Fine dell'estate 2009. Fallisce una compagnia aerea low-cost con sede in Slovacchia. La finezza, la distinzione e l'efficienza solerte con cui lo stato che occupa la penisola italiana tratta il centinaio di propri sudditi rimasti a Bratislava è ottima occasione per esprimere un po' di sano disprezzo.
SkyEurope è, o forse dovremmo dire era, una di quelle compagnie aeree low cost che stanno chiudendo bottega una dopo l'altra, vittime di una costellazione di previsioni sbagliate, impicci di vario genere e crisi economica tutt'altro che finita a volte in combutta con l'operato di un management capacissimo di scelte per lo meno discutibili. Fatto sta che a fine agosto 2009 è toccato a centotrenta sudditi peninsulari rimanere a Bratislava, a causa del grounding di SkyEurope dovuto al motivo -piuttosto valido- che non c'era più un centesimo per pagare il carburante degli aerei.
Secondo le gazzette i malcapitati sono andati a Vienna in pullman e sono da lì partiti per Roma Fiumicino. L'occasione si presta bene per un paragone, doveroso ed ovviamente umiliante, tra la politica seguita dal Regno del Marocco e quella seguita dallo stato che occupa la penisola italiana.
Nel luglio dello stesso anno infatti è toccato a MyAir sospendere voli e servizi, divorata viva da un centinaio di milioni di ammanco. In quelle circostanze ai centocinquanta cittadini rimasti per molte ore in attesa in un aeroporto veneto, il Regno del Marocco provvide con un aereo della Royal Air Maroc, una compagnia non low cost specchio di tempi meno forsennati. Lo stato che occupa la penisola italiana in Slovacchia non ha inviato nemmeno sei bottiglie d'acqua minerale, preferendo dedicare risorse ad una opinabile dimostrazione aerea in quel di Tripoli.
Nulla di male, ognuno ha quello che si merita ed in tutta franchezza a chi si sentisse rappresentato da una classe politica come quella che ha dato vita all'esecutivo in carica non avrebbe fatto male far rientro a piedi. Da Bratislava al confine del Brennero, in fondo, sono due passi.
SkyEurope è, o forse dovremmo dire era, una di quelle compagnie aeree low cost che stanno chiudendo bottega una dopo l'altra, vittime di una costellazione di previsioni sbagliate, impicci di vario genere e crisi economica tutt'altro che finita a volte in combutta con l'operato di un management capacissimo di scelte per lo meno discutibili. Fatto sta che a fine agosto 2009 è toccato a centotrenta sudditi peninsulari rimanere a Bratislava, a causa del grounding di SkyEurope dovuto al motivo -piuttosto valido- che non c'era più un centesimo per pagare il carburante degli aerei.
Secondo le gazzette i malcapitati sono andati a Vienna in pullman e sono da lì partiti per Roma Fiumicino. L'occasione si presta bene per un paragone, doveroso ed ovviamente umiliante, tra la politica seguita dal Regno del Marocco e quella seguita dallo stato che occupa la penisola italiana.
Nel luglio dello stesso anno infatti è toccato a MyAir sospendere voli e servizi, divorata viva da un centinaio di milioni di ammanco. In quelle circostanze ai centocinquanta cittadini rimasti per molte ore in attesa in un aeroporto veneto, il Regno del Marocco provvide con un aereo della Royal Air Maroc, una compagnia non low cost specchio di tempi meno forsennati. Lo stato che occupa la penisola italiana in Slovacchia non ha inviato nemmeno sei bottiglie d'acqua minerale, preferendo dedicare risorse ad una opinabile dimostrazione aerea in quel di Tripoli.
Nulla di male, ognuno ha quello che si merita ed in tutta franchezza a chi si sentisse rappresentato da una classe politica come quella che ha dato vita all'esecutivo in carica non avrebbe fatto male far rientro a piedi. Da Bratislava al confine del Brennero, in fondo, sono due passi.