Alla fine di giugno 2010 il gazzettame "occidentalista" sottrae qualche colonna a materie più degne -la pubblicità degli assorbenti interni, il pallonaggio sudafricano dove gli strapagati pallonieri tinti di azzurro si sono tanto ben meritati la paga- per ospitare una polemica su un architetto di origini libanesi e su un'opera commissionatagli per circostanze tutte peculiari.


Lasciare dietro di sé al proprio passaggio una scia di sporco anche morale qualunque cosa si faccia ed in qualunque luogo si vada richiede competenze e dedizione non comuni; eppure gli "occidentalisti" toscani ci riescono benissimo ogni giorno.
Ali Hassoun è un laureato in architettura di origine libanese ed ha dipinto il "palio" per la "carriera" del due luglio 2010. Una "tradizione" tipica della città di Siena. La presentazione dell'opera, sul sito del Comune, affastella spiegazioni superflue e giustificativi inutili: Hassoun ha rispettato il tema imposto dal regolamento e dalle consuetudini, e tanto deve bastare.

Il Palio dipinto da Ali Hassoun per la carriera del 2 luglio celebra la battaglia di Montaperti
di Roberta Ferri

Ali Hassoun, quarantasei anni, nato in Libano, una laurea in architettura conseguita a Firenze, oggi vive e lavora, da artista, a Milano. E' lui il pittore che ha dipinto il drappellone per il Palio dedicato alla Madonna di Provenzano del prossimo 2 luglio, che celebra il 750° anniversario della leggendaria battaglia di Montaperti.
Il drappo di seta, che andrà in premio alla Contrada vincitrice, ricorda, come scrisse Dante nel X canto del'Inferno, “Lo strazio e 'l grande scempio che fece l'Arbia colorata in rosso”, portando Siena a vincere contro la guelfa Firenze. Nella bellissima opera di Hassoun i riferimenti storici ci sono tutti, compreso il richiamo, al grido del nome di San Giorgio, con il quale la prima divisione condotta dal conte d'Arras attaccò il nemico guelfo.
Sulla seta, infatti, primeggia lui, S. Giorgio, dentro un'armatura che riflette la luce irradiata dal volto della Madonna, dipinta, con maestria, in alto. In basso un drago dalle sembianze diaboliche e trafitto da due frecce.
Infatti, come ha detto il pittore: "la battaglia più grande è quella dello sforzo di combattere e vincere il male che è in ognuno di noi".
Al posto dell'elmo, il Santo, nato presumibilmente in Cappadocia, l'odierna Turchia, e morto in Palestina nel IV secolo, porta una kefiah, leggermente rivisitata, che richiama, in maniera esplicita, lo stemma della città di Siena.
Se a una prima lettura l'opera di Ali Hassoun può sembrare piuttosto lineare nei confronti di quanto richiesto dalla committenza, l'occhio di chi guarda nel particolare, senza farsi abbagliare dall'insieme, troverà una serie di precisi richiami a un tema di estrema attualità: la ricerca di una condivisa umanità che, con il raziocinio,schiacci, annientandoli, i sussulti e gli scontri di civiltà in nome di un Dio che non può essere diviso, bensì condiviso.
Il messaggio di Hassoun è forte, e per nulla banale. La corona sul capo della Vergine porta tre simboli: la mezzaluna araba, la croce cristiana e la stella di David. Tre segni monoteistici. Tre significati. Un unico messaggio-auspicio: la pace con l'unione dei popoli.
La sua è un'idea di umanità, che nasce da una universalità ben radicata in un concetto di spiritualità scevra da differenziazioni religiose e politiche. Un concetto identitario che dovrebbe trovare ospitalità in qualsiasi cultura contemporanea.
Non a caso il viso di Maria è dichiaratamente moderno, guardandola, al lobo destro, anche un orecchino, così come il volto di San Giorgio, dove è facile riconoscere il pittore, che non si scherma dietro la tavolozza dei colori. Tutt'altro. Firma il Palio anche in lingua araba.
Il dialogo, aperto da Hassoun, tramite la festa senese su Cristianesimo e Islam ha, infatti, come tramite una delle immagini sacre più amate dai senesi: l'effige della Madonna miracolosa conservata nella Chiesa di Provenzano. E, sempre alla Madonna, l'Islam dedica la 19esima sura del Corano.
San Giorgio sconfisse il male con la sua spada e la sua fede. Siena, in un confronto interculturale, cerca di combattere lo scontro di civiltà scegliendo un pittore che, con la sua arte, riesce a parlare all'intelletto passando dal cuore.

Siena,26 giugno 2010

Le reazioni "occidentaliste", sulle quali abbiamo già avuto modo di infierire, sono state poche e comprese in tutto l'areale che va tra l'ozioso ed il ridicolo, passando per l'incompetente, l'improbabile, l'inutile ed il repellente in tutte le sfumature concepibili.
La gazzetta "occidentalista" chiamata "Corriere della Sera" statuisce che l'opera "ha fatto storcere la bocca a molti", cercando pietosamente di fare carte offrendone un compendio nella sua edizione on line e riuscendo soltanto a registrare qualche dubbio da parte della Curia e l'attivismo fanfarone di un tizio sul conto del quale si dirà qualcosa più avanti.
Quello che ci voleva per far figurare Hassoun come individuo competente e le sue fonti come competenti ed affidabili. A far compagnia all'incompetenza ciarliera della Lega Nord, si diceva, è arrivato soltanto un Luciano Silighini Garagnani, sedicente leader della "Giovane [omissis]". Sulla "Giovane [omissis]" come tale non abbiamo mai avuto modo di pronunciarci compiutamente, trattandosi sostanzialmente di una erigenda greppia di partito in lotta a coltello con altre fazioni della stessa area prima ed ancora di concretizzarsi veramente. Le barzellettistiche intenzioni di quest'individuo rappresentano fin da ora un ottimo auspicio circa il valore di quest'organizzazione, della sua indispensabilità, della levatura morale dei suoi componenti.
Luciano Silinghini Garagnani è un "occidentalista" a tutto tondo, se non ci fosse stato si sarebbe dovuto provvedere ad inventarlo; lo stesso si può dire del suo commensale romano Pier Paolo Zaccai, che nelle stesse ore in cui Luciano Silinghini Garagnani dava saggio del suo impegno come defensor fidei incappava in una disavventura che sarà un problema mettere d'accordo col suo fotoalbum pieno di nipotine, di matrimoni religiosi, di monture belliciste e di severissimi ministri di culto.
Dei "meriti" di Luciano Silighini Garagnani farebbe tra l'altro fede questa testimonianza di assoluto rigore:

Il 14 febbraio 2003, Novella 2000 scrive: "Pare che il noto manager televisivo Luciano Silighini Garagnani dopo aver flirtato prima con Alessia Fabiani, ex letterina e poi con Maddalena Corvaglia, ex velina di "Striscia la notizia" ora s'intrattenga con una ex miss di "La sai l'ultima" e quasi velina bionda Francesca la Gala... ".

Uno stile di vita, degli interessi e delle competenze che sono proprio quello che ci vuole per esprimersi con competenza nel campo dell'iconografia e dell'ortodossia cattolica.