Fine aprile 2008. Davanti agli apparati della disinformacija dei nostri tempi, la tradizione stalinista può anche andarsi a nascondere.
La demonizzazione è divenuta prassi abituale per i media, che non "informano" più da un bel pezzo, dal momento che "emotivizzare" è molto più redditizio, anche in campagna elettorale.
Questo fatto rende molto difficile, se non impossibile, spiegare ai non addetti ai lavori che "islamicità" e "propensione a delinquere" non sono affatto collegati tra loro. In compenso ha reso la vita per gli immigrati da dar al'Islam ancora più schifosa di quanto non sia già di suo la vita dell'emigrante. L'"Occidente" fa letteralmente pappa dei cervelli altrui ed il resto lo fanno una "cultura" meramente materiale in cui droghe, alcoolici e pornografia sono usciti da tantissimo tempo dalla loro nicchia residuale e sono disponibili non soltanto senza alcuna difficoltà economica o di reperimento, ma anche -e soprattutto- senza che il loro uso ed abuso vengano socialmente biasimati in alcun modo, essendo quello della "sicurezza elettorale" un indiscutibile postulato che serve sostanzialmente a permettere ai ricchi di fare quel che vogliono e a riempire le carceri con i poveri. E l'"Occidente" esporta ora a piene mani la merda che produce o che ispira, con i mercati siriani che traboccano biancheria dalle forme assurde ed i cinema porno a cento metri dalla moschea di Damasco.
Ben vengano dunque le moschee, antidoto allo sradicamento culturale assoluto.
Per abbozzare una reazione alle ciarle della Lega e a chi le avalla, i pratesi di Municipio Verde hanno diffuso la petizione che segue, e che invitiamo a firmare su Firmiamo.it


La nostra Costituzione, che proprio quest’anno compie sessant’anni, recita testualmente che “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume.” (art. 19).
La Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, sottoscritta anche dall’Italia, riprendendo la Dichiarazione Universale dei Diritti Dell’Uomo, dice “Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Tale diritto include la libertà di cambiare religione o convinzione, così come la libertà di manifestare la propria religione o la propria convinzione individualmente o collettivamente, in pubblico o in privato, mediante il culto, l'insegnamento, le pratiche e l'osservanza dei riti.” (art. 10)
Questi sono diritti fondamentali, di tutti gli uomini, a prescindere dalla loro cittadinanza.
Questi diritti, come la libertà di espressione, sono il fondamento di qualsiasi democrazia contemporanea, sono il fondamento della nostra democrazia!
Oggi, a Prato, c’è chi vuole negare questi diritti sanciti costituzionalmente.
Oggi, a Prato, c’è chi chiede che si impedisca la costruzione di luoghi di culto e che le manifestazioni della religiosità siano soggette a controlli e a censure.
Ma questa non può essere l’unica voce sull’argomento.
Noi crediamo che sia ancora possibile costruire insieme una città multiculturale che consenta ai popoli di convivere e di cooperare nello stesso territorio, armonizzando le abitudini civilmente, nel pieno rispetto dello stile di vita del popolo ospitante.
La moschea, il tempio buddista, il capodanno cinese, la chiesa ortodossa, e quant'altro rappresenti l'espressione di una cultura, contribuiscono a creare un tessuto sociale che migliora la vita degli immigrati e rasserena i rapporti umani nelle comunità: l'appartenenza ad una comunità religiosa è un fattore di coesione, sviluppa la solidarietà e aiuta ad affrontare il futuro.
Pertanto, così come è auspicabile che i cattolici possano realizzare la loro presenza sul territorio attraverso la costruzione di un certo numero di templi, adeguato alla popolazione e localizzato secondo regole urbanistiche valide per tutti, è altrettanto giusto che le comunità che ne hanno la possibilità, senza oneri per l'amministrazione, abbiano i loro spazi.
Se vogliamo che le comunità straniere presenti in città si integrino in un sistema normativo pienamente condiviso, dobbiamo promuovere ciò che rende la vita delle persone più dignitosa e più serena.
Chiediamo quindi a tutti i pratesi, memori della solida tradizione democratica della nostra città, di far sentire la propria voce, e di sostenere con forza il diritto degli individui e delle comunità presenti sul territorio a conservare e a praticare la loro cultura, anche religiosa, quando essa non contrasti con le leggi del nostro paese.