Il 17 dicembre 2010 Firenze viene investita da una nevicata da trenta centimetri che crea qualche problema. Ne crea qualcuno anche al cicaleccio "occidentalista", che coglie l'occasione per dare l'ennesima prova della propria pochezza.
Dicembre 2010.
Avvamo appena finito di constatare che le proteste studentesche vanno bene solo quando si svolgono a Tehran, quando un mangiatore di orecchiette ha avanzato la proposta di estendere alle "manifestazioni di piazza" la legislazione che hanno usato per il pallonaio.
L'accostamento non deve sorprendere. Gli "occidentalisti" hanno nel pallonaio, in cui bianchi contro neri, gialli contro blu, verdi contro rossi fanno roba inutile per il profitto di qualcuno, l'unica metafora per la categorizzazione del reale nella sua interezza.
Palloni, pallonate, pallonaggi, palloneria. Con il corollario del denaro, senza il quale perfino il palloname perde tutta la sua importanza ed acquista ai loro occhi quella alterità che lo trasforma in qualcosa di estraneo, di ignoto o di semplicemente inconcepibile e dunque di etichettabile come terrorismo. Intanto che a Bari prima e a Roma poi si tentava di trattare i manifestanti come se fossero quelli del pallonaio, a Firenze nevicava pesante.
Trenta e più centimetri di neve, una cosa che succede ogni vent'anni o roba del genere, con i trasporti paralizzati. Per il gazzettame "occidentalista" un'occasione quasi unica: come non addossare ai nemici politici anche questa colpa? In attesa di crepare, "Il Giornale della Toscana" fa quello che può, aggrappandosi agli scribacchiamenti che trova sul Libro dei Ceffi e statuendo con un articoletto che ha l'aria di esser pronto da un bel po' che il principale partito "occidentalista" della penisola avrebbe messo a tavola nientemeno che cinquemila persone.
Avvamo appena finito di constatare che le proteste studentesche vanno bene solo quando si svolgono a Tehran, quando un mangiatore di orecchiette ha avanzato la proposta di estendere alle "manifestazioni di piazza" la legislazione che hanno usato per il pallonaio.
L'accostamento non deve sorprendere. Gli "occidentalisti" hanno nel pallonaio, in cui bianchi contro neri, gialli contro blu, verdi contro rossi fanno roba inutile per il profitto di qualcuno, l'unica metafora per la categorizzazione del reale nella sua interezza.
Palloni, pallonate, pallonaggi, palloneria. Con il corollario del denaro, senza il quale perfino il palloname perde tutta la sua importanza ed acquista ai loro occhi quella alterità che lo trasforma in qualcosa di estraneo, di ignoto o di semplicemente inconcepibile e dunque di etichettabile come terrorismo. Intanto che a Bari prima e a Roma poi si tentava di trattare i manifestanti come se fossero quelli del pallonaio, a Firenze nevicava pesante.
Trenta e più centimetri di neve, una cosa che succede ogni vent'anni o roba del genere, con i trasporti paralizzati. Per il gazzettame "occidentalista" un'occasione quasi unica: come non addossare ai nemici politici anche questa colpa? In attesa di crepare, "Il Giornale della Toscana" fa quello che può, aggrappandosi agli scribacchiamenti che trova sul Libro dei Ceffi e statuendo con un articoletto che ha l'aria di esser pronto da un bel po' che il principale partito "occidentalista" della penisola avrebbe messo a tavola nientemeno che cinquemila persone.
L'annuncio su Yahoo Notizie della cena "occidentalista" di Firenze.
Si noti, nell'ultim'ora in occhiello, l'appropriato riferimento al colera.
Si noti, nell'ultim'ora in occhiello, l'appropriato riferimento al colera.
La comunicazione politica del giorno precedente sciorinava notizie circa "una torta di quattro metri per due", perfetto simbolo dell'abituale e sfacciato spreco cui sono soliti gli "occidentalisti", ed annunciava un numero preciso di partecipanti, appunto cinquemila.
La comunicazione politica del giorno seguente non mostra alcuna immagine dell'evento.
La cosa ha due spiegazioni possibili.
La prima risiede nell'infingardaggine, nella pochezza e nell'incompetenza degli individui cui è delegata la propaganda "occidentalista" a Firenze; infingardaggine, pochezza ed incompetenza più volte evidenziate con la debita cura in questa sede.
La seconda è data dalla constatazione che eventuali foto e filmati avrebbero smentito il numero -statuito e indiscutibile- dei partecipanti.
Questo permette di trarre le solite conclusioni, prima tra tutte quella secondo la quale le stime dei presenti vadano ridimensionate non soltanto di un fattore dieci, come avrebbe avuto già senso fare per una formazione politica che a Firenze conta trecento tesserati, ma probabilmente di un fattore venticinque o trenta.
Poi ci si mette anche il fuoco amico, rappresentato in questo caso da "La Nazione", il famoso giornalino che di motivi per infierire ne fornirebbe almeno sei o sette per ogni articolo pubblicato.
In un articoletto, la gazzettina riferisce che l'"occidentalista" Toccafondi per la cena serale "aveva annunciato una minore dispoccupazione" [sic], "dovuta al maltempo"...
La comunicazione politica del giorno seguente non mostra alcuna immagine dell'evento.
La cosa ha due spiegazioni possibili.
La prima risiede nell'infingardaggine, nella pochezza e nell'incompetenza degli individui cui è delegata la propaganda "occidentalista" a Firenze; infingardaggine, pochezza ed incompetenza più volte evidenziate con la debita cura in questa sede.
La seconda è data dalla constatazione che eventuali foto e filmati avrebbero smentito il numero -statuito e indiscutibile- dei partecipanti.
Questo permette di trarre le solite conclusioni, prima tra tutte quella secondo la quale le stime dei presenti vadano ridimensionate non soltanto di un fattore dieci, come avrebbe avuto già senso fare per una formazione politica che a Firenze conta trecento tesserati, ma probabilmente di un fattore venticinque o trenta.
Poi ci si mette anche il fuoco amico, rappresentato in questo caso da "La Nazione", il famoso giornalino che di motivi per infierire ne fornirebbe almeno sei o sette per ogni articolo pubblicato.
In un articoletto, la gazzettina riferisce che l'"occidentalista" Toccafondi per la cena serale "aveva annunciato una minore dispoccupazione" [sic], "dovuta al maltempo"...
Post scriptum del 21 dicembre 2010. Siamo venuti a sapere da uno dei presenti che i partecipanti sono stati in tutto un centinaio.
I sedicenti avversari politici degli organizzatori hanno potuto dileggiare l'iniziativa per un'intera giornata, provocando la piccata reazioncina di qualche "occidentalista" di quarta fila.
Il divisore da adottare in questo caso per avere un rapporto corretto tra cifre della propaganda e partecipazione reale è dunque il cinquanta, come avrebbe lasciato prevedere l'affluenza alla ridicola "cocomerata in piazza" che lo scorso luglio servì soltanto a far constatare quanto fosse grasso uno di Scandicci, quanto fosse insultante l'inutilità dell'azione politica di questa gente e quale specie di individui l'"occidentalismo" in generale e quello toscano in particolare considerino propri campioni.
Com'è noto, negli ambienti "occidentalisti" è semplicemente inconcepibile il prendere un'iniziativa senza averne un tornaconto quantificabile in denaro. Se i dati sui mezzi mobilitati corrispondono al vero (al contrario di quelli sui partecipanti) è auspicabile che nelle casse fiorentine del principale partito "occidentalista" della penisola sia stato praticato un buco di dimensioni tanto ragguardevoli da fornire a questa marmaglia di che meditare per un bel po'.
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