un ritorno a una versione dogmatica e autoritaria della verità che, come lamenta il fisico dissidente Eric Weinstein, ha distrutto (in Occidente) anche la vera scienza, ignorando e mettendo a tacere le sue voci dissidenti più importanti e premiando invece coloro che adottano comportamenti fraudolenti.
Si pensi a quanto segue: il 24 luglio il Primo Ministro Netanyahu si è rivolto al Congresso degli Stati Uniti affermando, in modo recisamente manicheo, che l'Occidente si trova di fronte a un "asse del male" (Iran e alleati) e che gli Stati Uniti devono partecipare alla sua distruzione. Si è trattato di un invito a partecipare ad uno scontro di civiltà.
Il suo invito è stato accolto dai legislatori statunitensi con cinquantotto applausi a scena aperta.
Netanyahu è tornato in patria all'indomani di una tragedia verificatasi nella comunità drusa del Golan. I frammenti di un missile hanno colpito dei ragazzi che stavano giocando a calcio, uccidendone e ferendone molti; le esatte circostanze non sono ancora chiare. La razionalità occidentale è perfettamente in grado di dedurre innanzitutto che Majdal Shams si trova in territorio siriano occupato; in secondo luogo, che la comunità drusa vi rimane in maggioranza siriana perché rifiuta la cittadinanza dello stato sionista, e che è in gran parte filo siriana. Infine, che i drusi non sono né ebrei né cittadini sionisti. L'Occidente sembra tuttavia non riuscire a trarre un'altra conclusione molto ovvia: Perché mai Hezbollah dovrebbe attaccare intenzionalmente una comunità siriana in territorio siriano che in gran parte simpatizza con la Resistenza? Hezbollah non lo farebbe. Eppure questo dato evidente viene completamente ignorato da una razionalità che, come suggerisce Weinstein, preferisce attivamente la frode alla verità. Il portavoce Kirby ha detto che Hezbollah ha attaccato dei bambini nel nord dello stato sionista.
Il ministro della Difesa dello stato sionista ha ripetutamente affermato: "Non vogliamo la guerra". I leader occidentali ripetono lo stesso concetto: nessuno vuole la guerra. "Siamo assolutamente fiduciosi che la risposta dello stato sionista sarà contenuta e limitata ad obiettivi militari". La Casa Bianca: "A nostro avviso, non c'è motivo per un'escalation drammatica nel Libano meridionale e ci sono ancora tempo e spazio per la diplomazia".
E a quel punto cosa succede? Vengono uccisi due personaggi di primo piano: uno a Beirut e l'altro a Tehran, ovvero in territorio sotto sovranità iraniana. I leader occidentali esprimono la loro "preoccupazione". Come ha notato il premier del Qatar, la vittima di Tehran era Ismail Haniyeh di Hamas, una figura fondamentale per i negoziati sugli ostaggi a Gaza.
Anche questo si farà finta di non saperlo, nonostante la volontà di Netanyahu di intrecciare Hamas, Hezbollah e l'Iran in un unico "asse del male" secondo quanto ha detto davanti al Congresso in seduta plenaria debba risultare evidente anche all'ottusità di Washington.
Teniamo presente il criterio adottato dalla Repubblica Islamica dell'Iran dopo l'assassinio di un alto funzionario del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica nel consolato iraniano di Beirut nell'aprile 2024: d'ora in poi l'Iran risponderà direttamente, e direttamente dall'Iran. Washington dice di non volere una guerra con l'Iran, ma Netanyahu si è esplicitamente pronunciato a favore di essa. Forse il suo punto di vista è sfuggito, ai legislatori statunitensi?
Per quasi dieci mesi lo stato sionista non è stato in grado di stabilizzare la situazione lungo il confine settentrionale e di consentire il ritorno alle loro case dei cittadini sionisti sfollati. Anche se l'attacco a Beirut non dovesse portare a una guerra di più vasta portata, la via del negoziato per riportare la stabilità sul confine libanese non è più praticabile e non è più praticabile nemmeno per arrivare a un accordo sugli ostaggi a Gaza. "Come può avere successo una mediazione quando una delle parti assassina il negoziatore dell'altra?", ha osservato ironicamente il premier qatariota al-Thani.
In Occidente si sorvolerà anche su quanto è successo nello stato sionista lo stesso giorno in cui sono avvenuti gli omicidi: civili armati di destra sono usciti dai loro insediamenti e hanno preso d'assalto due basi militari delle forze armate sioniste. Queste irruzioni di massa di sapore anarchico, fomentate da diversi membri della coalizione di governo che in alcuni casi vi hanno anche preso parte, sono state irosamente condannate del Ministro della Difesa Gallant.
Ad appoggiare l'iniziativa sono stati un ministro e diversi altri membri della Knesset, che cercavano di liberare i riservisti sospettati di aver gravemente abusato di un detenuto palestinese arrivando anche a sodomizzarlo. Secondo le informazioni che trapelano dai servizi di sicurezza un detenuto ferito è stato portato in ospedale con gravi lesioni -anche nelle parti intime- che lo hanno reso incapace di camminare.
Commentando l'irruzione nelle basi delle forze armate Ben Gvir, alla testa del ministero responsabile della polizia e del sistema penitenziario dello stato sionista, ha detto che "vedere agenti della polizia militare andare a Sde Teiman per arrestare i nostri uomini più eroici è semplicemente vergognoso".
Ma il contesto generale è quello descritto da Yossi Melman:
La destra messianica nazionalista con l'appoggio, la condiscendenza o il silenzio di ministri e deputati della destra sta mettendo in atto un "putsch". I giovani scendono dalle colline dello "Stato di Giuda" per agire con gli stessi metodi violenti usati contro i palestinesi, [che adesso] vengono usati contro lo stato sionista. Il parlamentare della Knesset Limor Son Har-Malech (Otzma Yehudit) ha detto: "Il popolo di Israele combatterà contro i nemici esterni e contro i nemici interni che cercano di distruggerci" [come il procuratore che sta cercando di indagare sulle torture praticate a Sde Teiman]. L'idea della coltellata alla schiena e del tradimento ad opera di elementi interni riecheggia le voci della Germania del primo dopoguerra.
Anche in questo caso si è sorvolato su una cosa che non ha fatto notizia: la situazione a Sde Teiman era ampiamente nota e si diceva che fosse "più orribile di qualsiasi cosa abbiamo sentito su Abu Ghraib e su Guantanamo". Un rapporto delle Nazioni Unite ha riferito in modo dettagliato che i palestinesi detenuti arbitrariamente vi hanno subito torture e maltrattamenti. I civili armati provenienti dagli insediamenti hanno tuttavia descritto coloro che hanno commesso lo stupro come "eroi" e hanno trattato gli investigatori delle forze armate sioniste come se fossero a servizio del nemico. I rapporti fanno pensare che i responsabili dei fatti di Sde Teiman possano contare su qualche protettore ai piani alti.
Questo resoconto che denuncia la pratica sistematica della tortura segue precedenti rivelazioni secondo cui l'esercito sionista avrebbe contrassegnato decine di migliaia di abitanti di Gaza come sospetti da assassinare servendosi di un sistema guidato dall'intelligenza artificiale chiamato Lavender, caratterizzato da scarsa supervisione umana e da criteri molto laschi per la definizione dei bersagli.
Con questo stesso spirito i ministri di destra dell'esecutivo hanno espresso sui media sociali durante la mattinata del 31 luglio la propria soddisfazione per l'assassinio di Ismail Haniyeh a Tehran: "Questo è il modo giusto per riupilre il mondo da questa feccia". Il ministro del Patrimonio Amichay Eliyahu, membro del partito di estrema destra Otzma Yehudit del ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, ha twittato:
Basta con gli accordi di pace campati in aria, basta con la pietà per questi morti che camminano. Sarà il pugno di ferro che li colpirà a portare tranquillità e un minimo di conforto; sarà quello a meglio permetterci di vivere in pace con coloro che cercano la pace. La morte di Haniyeh ha reso il mondo un posto leggermente migliore.
Qual è dunque la verità che l'Occidente ignora intanto che mette la sordina alla realtà, amplificando al tempo stesso le proprie narrative mendaci? È che lo stato sionista di cui si presume di avere contezza è diventato qualcosa di molto diverso. Qualcosa che mette in campo una epistemologia in contrasto con il razionalismo meccanicistico. La maggioranza dell'esecutivo è oggi in mano a gente che professa un culto escatologico di destra e che schiera una milizia di civili armati pronta a scagliarsi contro lo establishment militare e contro lo stato di diritto. Nessuno è stato arrestato per l'attacco e l'irruzione nelle delle due basi. Nessuno si azzarda a farlo.
Moshe "Bogie" Ya'alon, ex Capo di Stato Maggiore delle forze armate dello stato sionista ed ex Ministro della Difesa ha detto quanto segue nel corso di una intervista video sulle forze che stanno prendendo il controllo dello stato sionista:
 
Quando si parla di Smotrich e Ben Gvir, si tenga presente che hanno un proprio rabbino. Il suo nome è Dov Lior. È il rabbino del movimento sotterraneo ebraico, quello che intendeva far saltare in aria la Cupola della Roccia e che prima ancora voleva far esplodere degli autobus a Gerusalemme. Perché? Per accelerare l'esplosione della Guerra Ultima. Non li sentite parlare di Guerra Ultima? Non avete mai sentito parlare del concetto di "sottomissione" secondo Smotrich? Leggete l'articolo che ha pubblicato su Shiloh nel 2017. Il concetto di sottomissione così inteso si basa innanzitutto sulla supremazia ebraica: è un Mein Kampf al contrario.
Mi si rizzano i capelli in testa quando parlo in questi termini così come ne ha parlato lui. Io sono cresciuto e ho studiato in casa di sopravvissuti all'Olocausto e del loro "mai più". Questo è il Mein Kampf al contrario, è la supremazia ebraica: e per questo che [Smotrich] dice: "Mia moglie non entrerà nella stessa stanza in cui c'è un arabo". Questo è un punto fermo di questa ideologia. E poi in realtà quello cui aspira è arrivare nel più breve tempo possibile una guerra di vaste proporzioni. Una guerra di Gog e Magog. Come si può far deflagrare il conflitto, con un massacro come quello della Grotta dei Patriarchi del 1994? Baruch Goldstein era un allievo di questo rabbino. Ben Gvir ha appeso la foto di Goldstein [a casa sua].
Ecco che roba va a contribuire ai processi decisionali del governo.
 
Il rabbino Dov Lior è stato descritto da Netanyahu come "l'unità d'élite che guida Israele", a causa dell'influenza e del controllo che esercita sui coloni armati. L'Irgun del 1948, che attingeva a piene mani dai Mizrahim, sta forse rinascendo?
Non è forse giunto il momento che gli organi dirigenti occidentali scendano dalle nuvole e inizino a interpretare i segnali che si manifestano intorno a loro? Alcune parti in causa -e da prendere sul serio- non vedono le cose come le vedete voi occidentali; essi cercano Gog e Magog, secondo la profezia per cui "i figli di Israele" saranno vittoriosi nella battaglia di Armageddon. Ecco quali rischi ci troviamo davanti.