Nel 2010 l'attivismo politico studentesco a Firenze, sfruttato e sbeffeggiato per decenni da una sinistra istituzionale finalmente ridotta ai minimi termini grazie alla mai abbandonata abitudine al cannibalismo reciproco, è ormai aduso in blocco al discredito e al disprezzo per deleghe di qualunque genere. Questo porta ad una sua vistosissima sottorappresentazione in tutti gli organi elettivi, consegnati in blocco ad una politica "istituzionale" che nel contesto di Firenze porta avanti istanze da marziani.
Come si comprenderà dalla lettura del testo, gli scaldapoltrone non riescono neppure a ben capire con chi o con che cosa abbiano a che fare; una "politica" ridotta a ripetizione ecoica di comunicati stampa e alle "contestazioni" sull'infernale balocchino di Zuckerberg ha con la realtà un rapporto peggio che labile


Una mattina di metà aprile l'arrivo di una ventina di contestatori ha provocato qualche tafferuglio alla riunione di un arnese che si chiama "consulta provinciale degli studenti", e che ci è pressoché sconosciuto: in materia di frequenza e di diplomi abbiamo da svariati lustri fatto la nostra parte e di questa "consulta degli studenti" abbiamo qualche contezza solo perché la propaganda politica "occidentalista" è stata costretta a far riferimento ad essa pur di magnificare almeno una vittoria politica a Firenze. Il titolo in oggetto fa riferimento alla versione dei fatti di un esponente "occidentalista" del Consiglio comunale fiorentino; tra il poco che sappiamo di questo signore c'è che l'età delle scuole secondarie l'ha passata da un pezzo, cosa che sarebbe di per sé sufficiente per esortarlo ad alzare un tantino il livello dei suoi interessi. La sua versione dei fatti è il nome che si dava in tempi più normali a quella che le gazzette di oggi definirebbero "la sua verità"; noi, convinti che per lo più la verità sia una e soprattutto del fatto che tra essa e le gazzette ci sia un rapporto piuttosto evanescente, ci atterremo con piacere alla vecchia definizione. Dunque: Francesco Torselli statuisce la gravità assoluta dell'accaduto -qualche spintone, un volantino, un comunicato da leggere, qualche coro neanche lontanamente paragonabile per ridondanza pragmatica a quelli della marmaglia palloniera- e lo paragona senza por tempo in mezzo ai periodi più "cupi" degli anni Settanta. Che sono stati esaltanti per molti, prima che l'eroina si mangiasse via una generazione mietendo imparziale, e che nei ricordi di chi scrive sono un periodo in cui gli individui erano individui e non lasciavano che fossero il mercato ed i comportamenti di consumo a definire la loro identità. Un periodo normale, in cui lo squallore disperato e quotidiano dei giorni d'oggi poteva al massimo trovar posto in qualche romanzo di fantascienza particolarmente incline al pessimismo.
In anni più normali gli estimatori di Codreanu non vantavano i propri successi istituzionali e non facevano torto marcio alle proprie convinzioni infarcendo lo sterminato numero di gazzette a loro disposizione con comunicati stampa perennemente intonati su un continuum che va dall'entusiasmo forsennato le (poche) volte che le cose vanno bene e al vittimismo più cupo le (molte) volte che le cose vanno male.
Va ricordato che non più tardi di un mese fa lo stesso Francesco Torselli è stato araldo di una vera e propria operazione delatoria, messa in atto con lo scoperto appoggio del gazzettame più inquadrato; commentando la cosa asserimmo che la delazione non è un'arma politica di eccelsa nobiltà e che presenta una brutta tendenza al doppio taglio.
Ma passiamo oltre, perché è del registro linguistico della propaganda "occidentalista" e dei tempi più normali che abbiamo intenzione di parlare.
Negli anni stigmatizzati dagli "occidentalisti" non si gridavano slogan e non si tiravano spintoni. Si ammazzava e si moriva.
Si ammazzava nelle maniere più efferate e si moriva in quelle più spaventose, ogni giorno; un estimatore di Codreanu dovrebbe saperlo bene visto che l'ammazzare -e soprattutto il farsi ammazzare eroicamente erano obiettivi perseguiti in piena consapevolezza all'interno della formazione politica fornita dai cuib. Dovrebbe saperlo tanto bene da non componere parva magnis.
In secondo luogo è bene ricordare un altro paio di cose.

La prima è che non si capisce per quale motivo l'"occidentalismo" fiorentino si trovi tanto a disagio davanti a qualche contestazione. Parrebbe di capire che il relativissimo consenso di cui gode si regga su basi eccezionalmente labili, propaganda nonostante, e che le denunce penali siano prassi ordinaria per il rinforzo di essa propaganda; si veda il caso già riportato , in cui si ventila addirittura il ricorso alla Corte dei Conti per neutralizzare i danni che una mazzetta di fotocopie ha fatto alla vulgata "occidentalista" della storia contemporanea. I sudditi dello stato che occupa la penisola italiana non si lamentino poi delle lentezze in cui incappa la macchina burocratica ed amministrativa, costretta a tener conto anche di queste pensate.

La seconda cosa che ci viene in mente riguarda un episodio in cui violenza distruttiva è stata usata davvero; uno degli ultimi verificatisi a Firenze, con la sola esclusione di pochi delitti ascrivibili al comportamento fortemente disturbato dei loro esecutori. All'inizio di dicembre del 2006 una roba palloniera ("partita", la chiamano) si concluse con l'incendio dell'automobile di una gendarmeria tra quelle, pletoriche, presenti nello stato che occupa la penisola italiana. Chi volesse, potrebbe trovare dovizia di dettagli in merito sulle gazzette dei giorni seguenti; invano cercherebbe, sui siti istituzionali, comunicati stampa "occidentalisti" che stigmatizzassero l'episodio: eppure l'"occidentalismo" politico vive proprio di comunicati stampa e di saturazione dei mass media. Nulla di strano. Il sordido ed infero culto del pallone attrae torme di potenziali elettori "occidentalisti" e non è davvero il caso di rovinarsi il bacino elettorale anche solo menzionando episodi come questo.
A Firenze in particolare l'"occidentalismo" politico difende a spada tratta una cosa che si chiama "pallone travestito" o roba del genere; né più né meno che un annuale regolamento di conti tra marmaglie rivali i cui componenti si conoscono tutti tra di loro, e che hanno nella circostanza l'occasione per regolare un anno di pendenze accumulate in attività tra il nebuloso e lo scaltro. Anni fa il "pallone travestito", né più né meno che una rissa istituzionalizzata paludata dagli orpelli con cui si paludano le tradizioni inventate, raggiunse tali eccessi sanguinosi che l'amministrazione comunale fece intendere di non volerne più sapere. Gli "occidentalisti" andarono su tutte le furie.
Sottolineare la sostanziale incoerenza di simili difensori della leggeddellòddine impegnati pellasihurezzacoontriddegrado non basta.
Va ricordato che sono gli individui come questi a costituire i pilastri umani su cui si reggono i tagli scolastici della Gelmini, la TAV, i grandi ed inutili lavori, la CIA che fa quel che diavolo le pare, le notti in discoteca di Ignazio Benito Maria La Russa, le mimetiche da operetta di Ignazio Benito Maria La Russa, le passeggiatine in Afghanistan di Ignazio Benito Maria La Russa, l'aggressione all'Iraq, la pretesa-barzelletta del disarmo di Hizbollah, il controllo unificato di mezzi d'informazione che fanno in blocco rimpiangere l'obiettività e la concretezza della Pravda, i campi di concentramento travestiti da CIE, l'appoggio incondizionato a furbacchioni travestiti da imprenditori ed azionisti, gli scudi fiscali per i furbacchioni travestiti da furbacchioni, i rastrellamenti da SS nel distretto tessile pratese, le pacche sulle spalle tra sionisti veccchi e nuovi mentre a Gaza si muore sotto il fosforo, i terremoti-passerella, le carceri infernali, gli sciali miliardari per le festicciole tra potenti, la militarizzazione della vita sociale, il clima artefatto e demenziale di terrore quotidiano, la gigantesca fogna di favori sessuali ed elettorali che costituisce per intero l'arena politica, ed i gendarmi che prendono a calci i ragazzini sotto l'occhio compiaciuto della spazzatura umana che impesta le redazioni amiche.
E l'elenco sarebbe ancora lungo.


I giovani "occidentalisti": come vorrebbero dare a intendere di essere...


...E come sono davvero. (Fonte: Miguel Martinez)

Le immagini che riportiamo mostrano che il gap tra propaganda e realtà non potrebbe essere più ampio, da ogni punto di vista. Chissà cosa avrebbero pensato quelli della XII Legio Fulminata, le cui tracce abbiamo potuto vedere con i nostri occhi nei dintorni di Qobustan lasciate con ogni probabilità dopo una marcia partita da Palmyra o da Dura Europos, della sfacciata propensione alla delazione che gli "occidentalisti" sono tenuti a coltivare fin dall'adolescenza...