Dicembre 2010. Il territorio europeo oggi celebre per i maccheroni e per altre secondarie ragioni è stato per circa ottanta anni controllato da uno stato "unitario" di forma monarchica. Lo scritto che segue fornisce un brevissimo compendio degli alti meriti dei discendenti della casata allora regnante.
Dal blog di Miguel Martinez, una delle tantissime vicende emblematiche del luogo e dei tempi, con qualche integrazione che le tolga il sapore detestabile del copia ed incolla, e qualche aggiustamento perché non vi compaia il nome di un sedicente "stato nazionale" che in questa sede si è scelto di evitare deliberatamente perché non ci interessa provocare crisi di vomito nei nostri lettori.
Un campione infinitesimo di una realtà che infarcisce tutti i giorni il gazzettaio.
Dopo la diffusione del web e la nascita delle gazzette on line, le gesta quotidiane di un ristretto gruppo di ingordi buoni a nulla, di femmine a pagamento e di parassiti dal costo variabile sono uscite dall'àmbito residuale che spettava loro, quello dei rotocalchi un tempo definiti "per serve", e sono finite a costituire i quattro quinti dei contenuti mediatici, concorrendo a formare prodotti in cui cercare il confine tra contenuto vero e proprio e materiali pubblicitari non ha alcun senso.
Gli autori di questo cicaleccio devono rimpiazzare i contenuti ai ritmi vertiginosi imposti dalle nuove tecnologie. Cosa succede se si rallenta un momento e si diversificano le proprie fonti?
Succede che basta scegliere una new qualsiasi, una delle tante che i gazzettieri presentano come vitale, ed abbozzarne un follow-up per scrostare un po' di trucco dal volto marcio dell'"Occidente" e dei suoi autonominati protagonisti e difensori. L'"Occidente" della legalità e della democrazia, così ricco di quella legalità che piace tanto ai "dirigenti scolastici" e così sovraccarico di democrazia da averne intrapreso addirittura l'esportazione, coi risultati ben noti a tutti.
Questo è quello che l'autore ha fatto, ricorrendo semplicemente alla propria memoria e ad un buon motore di ricerca. Uno dei protagonisti della new è Joe Fallisi, ed abbiamo già avuto modo di occuparcene; l'altro è uno del bel numero di cui sopra. Il "governo" dello stato che occupa la penisola italiana potrà essere ricordato per alcuni tratti caratteristici. I comportamenti quotidiani dei suoi componenti, innanzitutto. La putrefazione anche morale che informa di sé l'intero apparato della "democrazia" rappresentativa.
Il misto di cattiveria menzognera, orgogliosa incompetenza e cialtroneria malevola con cui indossatori di cravattte, mangiatori di spaghetti e frequentatori di prostitute hanno sporcato ogni aspetto del reale.
L'aver infine permesso ad elementi come costui non soltanto di trovare legittimità e credito, ma di poter contare su un prestigio gazzettiero rinforzato giorno dopo giorno. Tipi simili sono perfettamente rappresentativi di un numero crescente di sudditi: se ci trovassimo a gestire un maccheronificio di terz'ordine in qualche periferia casertana non prenderemmo in considerazione la candidatura di un elemento del genere neanche per la mansione di raschiatore di pavimenti, ma almeno in questo va riconosciuto alla classe politica "occidentalista" di non ha perso del tutto i legami con la realtà.
L'articolo riporta in link un lungo brano di Alessandra Colla che è un ritratto documentato, lungo e poco agiografico del bisnonno del tizio nella foto.
Si noti anche che la vicenda viene fatta risalire nei suoi inizi al 2003: sette anni fa. I tempi del falansterio giudiziario nella penisola italiana erano, sono e saranno questi.
Dopo la diffusione del web e la nascita delle gazzette on line, le gesta quotidiane di un ristretto gruppo di ingordi buoni a nulla, di femmine a pagamento e di parassiti dal costo variabile sono uscite dall'àmbito residuale che spettava loro, quello dei rotocalchi un tempo definiti "per serve", e sono finite a costituire i quattro quinti dei contenuti mediatici, concorrendo a formare prodotti in cui cercare il confine tra contenuto vero e proprio e materiali pubblicitari non ha alcun senso.
Gli autori di questo cicaleccio devono rimpiazzare i contenuti ai ritmi vertiginosi imposti dalle nuove tecnologie. Cosa succede se si rallenta un momento e si diversificano le proprie fonti?
Succede che basta scegliere una new qualsiasi, una delle tante che i gazzettieri presentano come vitale, ed abbozzarne un follow-up per scrostare un po' di trucco dal volto marcio dell'"Occidente" e dei suoi autonominati protagonisti e difensori. L'"Occidente" della legalità e della democrazia, così ricco di quella legalità che piace tanto ai "dirigenti scolastici" e così sovraccarico di democrazia da averne intrapreso addirittura l'esportazione, coi risultati ben noti a tutti.
Questo è quello che l'autore ha fatto, ricorrendo semplicemente alla propria memoria e ad un buon motore di ricerca. Uno dei protagonisti della new è Joe Fallisi, ed abbiamo già avuto modo di occuparcene; l'altro è uno del bel numero di cui sopra. Il "governo" dello stato che occupa la penisola italiana potrà essere ricordato per alcuni tratti caratteristici. I comportamenti quotidiani dei suoi componenti, innanzitutto. La putrefazione anche morale che informa di sé l'intero apparato della "democrazia" rappresentativa.
Il misto di cattiveria menzognera, orgogliosa incompetenza e cialtroneria malevola con cui indossatori di cravattte, mangiatori di spaghetti e frequentatori di prostitute hanno sporcato ogni aspetto del reale.
L'aver infine permesso ad elementi come costui non soltanto di trovare legittimità e credito, ma di poter contare su un prestigio gazzettiero rinforzato giorno dopo giorno. Tipi simili sono perfettamente rappresentativi di un numero crescente di sudditi: se ci trovassimo a gestire un maccheronificio di terz'ordine in qualche periferia casertana non prenderemmo in considerazione la candidatura di un elemento del genere neanche per la mansione di raschiatore di pavimenti, ma almeno in questo va riconosciuto alla classe politica "occidentalista" di non ha perso del tutto i legami con la realtà.
L'articolo riporta in link un lungo brano di Alessandra Colla che è un ritratto documentato, lungo e poco agiografico del bisnonno del tizio nella foto.
Si noti anche che la vicenda viene fatta risalire nei suoi inizi al 2003: sette anni fa. I tempi del falansterio giudiziario nella penisola italiana erano, sono e saranno questi.
Ci sono notizie che riempiono di stelle anche le notti più piovose.
Uno dei più spocchiosi frequentatori di locali notturni usi a impestare la penisola italiana sarà trascinato con la forza in tribunale, per una causa che lui stesso si è cercato.
Un imprenditore dalla dubbia nazionalità, tale Vittorio Emanuele Alberto Carlo Teodoro Umberto Bonifacio Amedeo Damiano Bernardino Gennaro Maria di Savoia, già indagato per traffico internazionale di armi, accusato di omicidio nel contesto di una sparatoria tra imprenditori oziosi su una fila di yacht in un porto della Corsica (ma lui dice che, come è normale nel suo ramo professionale, sparavano tutti quella sera), tessera n. 1621 della Loggia P2, successivamente arrestato per “associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al falso, e associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione“ nell’ambito di un’inchiesta da cui risulta che aveva stretti legami con il fantastico Massimo Pizza…
…Insomma, un normalissimo imprenditore più o meno peninsulare (a essere pignoli, i suoi avi, che parlavano solo francese, la penisola italiana l'hanno unificata loro, sui cadaveri di alcune decine o forse centinaia di migliaia di persone)…
…E' venuto a sapere che a Carrara, nel 2003, si era svolto un piccolo concerto per onorare la memoria dell’operaio tessile Gaetano Bresci, che aveva giustiziato un antenato del suddetto imprenditore ginevrino.
Durante tale concerto, il tenore Joe Fallisi (quello che sarebbe poi stato rapito dagli aggressori sionisti sul Mavi Marmara), avrebbe detto qualcosa che qualche solerte testimone auricolare ha interpretato come un’accusa di omicidio contro l’imprenditore Savoia.
Dall’alto della sua villa a Ginevra, l’imprenditore Savoia ha quindi querelato, chiedendo 50.000 euro di danni, il prezzo di un paio di escort secondo gli standard di certuni, una vita di fatica per altri.
Solo che l’imprenditore Savoia pensava di cavarsela, delegando il contatto con la plebe ai propri avvocati, mica presentandosi di persona; e disertando quindi la causa da lui stesso promossa.
Un imprenditore dalla dubbia nazionalità, tale Vittorio Emanuele Alberto Carlo Teodoro Umberto Bonifacio Amedeo Damiano Bernardino Gennaro Maria di Savoia, già indagato per traffico internazionale di armi, accusato di omicidio nel contesto di una sparatoria tra imprenditori oziosi su una fila di yacht in un porto della Corsica (ma lui dice che, come è normale nel suo ramo professionale, sparavano tutti quella sera), tessera n. 1621 della Loggia P2, successivamente arrestato per “associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al falso, e associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione“ nell’ambito di un’inchiesta da cui risulta che aveva stretti legami con il fantastico Massimo Pizza…
…Insomma, un normalissimo imprenditore più o meno peninsulare (a essere pignoli, i suoi avi, che parlavano solo francese, la penisola italiana l'hanno unificata loro, sui cadaveri di alcune decine o forse centinaia di migliaia di persone)…
…E' venuto a sapere che a Carrara, nel 2003, si era svolto un piccolo concerto per onorare la memoria dell’operaio tessile Gaetano Bresci, che aveva giustiziato un antenato del suddetto imprenditore ginevrino.
Durante tale concerto, il tenore Joe Fallisi (quello che sarebbe poi stato rapito dagli aggressori sionisti sul Mavi Marmara), avrebbe detto qualcosa che qualche solerte testimone auricolare ha interpretato come un’accusa di omicidio contro l’imprenditore Savoia.
Dall’alto della sua villa a Ginevra, l’imprenditore Savoia ha quindi querelato, chiedendo 50.000 euro di danni, il prezzo di un paio di escort secondo gli standard di certuni, una vita di fatica per altri.
Solo che l’imprenditore Savoia pensava di cavarsela, delegando il contatto con la plebe ai propri avvocati, mica presentandosi di persona; e disertando quindi la causa da lui stesso promossa.
“Il giudice di pace penale del Tribunale di Carrara, dott. Rino Tortorelli vice procuratore onorario, ha disposto ai sensi del codice di procedura penale (se non erro art. 133 e 377) l’accompagnamento coattivo di Vittorio Emanuele di Savoia, nell’ambito del procedimento a carico del tenore Joe Fallisi.”
“Servirà una rogatoria internazionale visto che Vittorio Emanuele risiede a Ginevra, in Svizzera” – ha commentato a caldo Gabriele Fuga, avvocato dell’Artista e pacifista Joe Fallisi – “però e’ gia’ una nostra vittoria quella di vedere accompagnato con la forza il principe”.