A novembre 2010 un grosso partito "occidentalista" organizza un convegno a Firenze nell'abituale indifferenza della cittadinanza.

Qualcuno ci ha segnalato per e-mail l'iniziativa in oggetto, che non si saprebbe bene se definire comizio, assemblea, conferenza o, forse con più appropriatezza, chiacchierata tra amici.
Cerchiamo di soffocare le risate di sottofondo, concordemente intonate al più assoluto dei disprezzi, e vediamo di cosa si tratta.
Gli "occidentalisti" fiorentini mostrano di solito un buon grado di maturità, in primo luogo evitando puramente e semplicemente di farsi vedere in giro al di là della cerchia di individui cui risulta tollerabile la loro presenza. Nel corso degli ultimi anni si erano specializzati nel coprire di manifesti interi tratti di mura di edifici, di solito annunciando assemblee dal tema perentorio nelle sale riunioni messe a disposizione da qualche albergo. Stavolta non ne abbiamo avuto sentore ed è probabile che la moda delle affissioni abusive abbia fatto il suo tempo. Forse lo stesso vale anche per le sale degli hotel: tutta roba che bisogna pur pagare e qui non siamo certo davanti a gente adusa a casse comuni e sottoscrizioni di solidarietà, e men che mai a mettervi del proprio. Le crapule alberghiere risultano al momento monopolizzate, "occidentalisticamente" parlando, da un'associazione culturale intitolata a Giovanni Papini, un individuo che ci si propone di rimettere nella giusta ottica in una prossima occasione.
Una formazione politica tanto cianciante di "radici cristiane" non dovrebbe avere problemi ad ottenere accesso ad una sala d'oratorio: il Quartiere 3 di Firenze ne schiera parecchie. Il fatto è che, molto giustamente, anche l'accoglienza cristiana ha limiti piuttosto precisi, legati alla presentabilità di temi ed individui; nulla di più probabile che il piddì con la elle non abbia, e da molto tempo, superato se stesso anche in questo settore.
Tocca andare, alle nove di sera di una serata qualsiasi del mese di novembre, in una biblioteca pubblica.

Ecco qui gli interessati a "Idee, valori ed impegno sul territorio". Si tratta di un buon numero di micropolitici di terza fila, la cui principale (se non unica) occupazione consiste nell'ingolfare uffici stampa. Recentemente hanno perso "IlFirenze", basso foglietto in distribuzione gratuita eloquentemente solerte a pubblicare ogni loro schizzo di collodio; un altra gazzettina, "Il Giornale della Toscana", starebbe passando un brutto periodo, che ci auguriamo prossimo alla conclusione con la totale sparizione della testata.
Achille Totaro. Nicola Nascosti. Giovanni Donzelli. Matteo Calì. Giovanni Gandolfo. Paolo Poli. Lucio Spagna. Giacomo Ballo. Selene Maionchi. Giovanni Giorgetti. Filippo Marchi. Totale undici persone: la possibilità che il numero degli oratori sia pari o anche superiore a quello degli intervenuti tra il pubblico è concreta. Anche perché il manifestino di convocazione non reca alcun invito alla partecipazione nei confronti della cittadinanza, e sarebbe dunque logico che la cittadinanza tutta si guardasse bene dall'intervenire. In altre parole, la consueta autoreferenzialità dell'iniziativa non è sfuggita neanche a chi ha avuto l'umiliante compito di propagandarla. La propensione a lasciar affogare questi mangiatori di fettuccine nelle loro stesse menzogne pare che a Firenze esista e che sia piuttosto consolidata, assumendo per certi versi i tratti di una vera e propria, salutare e lodevole consuetudine. Anche volendo scartare gli episodi in cui il politicame "occidentalista" è stato accolto da fiere e motivate contestazioni, secondo fonti attendibili le iniziative messe in piedi in nome della politica "occidentalista" raccolgono, quando realizzate in contesti di massima visibilità e fruibilità, un numero di persone variabile tra le venti e le sessanta. Ed una sera di novembre in una biblioteca pubblica non costituisce il massimo da nessuno dei due punti di vista, ragion per cui è possibile prevedere un concorso di pubblico tutt'altro che fitto.
E di quali "Idee, valori ed impegno sul territorio" si può mettere in conto la presentazione? Nel corso degli anni abbiamo fornito ai nostri lettori un campionamento, peraltro assai ridotto, degli interessi attivamente perseguiti da molti degli "occidentalisti" su elencati. Non si tratta di una lista molto lunga: l'insihurezza, i'ddegrado e soprattutto molto pallone, molto pallonaio, molti pallonieri, molte pallonate. Abbiamo anche più volte messo in luce il rapporto assai peculiare che esiste tra gli "occidentalisti" e queste tematiche, come faremo anche stavolta.
Il pallone a Firenze è declinabile in vari modi. Il pallone vero e proprio (quello in cui ventidue adulti in mutande anche a gennaio prendono a calci in mezzo ad un prato un affare rotondo cercando per motivi tutti loro di farlo entrare in un rettangolo delimitato da pali di ferro), il pallone piccolo (vi si dedicano in meno ed in meno spazio, spesso anche al chiuso), il pallone travestito (tradizione inventata carissima agli "occidentalisti"), il pallone ciarlato (quello di ciarle che iniziano tra interlocutori all'atto stesso dell'incontro, senza che vi siano neppure stati preventivi scambi di saluti), il pallone alla televisione (quello di cui il pallone vero e proprio costituisce uno strano doppione previrtuale, che molti riterrebbero comodo abolire), il pallone finto (una cosa che si fa facendo finta di essere capopallonieri di un gruppo di pallonieri ricchi).
Non esiste "occidentalista" che prescinda da questo pallone: molti di questi individui sono versati in tutte e sei le varianti del nostro non esaustivo elenco. Esistono giornate in cui la gazzetta "occidentalista" chiamata "Giornale della Toscana" riesce a farne argomento pressoché unico del numero in edicola, e lo stesso vale per comunicati stampa, interrogazioni e mozioni "occidentaliste" riportate dal sito della municipalità di Firenze. Credendo chissà perché di limitare i danni, il fondatore del piddì con la elle coscrisse a Firenze proprio un ex palloniere, presentato in modo pressoché esclusivo come tale nell'àmbito di una campagna elettorale in cui tutte le vocette "occidentaliste" di Firenze furono perentoriamente invitate al silenzio per qualche tempo, per lasciare posto solo alla campagna elettorale ed evitare di peggiorare con risibili iniziative come quella di cui ci stiamo occupando qui un quadro disastroso già per proprio conto.
L'ex palloniere finì prima sgazzebato e poi trombato, nonostante un affannoso tentativo di recupero tentato dal suo ufficio propaganda, che sparse per tutta Firenze una lettera in cui il malcapitato doveva letteralmente arrampicarsi sugli specchi. Infine acquisì rapidissimo quel carattere di evanescenza che, unita ad una lodevole consapevolezza e ad un buon grado di rispetto di sé, gli ha fino ad oggi evitato di venire a discutere del nulla nelle biblioteche pubbliche.
L'ex palloniere rappresenta in un certo senso la punta di diamante ed il volto presentabile dell'"occidentalismo" cittadino. Un'occhiata ai documenti in link potrà a malapena dare l'idea di quale sia l'abituale pedestraggine dei suoi comprimari.
Un esempio di quanto andiamo sostenendo? Uno dei relatori è il ben nutrito Matteo Calì.
Non troppo tempo fa abbiamo avuto occasione di documentare il suo interesse pallonistico, coltivato da costui a livelli praticamente monografici insieme ad altre materie di fondamentale importanza come la goliardia e le cazzate. Lo scritto in link riferisce nel dettaglio anche dei suoi strepitosi successi accademici.

Il ruolo di "personalità" della serata l'hanno dato a uno che è nella foto qui sopra, e che si chiama Achille Totaro.
Achille totaro è, innanzitutto, grasso.
Poi è anche di Scandicci.
La foto (fonte: casaggifirenze.blogspot.com) riteniamo sia stata scattata in occasione della "cocomerata" organizzata nell'estate 2010. Un esempio come tanti altri dell'andamento abitualmente disastroso delle iniziative "occidentaliste" in città, sulla quale non mancammo di infierire. Reperita un'immagine che attesta la prima delle due caratteristiche memorabili di costui, siamo intenti a cercarne una che illustri con altrettanta inoppugnabilità il fatto che è di Scandicci.
Anche Achille Totaro ha alle spalle una carriera accademica fittissima di allori, documentarsi sulla quale non richiede eccessivi sforzi.

Un altro di cui si assicura la partecipazione è Giovanni Donzelli. Nel suo sito web è presente al momento in cui scriviamo un profilo biografico interessante per due motivi. Il primo è che non reca traccia alcuna di qualcosa di assimilabile ad un'attività lavorativa, il secondo è che in esso questo diplomato, rimasto tale nonostante gli almeno quindici anni accademici trascorsi dalla sua immatricolazione, si vanta del fatto che "Nei 5 anni in consiglio comunale ha presentato oltre 400 atti tra interrogazioni, mozioni e ordini del giorno ed è intervenuto nel dibattito consiliare oltre 500 volte" confermando il concetto di "attività politica" seguito dagli "occidentalisti", secondo il quale l'essenziale è rappresentato da quella continua esposizione mediatica che finisce per trasformarsi in suffragi, e non certo dal fare per lo meno finta di interessarsi di problemi per i quali questi indossatori di cravatte non hanno peraltro neppure gli strumenti e le competenze di base per intervenire con una parvenza di efficacia.

Di cosa farà finta di interessarsi una truppa guidata da sergenti di questo livello?
Di pallone, si diceva. Più in là sarebbe miracoloso che arrivassero: dai materiali reperibili in rete, nove volte su dieci da essi stessi forniti, pare che perfino quei genitali femminili che di tanta considerazione sono oggetto nelle alte sfere dell'"occidentalismo" peninsulare siano loro preclusi.
L'adunata rischia di mostrarsi parca di argomenti.
Comunque ci sono sempre i'ddegrado e l'insihurézza.
Il lavandino "occidentalista" conta a Firenze anche un'altra anima, che qualcuno si è scordato di invitare alla chiacchierata del 19 novembre. Casaggì non sarà tra i relatori, ma sarà sicuramente presente in spirito visto che qualche individuo ne ha sparso segni, simboli e firme su tutti i muri del quartiere fattivamente contribuendo a i'ddegrado e permettendo a noi di trarre una conclusione drastica, secondo la quale gli "occidentalisti" sono in realtà il male di cui pretenderebbero di essere la cura e confermando la natura sostanzialmente ed abitualmente menzognera del loro operato.
Della passione "occidentalista" per palloni, pallonieri, pallonate e pallonaggi si è già trattato. Dal punto di vista di questi frequentatori di ristoranti non c'è nulla di più degno e di più intoccabile.
Ora, il pallone, a Firenze, limitando gli esempi alla sola società pallonistica più ricca e famosa, negli ultimi sei mesi ha prodotto ai suoi livelli più strapagati individui che aggrediscono dei lavoratori, e ai suoi livelli meno strapagati individui che aggrediscono le donne. Un contributo fattivo e documentabile alla 'nsihurézza che gli "occidentalisti" si guardano bene dal sottolineare.

Le idee.
I valori.
L'impegno.

Un gazzettiere "occidentalista", uno fra i tanti che passate le glorie della sifilide securitaria e di quella democrazia da esportazione per la quale non ci sarà mai sufficiente disprezzo,stanno cercando di uscire dalla sentina da loro stessi costruita, così ritraeva il 14 novembre 2010 il blocco dei micropolitici imbrancati nel primo partito "occidentalista" della penisola italiana:

"Una turba di mezze calzette, di villan rifatti, di incompetenti, di procacciatori: [...] una schiera compiacente e zelante, pronta ad ogni servilismo per il proprio personale interesse".

Riescono abitualmente a farsi schifo perfino a vicenda. Ed è probabile che così sia sempre stato, in un contesto camuffato e tenuto a bada da prebende, successi di cartapesta, idiozie, menzogne ed una abituale e ricorrente criminalizzazione di ogni minimo dissenso.
Si affollino di nuovo, le risate di disprezzo.