Il 25 aprile 2009 alcuni partecipanti ad un corteo studentesco tolsero di mezzo -con le cattive- un gazebo propagandistico della lista elettorale "Giovanni Galli sindaco". La totale mancanza di altri e più validi argomenti (sono arrivati a presentare le screpolature nell'asfalto come il principale problema di Firenze...) i mass media più ammanicati all'"occidentalismo" fiorentino campano sull'episodio per una settimana buona.
Questo blog viene redatto e seguito gratis da un signor nessuno, che scrive per altri signori nessuno, e di solito vivacchia con una ventina di visite al giorno. Questo, nelle giornate di grazia.
"Il Giornale della Toscana", di suo, avrebbe tirature appartenenti allo stesso ordine di grandezza, ma siccome non se lo può permettere dal momento che ci sono di mezzo un sacco di quattrini e forse anche qualche voto, ogni notiziola politicamente accettabile -e sfruttabile- va tenuta artificialmente in vita con vere e proprie operazioni di accanimento terapeutico. In via Cittadella sono dei maghi, in operazioni del genere: sicché lo sgazzebamento del palloniere (una "new" praticamente decrepita, essendo trascorsa una settimana e più dal fatto) offre il pretesto per un'altra mezza pagina anche domenica 3 maggio. Una settimana di bizze e di pestar di piedii per un petardo e un paio di fumogeni. Ah, i gravi problemi di Firenze, i'ddegrado e la sihurezza...!
Alla truppa del "Giornale della Toscana" verrebbe da consigliare una domenica al pallonaio di Campo di Marte o, in alternativa, una mezza giornata con il feudo elettorale fascista rappresentato dagli adepti del Pallone Travestito, una sorta di pallonaio temporaneo che a Firenze si mette in piedi un paio di volte l'anno in una piazza del centro; quattro squadre di energumeni regolano su un campo di tufo le pendenze di un anno di sgarbi, sgarri, lavori e lavoretti sempre nebulosi e spesso scaltri. Se con un petardo hanno campato una settimana, con qualche ora di discorsi e di propositi da grand guignol e con gli scambi di cortesie cui sono usi i frequentatori di pallonaio, potrebbero programmare le rotative un mese per l'altro e lavorare al massimo un paio d'ore la settimana. Il giornale in edicola ci arriverebbe comunque e farebbero meno fatica.
Ora, sappiamo tutti benissimo che realtà del genere sono intoccabili perché a Firenze rappresentano alcuni tra i pochi serbatoi di voti cui il pallonier Galli possa guardare con un minimo di speranza; avanti tutta, dunque, con l'autoreferenzialità del gazebo sparecchiato.
L'articolo in sé non offre nulla di particolarmente rilevante e conferma soltanto un dato di fatto acquisito da tempo: i guitti che a Firenze rappresentano il Piddì con la elle recitano a meraviglia. Il copione è un po' monotono perché mettono in scena sempre lo stesso spettacolo, in cui interpretano loro stessi che si rifiutano di credere di essere oggetto della disistima, se non dell'odio, di una consistente parte della cittadinanza. Di recita si tratta, e di recita in malafede. A sostegno di questo assunto esiste una casistica sterminata. Una casistica in cui il comune denominatore che unisce comunicati stampa, interviste ed altro ciarpame "occidentalista" mandato tutti i giorni ad ingolfare i mass media è costituito dalla continua delegittimazione democratica degli avversari politici. Facciamo soltanto un esempio.
Nel marzo 2003 l'ubriacone Bush e la sua manica di gangster stavano accingendosi ad aggredire l'Iraq e a scoperchiare un vaso di Pandora che avrebbe finito per spazzare via milioni di vite e per ridurre l'AmeriKKKa da Unica Superpotenza Mondiale a Paese Come Un Altro E Speriamo Di Cavarcela Che Ancora Non E' Detta.
Nella penisola italiana l'adesione "occidentalista" alle menzogne della propaganda yankee non ammetteva dubbi o diversioni, pena la gogna mediatica come propedeutico della galera vera e propria.
Ai tempi, coordinatore toscano di Forza Italia era un certo Roberto Tortoli.
La Toscana grondava bandiere iridate; di quella guerra non voleva sentir parlare, rivelando in questo doti di preveggenza assolutamente degne di cittadini che, pur impegnandosi a fondo, gli "occidentalisti" non sono ancora riusciti a degradare a sudditi; dulcis in fundo, negli stessi giorni il padrone in visita nel Chianti venne accolto a fischi, insulti e male parole.
Tutta roba che può disturbare, ma sempre meno molesta di uno solo di quei B52 per i quali quest'aggregato di miserabili ha fatto compatto il tifo.
Il Tortoli definì la Toscana "un buco nero nella democrazia".
Elettoralmente non è una gran pensata, a guardar bene. Sputare nel piatto dove si mangia, e partendo da assunti che a distanza di sei anni hanno rivelato tutta la loro spregevole disumanità, si è rivelato molto controproducente.
La politica reale non è quella delle televisioni. Chi è aduso a ricorrere -e a fidarsi- più di queste che di quella, ed ha fatto proprie istanze come quelle di cui abbiamo fatto minuscolo cenno, a Firenze deve mettere in conto un'accoglienza anche peggiore.
E Roberto Tortoli? Deputato. Con qualche problemuccio di poco conto.
"Il Giornale della Toscana", di suo, avrebbe tirature appartenenti allo stesso ordine di grandezza, ma siccome non se lo può permettere dal momento che ci sono di mezzo un sacco di quattrini e forse anche qualche voto, ogni notiziola politicamente accettabile -e sfruttabile- va tenuta artificialmente in vita con vere e proprie operazioni di accanimento terapeutico. In via Cittadella sono dei maghi, in operazioni del genere: sicché lo sgazzebamento del palloniere (una "new" praticamente decrepita, essendo trascorsa una settimana e più dal fatto) offre il pretesto per un'altra mezza pagina anche domenica 3 maggio. Una settimana di bizze e di pestar di piedii per un petardo e un paio di fumogeni. Ah, i gravi problemi di Firenze, i'ddegrado e la sihurezza...!
Alla truppa del "Giornale della Toscana" verrebbe da consigliare una domenica al pallonaio di Campo di Marte o, in alternativa, una mezza giornata con il feudo elettorale fascista rappresentato dagli adepti del Pallone Travestito, una sorta di pallonaio temporaneo che a Firenze si mette in piedi un paio di volte l'anno in una piazza del centro; quattro squadre di energumeni regolano su un campo di tufo le pendenze di un anno di sgarbi, sgarri, lavori e lavoretti sempre nebulosi e spesso scaltri. Se con un petardo hanno campato una settimana, con qualche ora di discorsi e di propositi da grand guignol e con gli scambi di cortesie cui sono usi i frequentatori di pallonaio, potrebbero programmare le rotative un mese per l'altro e lavorare al massimo un paio d'ore la settimana. Il giornale in edicola ci arriverebbe comunque e farebbero meno fatica.
Ora, sappiamo tutti benissimo che realtà del genere sono intoccabili perché a Firenze rappresentano alcuni tra i pochi serbatoi di voti cui il pallonier Galli possa guardare con un minimo di speranza; avanti tutta, dunque, con l'autoreferenzialità del gazebo sparecchiato.
L'articolo in sé non offre nulla di particolarmente rilevante e conferma soltanto un dato di fatto acquisito da tempo: i guitti che a Firenze rappresentano il Piddì con la elle recitano a meraviglia. Il copione è un po' monotono perché mettono in scena sempre lo stesso spettacolo, in cui interpretano loro stessi che si rifiutano di credere di essere oggetto della disistima, se non dell'odio, di una consistente parte della cittadinanza. Di recita si tratta, e di recita in malafede. A sostegno di questo assunto esiste una casistica sterminata. Una casistica in cui il comune denominatore che unisce comunicati stampa, interviste ed altro ciarpame "occidentalista" mandato tutti i giorni ad ingolfare i mass media è costituito dalla continua delegittimazione democratica degli avversari politici. Facciamo soltanto un esempio.
Nel marzo 2003 l'ubriacone Bush e la sua manica di gangster stavano accingendosi ad aggredire l'Iraq e a scoperchiare un vaso di Pandora che avrebbe finito per spazzare via milioni di vite e per ridurre l'AmeriKKKa da Unica Superpotenza Mondiale a Paese Come Un Altro E Speriamo Di Cavarcela Che Ancora Non E' Detta.
Nella penisola italiana l'adesione "occidentalista" alle menzogne della propaganda yankee non ammetteva dubbi o diversioni, pena la gogna mediatica come propedeutico della galera vera e propria.
Ai tempi, coordinatore toscano di Forza Italia era un certo Roberto Tortoli.
La Toscana grondava bandiere iridate; di quella guerra non voleva sentir parlare, rivelando in questo doti di preveggenza assolutamente degne di cittadini che, pur impegnandosi a fondo, gli "occidentalisti" non sono ancora riusciti a degradare a sudditi; dulcis in fundo, negli stessi giorni il padrone in visita nel Chianti venne accolto a fischi, insulti e male parole.
Tutta roba che può disturbare, ma sempre meno molesta di uno solo di quei B52 per i quali quest'aggregato di miserabili ha fatto compatto il tifo.
Il Tortoli definì la Toscana "un buco nero nella democrazia".
Elettoralmente non è una gran pensata, a guardar bene. Sputare nel piatto dove si mangia, e partendo da assunti che a distanza di sei anni hanno rivelato tutta la loro spregevole disumanità, si è rivelato molto controproducente.
La politica reale non è quella delle televisioni. Chi è aduso a ricorrere -e a fidarsi- più di queste che di quella, ed ha fatto proprie istanze come quelle di cui abbiamo fatto minuscolo cenno, a Firenze deve mettere in conto un'accoglienza anche peggiore.
E Roberto Tortoli? Deputato. Con qualche problemuccio di poco conto.
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